35. HEATHER HA 47 ANNI

678 50 29
                                    

Uscì dalla doccia avvolta in una nuvola di vapore e rabbrividì al contatto con l'aria fresca. Si avvolse subito un asciugamano intorno al corpo e strizzò i capelli in un turbante, frizionandosi le braccia con un'altra salvietta più piccola.

Aprì subito la porta del bagno perché il vapore uscisse. Era da sola in casa, nessuno l'avrebbe vista dimenarsi mezza nuda. Becca era uscita senza dirle di preciso dove andava, menzionando alcuni vaghi amici di scuola. Prima non le aveva mai parlato di altri amici; prima c'era solo Drew. Ma il fatto che ora andasse dietro a quella sciocca di Destinee doveva averla ferita mortalmente. Heather poteva capirla. I maschi sanno essere degli idioti senza cervello. O meglio, il cervello ce l'hanno, ma localizzato in una diversa parte anatomica.

Andò in salotto a controllare il grande orologio a cucù appeso al muro. Era un pezzo di antiquariato che si era portata dall'Irlanda, ricordo dei suoi nonni adorati. Becca lo detestava; una volta da ragazzina aveva cercato di strappare via l'usignolo che cinguettava allo scoccare del mezzogiorno.

Presa da una certa ansia, le mandò un messaggio: "Tutto okay? Dove sei? Quando pensi di tornare?"

Non le aveva detto che avrebbe invitato Richard a cena, non c'era stato il tempo. Becca le aveva annunciato che usciva e lei aveva elaborato in fretta una soluzione per non passare da sola quel venerdì sera. Ultimamente non riusciva più a stare da sola. Fortunatamente alla casa editrice c'era sempre un gran via vai, quando era in auto teneva la radio accesa e quando mangiava senza Becca aveva preso l'abitudine di guardare la tv. Non che le interessasse quello che trasmettevano, ma voleva sentire rumori di vita e normalità intorno a sé.

Il silenzio di notte la inquietava, spesso si metteva gli auricolari e ascoltava della musica. Ormai dormiva poco e male e faceva incubi spaventosi. L'ultimo risaliva alla notte precedente. Correva in una strada buia e deserta, circondata da due profondi fossati. Era terrorizzata, scappava da qualcosa, ne percepiva l'oscura presenza intorno a sé, ma non riusciva ad individuarlo. Poi due fari si accendevano all'improvviso davanti a lei, troppo vicini. Invece di fermarsi, Heather ci balzava contro, sperando di passare sopra il cofano. L'impatto e il dolore la facevano risvegliare, con la certezza di essere morta.

Spesso si svegliava gemendo, il viso bagnato di lacrime, la pelle accapponata. Allora non c'era verso di riaddormentarsi. Andava in cucina a prepararsi un tè e lo beveva davanti alla tv accesa. A volte andava in camera di Becca, solo per guardarla dormire tranquilla, ma una notte la ragazzina si svegliò all'improvviso e lanciò un urlo nel vederla lì sulla soglia aperta. La riempì di insulti spaventati e Heather non tornò più, vergognosa.

Fortunatamente quella sera Richard era libero e aveva deciso di andare a prendere del cibo da asporto e di mangiarlo davanti alla tv, come due ragazzini. Heather lo aveva trovato irresistibile come progetto, soprattutto dopo una lunga giornata di lavoro.

Becca non rispondeva al messaggio, ma Heather cercò di non agitarsi. Era sempre stata uno spirito libero, come lei; nemmeno Heather da ragazza stava tanto appresso ai suoi genitori, era volata via dal nido appena ne era stata in grado e loro l'avevano lasciata andare, perché la conoscevano, sapevano che era responsabile, non era una scapestrata. Ma lei poteva dire lo stesso di Becca? Ora che aveva rotto con Drew non la riconosceva più. Era sempre chiusa in camera, musona, silenziosa. Heather non era riuscita a ricreare quell'atmosfera di intimità che le aveva legate la settimana prima. Non sapeva come abbattere quel muro di ostilità e circospezione e preferiva lasciar perdere.

Attaccò il phon alla presa e rimosse l'asciugamano. Aveva quasi finito di asciugarsi i capelli quando la corrente saltò.

Imprecò tra i denti, abbandonando il phon sul divano e tastando le pareti alla cieca. Dove aveva lasciato il cellulare?

GenerationsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora