Capitolo 44.

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LUKE'S POV.

"Dove hai messo le mie mutande preferite Cal? Quelle con le tartarughe ninja?" Chiesi rovesciando tutti gli indumenti dei cassetti per trovarle.

"A chi devi mostrarle?" Jessica era appoggiata allo stipite della porta e mi guardava mangiando un toast.

"A nessuno, sono le mie mutande portafortuna, ho paura a salire sul palco senza"

"Porterai per sette giorni le stesse? Io non guardo che particolari indumenti porti sotto i tuoi dannati skinny jeans, ma non si sa mai" mi avvicinai a lei poggiandomi con un braccio al muro.

"Se volevi vederle bastava dirlo" le posai un bacio sulle labbra "sai benissimo che sono tuo. Tutto tuo" sorrisi ammirando le sue labbra leggermente inumidite dal mio bacio.

"Vediamo subito allora.." sollevò leggermente la mia maglia e il mio cuore inizió a battere più velocemente. Ogni volta che mi sfiorava, riusciva a farmi impazzire. Guardó in basso e lasció ricadere la maglia "scommettiamo che sono cosí intelligente da sapere dove sono le tue mutande portafortuna?" mi rivolse uno sguardo furbo. Io mi guardai attorno per poi capire, ma solo in un secondo momento, quando guardando l'indumento sotto i miei pantaloni che era portato leggermente piú alto mi accorsi che era ciò che stavo cercando e ce lo avevo avuto addosso tutto il tempo. Jessica scoppió a ridere.

"Piccolo Luke, sei proprio un amore!" disse accarezzando il mio viso leggermente tinto di rosso per la pessima figura.

"Cosa abbiamo qui?" Indicai la sua mano con il volto.

"Un toast, prosciutto e fotmaggio" disse addentandolo.

"Me ne offri un pezzetto?" Lei annuì e me lo portó al volto. Diedi un morso abbastanza grande e quasi lo finii.

"Sei proprio ingordo eh! Ora lo finisci" lo portó nuovamente alla mia bocca infilandovi il toast restante. La sollevai di peso e mi buttai sopra di lei sul letto mentre finivo l'ultimo boccone.

Eravamo lì, a guardarci negli occhi mentre i nostri respiri erano diventati irregolari e i nostri cuori battevano lo stesso tempo. Davo peso alle braccia posate ai lati del suo viso e il mio corpo stava accanto al suo esile. I suoi occhi fissavano i miei mentre ogni secondo rischiavo di dimenticarmi un movimento involontario come respirare perchè troppo concentrato nel verde acqua dei suoi occhi. Posai lo sguardo sulle sue rabbra rosee e carnose che erano leggermente aperte a causa del respiro affannato.

"Baciami" il suono uscí sussurrato dalle sue labbra mentre ne capivo la dolcezza e la necessità di quel contatto.

"È estenuante questo spazio tra noi. E non capisco come posso starti ancora così distante. Ma perdonami, mi sono perso nella tua bellezza così semplice da farmi tremare le gambe. Così fondamentale da togliermi il respiro. E cosí ammaliante che rimarrei ore ed ore a godermi ogni tuo singolo dettaglio" lei afferrò il mio viso tra le mani.

"Ti adoro mio dolce Pinguino" ruppì la distanza e unii le nostre labbra. In quel momento potevo giurare di aver sentito il mio cuore battere ancora più forte di prima, tanto da smuovere tutto il mio corpo. Lo sentivo ad ogni singolo battito impregnarsi di amore. Questa musica sconosciuta, composta di miei battiti uniti ai suoi, avevo imparato a conoscerla. Avevo imparato a cantarla, a sognarla e ad apprezzarla. Questa meravigliosa misica chiamata amore per lei. Ero consapevole che avrebbe potuto farmi male, l'amore distrugge. Ma anche il dolore è fatto per essere vissuto. E il sentimento che provavo era troppo immenso per essere represso.

JESSICA'S POV.

"Luke dobbiamo andareee!" Dissi alzandomi dal letto e tirandolo per la mano cercando di alzarlo anche minimamente, tutto invano.

She sleeps alone.||Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora