Bollino rosso.
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«Non ho mai raccontato a nessuno cosa accadde quel giorno.»
La voce di Alease risuonava nel silenzio più totale. Anche le cicale avevano smesso di frinire fuori dalla finestra
«Nessuno mi avrebbe creduto. Padre Josh era rispettato in tutto il paese. Era gentile coi bambini, simpatico, non uno di quei preti tutti chiusi in sé stessi che fanno prediche apocalittiche. Era un uomo come tanti, con cui potevi ridere e bere un bicchiere di vino all'osteria. E io ero solo una ragazzina impertinente che faceva la gatta morta col maestro di canto.»
Curt non aveva pronunciato una sola parola per tutta la durata del racconto, ma si era irrigidito sempre più, fino a somigliare ad una statua di marmo gelido. Ora disse: «Io ti avrei creduto come ti credo ora.»
Alease si commosse, sapeva che diceva il vero. Quello sconosciuto le stava entrando nel cuore più di quanto si sarebbe aspettata, anche se aveva saputo fin dal primo sguardo che si era creato un legame tra loro, quando aveva sentito quel languore nella pancia che alcuni chiamano "farfalle".
«È ancora vivo?»
«Non lo so. Non ho sue notizie da quando sono fuggita.» Si sistemò i capelli dietro le orecchie. «Mi dispiace se ho avuto quella reazione...»
«Ti ho detto che non devi scusarti» disse Curt in tono ruvido. «Quello che ti è successo è inconcepibile.» Sembrava infuriato. Alease temeva che avrebbe distrutto qualcosa.
Gli toccò una gamba. «Ma ne è venuto qualcosa di bello. Drew è l'amore della mia vita. Non so cosa farei senza di lui.»
«È il frutto di una violenza! Come hai fatto a non sbarazzartene?»
«Lui non aveva colpa.»
Curt si alzò per camminare avanti e indietro, le braccia incrociate al petto. Si era rimesso i boxer e Alease ammirò la sua figura perfetta e le sue lunghe gambe magre.
«Immagino tu non gli abbia raccontato questa storia.»
«Come potrei? Mi vergognerei troppo.»
«Tu sei la vittima, qui, Alease. Perché cazzo dovresti vergognarti?»
Alease fu scossa dal suo tono duro. Sembrava quasi ce l'avesse con lei, anche se era proprio l'opposto. Era arrabbiato per quello che le era successo, ma le dispiaceva sentirlo parlare così. Di nuovo le lacrime le punsero gli occhi. «Non puoi capire.» Si alzò in piedi, tremando, e andò in cerca della sua borsa. «È meglio se torno a casa.»
«Non ti lascio da sola in questo stato.»
«Sto bene.»
«Allora fai meglio a guardarti allo specchio.» Curt la raggiunse e l'afferrò per le spalle, scrutandola come per leggerle dentro. Alla fine scosse la testa, ammorbidendo la voce. «Non era previsto tutto questo. Pensavo ci saremmo divertiti un po' e poi ti avrei riportata a casa. Ma ora voglio che resti. Dormi con me. Non faremo altro.»
Il cuore di Alease si allargò, come incapace di assorbire tutto quell'affetto. I suoi occhi si incastrarono in quegli splendidi laghi gelati. «Io voglio fare altro» sussurrò. «Voglio che mi aiuti a superarla.»
Si fece più vicina a lui. Per un attimo temette che l'avrebbe rifiutata, magari per il suo bene. Invece le mise le mani sulla schiena e la trasse a sé, avviluppandola in un bacio appassionato che quasi le risucchiò l'anima. Tracciò un sentiero di baci lungo il suo collo. Poi la prese per mano e la condusse di sopra, in camera da letto. Alease non era più nervosa come prima; aspettava eccitata il momento. Gli accarezzava le spalle nude, i pettorali scolpiti, gli addominali appena accennati. Le sue dita si insinuarono sotto l'elastico dei boxer, sfiorando la linea di peli che scendeva sempre più giù.
Curt le prese il volto tra le mani, baciandola ancora. Quindi afferrò le spalline dell'abito azzurro e glielo fece scivolare di dosso. Alease era un po' imbarazzata di mostrarsi a seno nudo. Non era più una ragazzina, e il parto le aveva lasciato smagliature ben poco attraenti. Ma Curt le accarezzò i seni, delicatamente, titillando i capezzoli coi pollici. Alease sospirò, chiudendo gli occhi e aderendo di più a lui. Così sentì l'erezione premere contro il suo stomaco e ne fu eccitata. Era lei a fargli questo!
Curiosa, vi passò sopra una mano, percorrendo la lunga asta e accarezzando i testicoli. Curt le mordicchiò il collo, facendole venire la pelle d'oca. Quindi le passò una mano lungo la schiena, fino a stringerle una natica. Iniziò ad accarezzarla lì, tastando la sua apertura umida e pronta. Vi infilò un polpastrello e Alease si alzò sulle punte per averne di più.
Curt la prese in braccio senza sforzo e la depose sul letto, sdraiandosi su di lei senza smettere di baciarla. Alease afferrò il cotone dei boxer e lo tirò in basso, liberando l'enorme erezione. Stavolta non ne fu impressionata, bensì eccitata. Lo afferrò, e Curt fremette, premendole le labbra sulla gola. Alease tirò giù la pelle, scoprendo il glande umido e vellutato. Vi passò sopra le dita, godendo nel sentire Curt ansimare leggermente. La mano di lui tornò in mezzo alle sue gambe. Le infilò dentro due dita, muovendole veloce. Alease strabuzzò gli occhi per l'ondata di piacere che le causò. Si sentiva già sul punto di scoppiare, ma Curt si fermò e la rivoltò a pancia in giù. Alease sentì la punta del pene premere sulla sua apertura e farsi strada pian piano. Provò un attimo di dolore bruciante, ma quando iniziò a muoversi svanì.
Curt si fermò quasi subito, mormorandole all'orecchio: «Non ti farò nulla che tu non vorrai.»
«Ti prego» gemette lei, spingendo il bacino indietro. La mossa fece penetrare il membro dell'uomo ancora più in profondità, toccandole il punto più sensibile. «Oh!» ansimò, per la sorpresa e l'eccitazione.
«Fallo ancora, Alease.»
Alease ubbidì e di nuovo una scossa di piacere la fece sudare e ansimare. Iniziò a prendere il ritmo, mentre Curt si reggeva sulle braccia e stava fermo, respirando a fondo. Alease continuò a spingere il sedere contro il suo inguine, sentendo il pene strusciarsi contro le pareti bollenti e arrivare al punto giusto.
Poi Curt si mosse, facendole vedere le stelle. Soffocò un grido nel cuscino, mentre Curt continuava a muoversi sempre più veloce e tra le sue gambe si formava un lago. Pianse a singhiozzo per il piacere devastante, e poco dopo Curt si scaricò dentro di lei, crollando sulla sua schiena. Alease gli carezzò i capelli, sentendolo ansimare sul suo collo. In quel momento si sentiva in pace.
«Merda» imprecò Curt. «Non sono riuscito a tenermi. Prendi la pillola?»
«No, ma non potrò avere altri figli» rispose lei con tristezza.
Curt uscì da lei e si sdraiò al suo fianco. Alease lo guardò con gli occhi lucidi. Curt ricambiò, e la solita scarica elettrica passò tra i loro sguardi. Lui la trasse a sé, baciandola sulle labbra. Alease ricambiò con tutta se stessa, al settimo cielo.
Quindi Curt si ritrasse, carezzandole il viso. «Lo sentivo che eri fatta per me.»
Alease si illuminò, scoppiando di felicità. «Dimmi che ci rivedremo.»
«Non ti perderò più di vista, Alease.» Curt la guardò con aria febbrile. «E tu promettimi che non fuggirai da me. Se sentirai cattive cose sul mio conto, affrontami, non scappare. Non ti farò mai del male, Alease.»
Ad Alease parve un discorso alquanto strano, ma quell'ultima assicurazione le fece scendere una lacrima lungo la guancia.
Curt la raccolse. «Queste non cadranno mai per causa mia.»
Alease lo abbracciò stretto. Ormai era chiaro. Si era innamorata.

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Generations
ChickLitA FEBBRAIO 2019 IN CARTACEO ED E-BOOK in collaborazione con BRÈ EDIZIONI! Primo romanzo della serie "Generations". Alease ha solo sedici anni quando la sua vita viene sconvolta da una gravidanza indesiderata. Scappata da genitori troppo bigotti per...