일식 레스토랑 [ristorante giapponese]

Capitolo 60

Pov Doyoung

Finalmente presi coraggio.
Non sentivo più alcun rumore e questo mi convinse a passare in salotto.
Mio fratello sembrava non esserci, mentre Taeil era riverso a terra, con ferite ovunque e una pozza di sangue all'altezza della testa.

Mi avvicinai con il cuore in gola, temendo che mio fratello l'avesse ucciso, dato che ad ogni mia chiamata non rispondeva, ma fortunatamente era vivo.

Lo scossi un po', ma di svegliarsi non ne voleva sapere.
Non potevo trascinarlo fuori a causa della ferita alla testa che poteva peggiorare.

"Che faccio ora?"
"Hey! Frocetto!"

Pov Renjun

Durante l'intervallo, non provai neanche ad alzarmi dal mio banco, malgrado me la stessi facendo sotto.
Quei bulli non si stancano proprio mai...!

Facevo finta di non vederli, mentre continuavo a scarabocchiare sul mio sketch, ma è difficile concentrarsi mentre contrai ogni muscolo del tuo corpo per trattenere la pipì.

"Non ce la faccio più..."

Notai che quei due bestioni vennero distratti da una ragazza dell'ultimo anno che passava di lì, allora ne approfittai per correre in bagno.

Non gli ho mai fatto niente di male, eppure continuano a prendersela con me, non è colpa mia se sono gay maledizione!
È dall'inizio delle superiori che mi stanno addosso... voglio morire!

Ormai avevo percorso gran parte del corridoio, i bagni erano proprio davanti a me, ma la mia corsa fu interrotta appena mi sentii afferrare per il colletto, nel mentre era pure suonata la campanella, quindi non potei contare sull'aiuto di nessuno per salvarmi da quella situazione.

"Dove scappi?"

Un po' per la paura di essere picchiato e un po' perché non riuscivo più a contenermi, io l'ho fatta. L'ho fatta esattamente lì, bagnandomi i pantaloni come un poppante! Che figura di merda epica! Ma bravo Renjun!

"Bleah! Ma che schifo!"
"Vieni andiamocene!"

Riccadi a terra sulle mie ginocchia, ormai quasi in preda al pianto e alla disperazione, ma non potevo stare lì per molto, così mi alzai e mi chiusi in bagno, in modo che nessuno potesse vedermi e ridermi dietro.
Di certo non sarei più uscito da lì.

Pov Jeno

Quella fu una delle mattinate più nervose della mia vita, allora afferrai una sigaretta e andai in bagno.
Appena entrato l'accesi. Inizialmente non avevo capito di non essere solo, e purtroppo quel pianto che sentivo era familiare.