Capitolo 50.

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Il grande giorno sembra essere arrivato senza che neppure me ne sia accorta. Tra poche ore i miei piedi si muoveranno sul pavimento lucido, le luci saranno puntate sul mio corpo in movimento e il mio cuore cercherá di non frantumarsi ancora. Erano passati due anni, ma ancora non ne ero abituata. Quell'inconfondibile voce ogni volta che veniva trasmessa sembrava riuscisse a scuotermi l'anima. Come si può fuggire sempre? Come sono riuscita a non incontrare nulla di lui per tutto questo tempo? Video, trasmissioni, interviste e canzoni, come ho fatto a non cercarvi appiglio proprio come facevo anni prima? Lui era sempre stato la mia ancora. O forse quella parte la stavo incalzando perfettamente io. Ero abituata ad aiutare gli altri, ad affiancarli e a sostenerli. E lo facevo mentre sprofondavo sempre piú in basso, trasportata dal peso delle mie paure. Agonie che non ero mai riuscita ad affrontare e che porto sulle spalle con me nel mio tragitto verso il fondo. E quando finalmente toccherò in basso, non mi rimarrá altro da fare se non lasciarmi colpire dalla corrente, che però non mi sposterá. Avrò trovato il mio punto fisso tra la sabbia dei sogni infranti e lì rimarrò, dimenticata con metri di acqua sopra di me pronti ad affogarmi se solo accenno un movimento. Perché io non sono un'ancora di quelle che poi fai risalire. Io sono quella che si stacca e rimane nel suo abisso. Sarò solo un altro oggetto smarrito che nessuno avrá il coraggio di cercare in una profonditá così grande. E che farò? Guarderò la vita passarmi avanti in superficie senza poterla toccare, come quando allunghi un braccio verso il cielo credendo di non poterlo toccare. Ma sin da piccoli, quando iniziamo a disegnare e a colorare, ci insegnano che il cielo arriva sino a terra.

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Vi rubo un attimo dal proseguimento del capitolo. Volevo solo informarvi che ora cambio stile di scrittura per descrivere meglio i punti di vista di tutti i personaggi senza cambiare Pov continuamente, andrebbe a finire che non ci capite nulla. Spero che quello che stò per scrivere vi piaccia. Non uccidetemi alla fine del capitolo eh. Buona lettura.♥
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Jess entra nel camerino chiudendo alle sue spalle la porta bianca sulla quale c'è un cartellino rosa dove compare una scritta ordinata, 'ospite'. Inizia a camminare verso il piccolo appendiabiti spoglio dove vi sta attaccato solo un piccolo vestito blu. Lei personalmente lo aveva scelto alcune settimane prima, quando ancora quel colore tenebroso non era tornato a occuparle la mente, a farla fremere per l'intensitá delle sue sfumafure. Lo scopre dalla plastica trasparente che lo proteggeva, sorreggendolo in alto con un braccio e ammirandolo nella sua semplicitá. Ama vestirsi di colori scuri che sappiano risaltare i suoi occhi azzurri e che non la facciano apparire troppo allo sgardo critico delle persone. Sfila gli abiti sportivi che indossava fino a quel momento per poi infilare a partire dalle gambe l'indumento leggero e soffice al tatto. Chiude la cerniera laterale nel corpetto stretto e con scollatura a cuore. Si passa lentamente le dita tra le linee sobrie del corsetto alzando un pó la scollatura a cuore sostenuta da due semplici spalline. Sistema delicatamente la gonna semi-trasparente di color blu più intenso rispetto a quello della parte superiore dell'abito. Il tessuto in tulle parte da mezza vita ed è svasato, più corto davanti e più lungo dietro, terminando all'incirca alle ginocchia fragili che in quel momento non riusciva più a percepire guardandosi allo specchio. Le occhiaie di una notte trascorsa in bianco le segnano il viso candido. Si siede sulla sedia di plastica bianca girevole che sta davanti il suo riflesso contornato da tante lucine mentre le illuminano il viso. Cerca cosí di coprire i segni delle sue paure e delle insicurezze che da anni porta dentro con il fondotinta e il correttore. Il blu violastro delle occhiaie sparisce appena sotto lo strato colorato, ma la mancanza del sorriso che le è sparito da giorni rende tutto più cupo. Con il pennellino traccia sulle palpebre l'eyeliner terminando in una punta verso l'alto davvero ben fatta. Ma si sa, il risultato non appare mai uguale nell'altro occhio, non si riesce mai a fare due cose uguali. Un velo di rosso leggero sulle guance per avere un aspetto meno pallido e serio. Sulle labbra del semplice lucido. Fissa la sua figura, come ogni volta insoddisfatta di ciò che vede. Fissa così profondamente i suoi occhi da sembrare in procinto di cercare qualcosa. Qualcosa che ormai non c'era più. Quella scintilla di felicità nei suoi occhi che è stata dimenticata nell'azzurro più puro che avesse mai conosiuto. Quel colore cielo che l'aveva scossa fino al midollo, che l'aveva fatta quasi affogare. O forse era successo davvero, solo che non se ne era accorta perchè era bloccata in una via intermedia tra vita e morte, un limbo di paure impenetrabili e inaffrontabili in solitudine.

She sleeps alone.||Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora