46. ALICE HA 45 ANNI

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Alice aveva scoperto che l'unica differenza tra l'essere sposati e non esserlo più era che si avevano meno abiti da lavare.

Per il resto non era cambiato niente. Bobby continuava a fare parte della sua vita. Il giudice gli aveva dato il diritto di stare con Jamison un giorno a settimana, anche la notte se il ragazzino lo avesse voluto. Ma era Bobby a non volerlo. Doveva andare a lavoro la mattina presto e non aveva il tempo di svegliarlo e preparargli la colazione e controllare che avesse messo tutti i libri nello zaino – Bobby non si rendeva conto che a breve suo figlio avrebbe compiuto quattordici anni ed era in grado di prepararsi un toast al formaggio per colazione e di badare ai propri affari senza l'interferenza di un genitore...

I due si limitavano a passare insieme la domenica pomeriggio, quando Bobby non era impegnato in un processo, ovviamente; in quel caso al massimo passava a fargli un saluto e dopo quattro chiacchiere veloci correva in ufficio.

Jamison era rimasto sconvolto dalla notizia. Glielo avevano comunicato insieme, seduti attorno al tavolo. Così Alice aveva letto in Internet che bisognava fare, per traumatizzare il bambino il meno possibile. Quando Jam aveva chiesto perché, Bobby aveva risposto che non si amavano più come una volta. Alice lo aveva fissato con durezza sopra la testa del figlio. Era una palla colossale. Non era per quello che lei si era finalmente decisa a divorziare. Sapere che suo marito era andato con delle sgualdrine d'alto borgo, come aveva infine ammesso, l'aveva disgustata così profondamente che non era stata più capace di guardarlo negli occhi o di stargli vicino. Anche allora, a due sedie di distanza, la sua sola presenza le suscitava ribrezzo.

Per Jamison, si era sforzata di continuare a parlargli di persona e non tramite avvocati, che si occupavano solo delle questioni legali. All'inizio Bobby non aveva voluto ammettere di fronte a quegli estranei di avere tradito la moglie; poi aveva accusato lei di avere fatto lo stesso; allora Alice aveva annunciato che Bobby da anni non voleva più fare l'amore con lei. A quel punto Bobby era ammutolito, rosso in faccia.

Alice aveva vinto la causa e Bobby avrebbe dovuto risarcirla dei danni causati. Jamison avrebbe ricevuto un assegno mensile di mantenimento fino a quando non avesse raggiunto l'indipendenza economica. Quell'assegno sarebbe servito a pagare l'iscrizione alla prestigiosa scuola privata cui Alice lo avrebbe iscritto a settembre, in accordo con Bobby. Jam pareva intenzionato a seguire le orme del padre e Alice ne era un po' intimorita. L'avvocatura lo portava via da lei, mettendolo al fianco di Bobby. Ma se Jam pensava che quella fosse la sua strada, lei non lo avrebbe di certo fermato.

La notizia del divorzio aveva raggiunto le orecchie di tutta Hope Mills. Alease lo aveva saputo dalla farmacista ancora prima che da lei, ed era corsa trafelata alla sua porta per saperne di più. Era rimasta a bocca aperta per tutta la durata del racconto di Alice. Lei aveva dipinto Bobby come uno stronzo che se la faceva con le puttane mentre diceva di avere tempo solo per il lavoro.

Non riusciva ancora a credere di averlo perso perché preferiva altre donne a lei. Si era sempre considerata una femmina piacente, sensuale, attraente. L'avventura con Pete lo dimostrava. Non lo avrebbe mai rimorchiato se fosse stata più brutta o se avesse avuto un corpo cadente e segnato dall'età. Lo prendeva come un fallimento personale, ma l'istante dopo inveiva contro Bobby e le sue menzogne.

"Sono impotente, sto lavorando, ma intanto me la faccio con le troie e tu per anni non sei riuscita a capire niente!". Questo gli vedeva frullare nella testa ogni volta che era costretta ad incontrarlo. Allora la rabbia la sopraffaceva e aveva il desiderio di scagliarglisi contro, fargli una scenata, riempirlo di pugni. Forse così avrebbe rotto la sua gelida compostezza.

Era diventata una donna amara dopo il divorzio, anche se davanti a tutti sorrideva e fingeva di trovare la situazione meravigliosa.

«Ho moltissimo tempo per me, ora» diceva ad Alease. «Non devo più perdere ore a stirargli quelle dannate camicie e posso accendere lo stereo a manetta quando sono a casa senza preoccuparmi di non disturbarlo perché lavora nello studio.»

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