«Heather, sveglia, svegliati!»
Heather aprì di scatto gli occhi. Aveva il respiro affannoso e il cuore in gola. Con la mano stringeva qualcosa di morbido. Guardò. Era un braccio in cui stava conficcando le unghie.
Lasciò subito la presa, tirandosi su a sedere. Si calmò pian piano, premendosi una mano sul petto ansante. Stava uscendo dall'incubo e tornava alla realtà. Solo che quell'incubo era la realtà. Era il ricordo di quello che era successo. Ma il fatto di essere in una stanza da letto e non in quella strada stretta e senza lampioni la tranquillizzò. Il passato era passato, in quella camera c'era il suo presente.
Richard aveva acceso l'abat-jour sul comò e la guardava preoccupato, carezzandole lievemente la schiena coperta dalla canottiera di seta. Heather quasi si appisolò di nuovo. Richard era capace di coccolarla per ore intere; le carezzava il viso, le spalle, i fianchi, e lei sospirava di piacere e si abbandonava a quella dolcezza mai sperimentata con nessuno dei suoi mariti.
«Va tutto bene. Hai avuto un incubo» disse Richard, con la sua dolce voce.
Heather fece per scendere dal letto.
«Dove vai?»
«Acqua...»
«Te lo porto io.» Richard uscì sollecito, tornando poco dopo con un bicchiere d'acqua fresca. Non aveva il condizionatore e in camera faceva molto caldo. Heather era tutta sudata, ma era anche colpa del sogno.
Iniziava a ricordare dei frammenti. Le sue amiche che cantavano a squarciagola "We are the champions", il fossato, i due fari luminosi puntati su di loro...
Heather bevve. Il vetro tintinnò sui denti a causa del tremore della sua mano.
Richard le carezzò il braccio. «Dev'essere stato spaventoso per sconvolgerti così.»
Heather ricordò il corpo riverso sul volante che suonava il clacson. Rabbrividì, serrando gli occhi. Non voleva ricordare, voleva dimenticare, voleva bere e sprofondare nell'oblio.
«È sempre lo stesso incubo» rispose con voce rauca.
«Me lo vuoi raccontare?»
Lei scosse la testa. Non avrebbe mai potuto rivelargli quello che aveva fatto. Richard non le avrebbe più rivolto la parola e lei non l'avrebbe sopportato. Si frequentavano dall'inizio delle vacanze estive e andavano a letto insieme da un mese. Heather pensava di avere trovato l'uomo perfetto, sensibile, divertente, ottimo ai fornelli, con un buon lavoro e che adorava sua figlia. Ovviamente Becca non sapeva nulla di quella storia e Heather avrebbe voluto non dirglielo mai. Non osava immaginare come avrebbe reagito. Erano passati anni da quando Heather aveva divorziato per l'ultima volta e Becca pensava di certo che sua madre non ci sarebbe ricascata, portando l'ennesimo uomo in casa. Per di più il suo professore di inglese!
Così per ora era Heather ad escogitare modi per incontrare l'amante di nascosto. Quella era la prima volta che dormivano insieme - Becca era a un pigiama party - e ora Heather temeva che Richard pensasse di essersi portato a letto una squilibrata.
Invece lui non la pressò per sapere cos'aveva sognato. «Va bene. Torniamo a letto?»
Lei gli si accoccolò vicino come una ragazzina, seppellendo il naso nella sua spalla. Ben presto si riaddormentò, con la sensazione delle dita di Richard che le sfioravano il volto.
...
La mattina dopo entrò in cucina già truccata, pettinata e vestita. Non osava farsi vedere da Richard "al naturale". Si avvicinava ai cinquant'anni, la sua pelle iniziava ad essere secca e le rughe aumentavano ogni giorno di più.
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Generations
ChickLitA FEBBRAIO 2019 IN CARTACEO ED E-BOOK in collaborazione con BRÈ EDIZIONI! Primo romanzo della serie "Generations". Alease ha solo sedici anni quando la sua vita viene sconvolta da una gravidanza indesiderata. Scappata da genitori troppo bigotti per...