Capitolo 37.

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JESSICA'S POV.

Finalmente ebbi il mio bacio. Il nostro dolce bacio. Mille brividi percorsero il mio corpo. Una marcia di pinguini percorreva il mio stomaco in ogni angolo esplorandolo da cima a fondo e non avevano intenzione di fermarsi. Le sue mani stringevano i miei fianchi contro il suo corpo caldo fino al punto di poter sentire il suo cuore accellerare e il suo respiro divenire irregolare. Il battito del suo cuore teneva lo stesso ritmo del mio. I nostri respiri battevano uno contro l'altro, incontrandosi e fondendosi in un tutt'uno. Le mie gambe tremavano ma la forza per mantenere il contatto non mancava dentro di me. Le nostre labbra danzavano insieme, le une sulle altre si completavano, si incastravano come pezzi perduti per troppo tempo di uno stesso insieme, ma dopo essersi ritrovate si levigavano e univano completandosi.

Credevo a stento a quello che era appena successo quando Luke staccò le sue labbra tenere dalle mie. Ci eravamo davvero baciati finalmente, solo io sapevo quante volte mi sono trattenuta dal farlo e quanto ho sofferto il giorno in cui l'ho respinto.

"Luke mi stavi per dire qualcosa?" gli chiesi rimanendo stretta a lui tra le sue braccia forti. Prima del bacio mi aveva detto 'io ti..' ma aveva anche interrotto tutto per baciarmi.

"Io ti volevo solo chiedere se potevo baciarti. Avevo bisogno di quel contatto e il momento mi sembrava quello giusto" sorrisi alla sua affermazione.

"Non dovevi neppure chiedermelo!" ridemmo. Poi guardammo l'uno negli occhi dell'altra come alla ricerca di sentimenti non esprimibili a parole. E rimanemmo così per un pò, sorridendoci e parlandoci con gli occhi.

"Sediamoci dai e raccontami come sei tornata. È stata un'emozione indecifrabile capire che eri davvero qui, all'inizio pensavo fosse solo un sogno ma non mi ricordavo di essermi addormentato!" sorrisi nel vederlo felice per la mia presenza e iniziai a raccontargli il perchè ero lí.

Flashback.

Mi trovavo sulle scale dell'aereo e dopo aver dato un'ultimo sguardo al cielo mi voltai definitivamente per salire. Ma mi bloccai a testa bassa fissando il terreno sottostante. Sfilai dalla tasca il telefono e composi il numero.

"Pronto" rispose il destinatario dall'altra parte del mondo.

"Mamma io non torno. Non saliró su questo aereo abbandonando i miei sogni. Un errore lo possono commettere tutti e tu e papá non mi avete dato neppure una seconda opportunitá. Avete sempre detto che con il vostro amore verso di me avreste fatto di tutto per realizzare i miei sogni e rendermi felice. Beh ora prendo in mano il mio sogno e me lo affronto da sola con o senza il vostro supporto perchè io ci credo, io voglio restare qui. Non importa quello che starai per dire, non voglio sentire nulla. Io rimango qui. Se proprio mi volete venite a prendermi, ma non mi riporterete a quella casa priva di vita. A quelle quattro mura della mia camera dove mi richiudevo. Io qui ho iniziato a vivere." riattaccai senza aspettare una risposta. Scesi dalle scale e mi diressi verso l'uscita dell'aereoporto alla ricerca di un taxi. Fortunatamente non accadde come la prima volta, aspettai solo cinque minuti prima che potessi salire su uno. Arrivai davanti alla casa dei ragazzi dopo una ventina di minuti, e con i miei bagagli mi diressi verso l'ingresso. Bussai esitante la porta.

"Vado iooo!" sentii Michael gridare dall'altra parte. Aprì la porta e la sua espressione mi fece scoppiare a ridere. Sembrava avesse appena visto un fantasma. Stava per urlare il mio nome ma gli miso una mano nella bocca per tappargliela.

"Taci, deve essere una sorpresa per Luke. Ora dimmi, dov'é?"

"È-è di sopra" mi guardava ancora spaventato.

"Smettila di fissarmi cosí! So di non essere uno spettacolo ma insomma un pó di solidarietà! Almeno tu mio unicorno!" lo abbracciai e lui si riprese dal suo stato di trans. Con un sorriso a quaranta denti come gli unicorni mi accompagnò dagli altri. Calum e Ashton stavano giocando a.. scacchi?! So che ad Ash non interessava giocare a Fifa ma non immaginavo sapessero o interessasse loro giocare a scacchi! Poi Ash portava gli occhiali che gli attribuivano un'aria da intellettuale. Mi guardarono e sbuffai quando assunsero la stessa espressione precedente di Mikey.

"J-j.." cercó di dire Cal ma lo interruppi.

"Non.dire.quel.nome." gli puntai un dito addosso cercando di essere minacciosa. Ma loro mi saltarono addosso suguiti poi da Mikey e saltarono abbracciandomi.

"Vai da Luke, stà davvero male.." mi disse Ash poggiando le mani sulle mie spalle. Annuii e salii lentamente le scale. Incoscentemente invece di aprire la porta della camera di Luke aprii quella della mia stanza, qualcosa mi spingeva a farlo. Mi resi conto dopo averla aperta che avevo sbagliato ma con la poca luce che entrava riuscii a scorgere una figura di spalle. Riconoscevo quelle gambe lunghe, quei vestiti neri, le spalle possenti e i ciuffi biondi. Era il mio Luke."

SCUSA SCUSA SCUSA.

Vi chiedo scusa per tutta questa attesa ma ho un periodo difficile e non riuscivo a farcela ad andare avanti con la storia davvero. Troppi impegni e troppi eventi improvvisi in questo periodo mi hanno scombussolata, ma ora ce l'ho fatta. So che non è il massimo come capitolo ma non volevo più farvi attendere e ci ho messo me stessa sperando di non avervi deluse.

Grazie della pazienza, grazie per il sostegno, i voti e i commenti.

Je.♥

She sleeps alone.||Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora