Capitolo 39.

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JESSICA'S POV.

Mi svegliai lentamente mentre la poca luce entrava dalle fessure della finestra. Aprii gli occhi e sentii un peso sul petto che mi impediva di respirare normalmente. Abbassai lo sguardo e incontrai il viso più dolce che esista. Il ciuffo biondo spettinato gli ricadeva sulla fronte, le sue labbra morbide erano socchiuse e le sue braccia circondavano la mia vita come se non volesse perdere il contatto e staccarsi dal mio corpo. Era troppo dolce, sarei rimasta a fissarlo per tutto il tempo, volevo immortalare quel momento cosí presi il telefono dal comodino molto lentamente per non svegliarlo e gli scattai varie foto. Poggiai il telefono dove era precedentemente e tornai a contemplare la bellezza di Luke sorridendo. Passai le dita tra i suoi capelli, scesi sulla sua guancia e infine gli accarezzai le labbra con il pollice. Al mio gesto sorrise mentre ancora dormiva. Chissà cosa stava sognando. E se sognasse noi? Posso utilizzare la parola noi? O è troppo presto? Stó iniziando a sperare persino di stare nei suoi sogni. Forse perchè lui fa già parte dei miei.

Si staccó da me dopo alcuni minuti e ritornò a dormire con la testa sul cuscino. Dispiaciuta gli posai un bacio sulla guancia e mi alzai dal letto. Scesi e andai in cucina dove gli altri ragazzi stavano già facendo colazione.

"Buongiorno" si voltarono verso di me e sorrisero complici, ma solo quando guardai il mio corpo mi accorsi di non portare pantaloncini e di avere la maglia di Luke che per mia grande fortuna mi stava grande e compriva tutto. Arrossii pensando a cosa potesse frullare nelle loro testoline e per non mostrare imbarazzo e per sbaglio confermare quello a cui illudevano nei loro pensieri mi diressi sul ripiano della cucina, afferrai una ciotola, latte e cercai i cereali senza trovarli, la mia intenzione era quella di fare colazione sul divano ma voltandomi appena per non incontrare sguardi sbagliati e notai che i cereali stavano sulla tavola. Cosí presi coraggio e mi voltai per afferarli e poi scappare sul divano, ma Mikey mi fermó per il braccio e mi indicò con una mossa del viso la sedia accanto a lui. Ingoiai come terrorizzata, quel ragazzo può mettere soggezzione cavolo! Mi acconodai sulla sedia e iniziai a fare colazione il più velocemente possibile per scappare anche il prima possibile.

"Che è successo con Luke stanotte?" guardai Ash e il cucchiai che stavo per portare alla bocca rimase sospeso tra la ciotola che avevo trovato cosí interessante fino a quel momento e la mia bocca ancora aperta.

"Nulla, cosa dovrebbe essere successo?" dissi con la maggior sicurezza che potevo dimostrare. Finalmente il boccone di cereali raggiunse la mia bocca.

"Te lo stiamo chiedendo" grazie Michael, grazie davvero. Ci mancavi solo tu con il tuo sguardo che mi rende più insicura di qualsiasi altro. Ma non era successo un bel nulla quindi potevo ammetterlo senza problemi.

"Non è successo nulla. Che tu ci creda o meno é vero." mi alzai avendo finito la colazione. "Vado a svegliare Luke" i loro sguardi tornarono normali come se credessero alla mia veritá.

Tornai in camera di Luke ma non lo trovai nel suo letto.

"Luke?" provai a chiamarlo e lo vidi spuntare giá vestito nel suo stile, con il suo bellissimo viso e una mano dietro la nuca mentre si grattava la testa. Si avvicinò senza dire nulla guardandomi negli occhi con uno sguardo serio. Ammetto che iniziai leggermente a preoccuparmi. Quando fu vicino mi bloccò con il suo corpo addosso alla porta che si chiuse dietro le mie spalle. Nascose il viso nell'incavo del mio collo e il mio corpo inizió a riempirsi di brividi e di scosse involontarie che mi scuotevano da capo a piedi.

"Ti prego, non lasciarmi mai piú solo. Non sai quanto fa male svegliarsi e non trovarti accanto. Prima ancora di aprire gli occhi ti ho cercata, convinto che fossi dall'altra parte del letto perchè sentivo il tuo profumo. Ma non trovandoti ho aperto gli occhi e mi sono visto qui solo. Un letto singolo non mi era mai sembrato troppo grande per dormirci solo. Ho iniziato a pensare che fosse stato tutto un sogno, che tu non fossi tornata e che fossi già dall'altra parte del mondo. Mi sono sentito perso, troppo piccolo difronte a queste mura che mi sovrastano. Cosí mi sono seduto sul letto e ho iniziato a pensare. Se questa vita in realtà fosse un sogno? E quando dormiamo torniamo nella vita vera che cambia ogni volta? Puó sembrare una cosa stupida, ma facci caso. Ad un tratto della giornata senti il desiderio di dormire per riposarti. E se fosse desiderio di tornare a una vita dove puoi fare tutto quello che vuoi? Il sonno assomiglia alla morte. Quando moriremo forse ci troveremo in un mondo dove possiamo fare ciò che vogliamo ed essere felici." alzò il viso e i nostri occhi si incrociarono. Mi persi in tutte le sfumature del suo azzurro e del blu che mi avevano fatto innamorare, ancora e ancora. "Ma è proprio questo che mi spaventa, perchè se questo è un sogno che stò vivendo io ho trovato una felicità destinata a finire. Insomma questo discorso era solo per farti capire che non voglio sia un sogno. Voglio una vita dove ci sei tu e che non finisca. Senza di te io sono un ragazzo perso." le lacrime rigarono il mio viso. Non sapevo cosa dire. A volte un gesto vale più di tante parole, vero? Gli buttai le braccia attorno al collo e lo baciai. Non serviva dire nulla, sentii dal sorriso che gli si formò leggermente sulle labbra che aveva compreso ciò che pensavo e quello che volevo trasmettergli. Dal modo in cui lo strinsi a me quasi disperatamente credo avesse anche compreso quanto avessi biaogno di lui accanto e quando desiderassi come lui che non se ne andasse e che non finisse, perchè non lascerò mai che lui si perda, non lo lascerò mai più pensare che tutto questo sia un sogno, perchè i sogni a volte si infrangono. Io non permetterò che la cosa migliore che potesse capitarmi finisca.

She sleeps alone.||Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora