10. HEATHER HA 46 ANNI

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Si sentiva sempre a disagio a stare da sola con Robert Clive. Non avevano assolutamente nulla in comune, se non la scarsa voglia di conversare di cose futili. Lui era un avvocato, lei un'editrice. Di cosa avrebbero mai potuto parlare?

Grazie a Dio con loro c'era anche Jamison, così almeno Robert avrebbe potuto dare retta a lui. Erano passati già cinque minuti, e lei si chiedeva quando la comitiva sarebbe uscita dalla casa degli orrori, quando si sentì chiamare. Si voltò ritrovandosi dinanzi Richard Thompson, il professore di inglese di Rebecca.

Un sorriso, cosa rara per lei, le distese le labbra sottili. «Signor Thompson, che piacere vederla. Anche lei qui con la famiglia?»

Richard Thompson era un uomo di mezza età, con i capelli già bianchissimi che facevano da contrasto con le sopracciglia scure, occhi marroni con delle leggere rughe di espressione ai lati, labbra morbide e un mento perfettamente liscio, senza quelle sgradevoli ombre lasciate dalla barba di chi non è capace di radersi.

«Signora Blake, salve» la salutò lui con un sorriso cordiale. «Sto solo vagabondando, in realtà. Abito lassù» le indicò un palazzo poco distante, «e il chiasso mi impedisce di fare altro.»

«Non dev'essere piacevole.»

«Mi avvertirono di questo inconveniente quando mi mostrarono la casa, ma ammetto di avere sottovalutato la portata di questa fiera. Hope Mills non è Central Park, ma si dà da fare ugualmente. Lei è qui con Rebecca?»

«Sì, è lì dentro ora.»

«Una ragazza portentosa» annuì il professore. «Sono soddisfatto di questo suo anno scolastico. Ha dato davvero il meglio di sé. Altri professori si lamentano dei suoi voti e del suo comportamento, ma con me ha sempre avuto atteggiamenti esemplari.»

«Le piace molto il suo modo di insegnare, e questo le fa amare la materia.»

Lui si portò una mano al cuore, conquistato. «È il miglior complimento che qualcuno potesse farmi.»

Heather sorrise. Le veniva naturale con Thompson. Era un vero gentleman, molto vecchia scuola, compìto, elegante, cortese, sempre sorridente. Lo aveva incontrato altre due volte in precedenza, ai colloqui dei professori, e le aveva fatto una buona impressione. Aveva anche notato che le prime volte portava la fede, ma non quella sera.

«Perché non si unisce a noi?» domandò senza pensarci. Non era da lei conversare così con dei semi sconosciuti, ma Thompson era diverso. Non si inseriva in nessuno schema. E le sarebbe piaciuto conoscerlo meglio, anche se non avrebbe saputo dire per quale motivo. «Sono certa che a Rebecca farà piacere.»

«Pochi alunni sopporterebbero di vedere i loro insegnanti fuori dalle pareti scolastiche, ma so che Rebecca non dà peso a certe cose. Comunque stavo pensando di rincasare. Si è fatto tardi per le mie vecchie ossa.»

«Andiamo. Lei è molto giovanile.»

Lui inclinò la testa di lato, gli occhi brillanti. «Sta flirtando con me, signora Blake?»

Lei rimase stupefatta da quella domanda, e rispose d'impulso: «Buon Dio, no!» E aggiunse, con una risatina di gola: «Non mi ricordo neanche come si fa.»

«La prendo in giro» sorrise lui. «Allora buon proseguimento.»

«Grazie, anche a lei.»

Thompson si allontanò, e in quel momento arrivò il gruppo.

«Era il mio prof, quello?» le chiese subito Becca.

«Sì.»

«Cosa voleva?»

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