Capitolo 1.
"Se io mi presentassi con un biglietto dell'aereo e un anello di diamante con il tuo nome su di esso, scapperesti via con me? Perchè quello che davvero voglio sei tu"
Cantavo quelle parole cercando di tradurre la canzone 'She looks so perfect'. I 5 seconds of summer sono la mia band preferita anche se purtroppo non è molto famosa, o almeno non ancora. Fanno piccoli concerti davanti ad una ventina di persone, ma sono un mix di puro talento. Li ho scoperti per caso, ed è stato amore a prima vista. Se Luke mi chiedesse una cosa del genere, cadrei a terra e in un nanosecondo avrei già le valigie pronte, euforica di scappare da tutto e da tutti con il mio idolo. Ah, gli ormoni impazziti adolescenziali.
Ma apparte i miei commenti imbarazzanti, avevo appena terminato di preparare le valigie. No Luke non mi aveva chiesto di scappare con lui inginnochiandosi con un diamante dentro una scatoletta di velluto, possibilmente blu. In Italia fa abbastanza freddo, ma con me avevo solamente vestiti estivi. Non stavo partendo per un viaggio alle Hawaii o per le Bahamas, stavo andando in un posto per me addirittura migliore. L'amata Australia, terra di canguri e di ragazzi ben dotati. Anche se inizialmente i miei genitori erano contrari, visto che sono figlia unica e farebbero di tutto per me, decisero di viziarmi finché fosse stato loro possibile. Quindi per farmi inseguire il mio sogno mi iscrissero all'Accademia di Sydney.
"Jessicaaaa! Sono le nove e mezza, l'aereo parte tra meno di un'ora!" Le urla di una madre da secoli detengono uno dei primi posti tra le cose più fastidiose del mondo. Anche se sapevo già che, da un lato, mi sarebbe mancato tutto questo.
"Eccomi" scesi velocemente le scale e mi diressi subito alla macchina dove mi stava già aspettando papà con i suoi soliti occhiali da vista con la montatura blu, e poco dopo salì anche mia madre, mentre teneva un fazzoletto tra le mani e i suoi occhi erano già velati di lucido.
Una ventina di minuti e mi ritrovai davanti ad una struttura enorme, sorvolata da giganti aggeggi volanti che sembravano poter cadere da un momento all'altro."Mi raccomando. Non bere, non fumare e non fare cose di cui potresti pentirti"
"Mamma stai tranquilla, non avrò tempo di fare tutto questo purtroppo" alzai le spalle ricevendo un'occhiataccia da papà.
"Sto scherzando, sarò una figlia modello" sorrisero e mi abbracciarono per l'ultima volta, prima che mi voltassi con le lacrime agli occhi, sussurrando loro un 'vi voglio bene' e lasciando un tenero bacio nell'aria secca di quel luogo chiuso.
Appena presi posto sul mio comodo sedile grigio, guardai fuori dal piccolo finestrino, rivivendo brevi istanti, prima di un nuovo inizio.