일식 레스토랑 [ristorante giapponese]

Capitolo 5

Pov Sicheng

Purtroppo, uno degli chef chiamò per dire che sarebbe mancato quel giorno, poco prima dell'apertura dello Shiro, quindi dovetti improvvisarmi cuoco.
Sicuramente Jaehyun era arrabbiatissimo!

Ma in quel momento, l'unico mio pensiero era di non essere d'intralcio al signor Nakamoto, e impegnarmi come si stava impegnando lui.
Francamente però, non ce la facevo più: il ritmo era veramente frenetico, e Chittaphon continuava a portare nuovi ordini.

Lui era concentratissimo e io concentrato a guardare lui, ero così preso, che mi bruciai una mano con l'olio da frittura dei maki, distraendo anche il signor Nakamoto.

"Ti sei fatto male?!"
"No, no, sto bene"

Non mi ascoltò minimamente, mi afferrò il braccio e lo mise solo il rubinetto, dal quale usciva acqua ghiacciata, penso che fosse davvero preoccupato, o almeno, era quello che speravo.

I nostri visi erano davvero vicini.
Cominciai a fissarlo senza rendermi conto, almeno finché non se ne accorse. Diventai rosso per l'imbarazzo, ma non riuscivo a distogliere lo sguardo.

"Sicheng... ho qualcosa in faccia?"
"AH! NONONO! È perfetta... CIOÈ! IO... INSOMMA..."
"Ahahah, scusa non volevo metterti in imbarazzo. Come va il braccio?"
"Bene... anche se mi sta andando in ipotermia... L'ACQUA È FREDDISSIMA!"
"Ah! Scusami tanto!"

Ora... quello che fece dopo probabilmente era un gesto istintivo, l'ha fatto senza pensarci, no?
Si aprì l'uniforme, si tirò su la maglietta nera che aveva di sotto, e per riscaldarmi il braccio, lo posizionò tra i suoi addominali caldi e la maglietta, anch'essa di una piacevole temperatura.

Sentivo a contatto con la mia pelle, la sua liscia e morbida come quella di un bambino, ma anche dura a causa dei suoi addominali.
Infilai anche l'altra mano sotto la sua maglietta, per poi abbracciarlo.
Avrei voluto che magari Tao fermasse il tempo, così da rimanere abbracciato a lui ancora un po', ma duro poco: mi afferrò le spalle e mi allontanò dal suo corpo.

"Che stai facendo, Sicheng?"
"Io volevo solo..."
"Non sarai mica... uno di quelli, voglio sperare"

Avevo capito benissimo cosa intendesse con 'uno di quelli', quindi scossi la testa in segno negativo, con un sorriso falso sul volto.

Sentii qualcosa, come un vetro lontanissimo che si rompeva... quella sera non dormii per recuperare ogni frammento del mio cuore.