55. BECCA HA 15 ANNI (PT 1)

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«Dove hai detto che ti porta?» le chiese Joy, continuando a mangiare noccioline sul suo letto. Aveva appoggiato i piedini sulla parete e la guardava con la testa ribaltata mentre Becca contemplava il suo ridotto armadio.

Qualche giorno prima Joy l'aveva convinta a fare shopping, facendole comprare un mucchio di roba che Becca non sapeva quando avrebbe indossato. Si sentiva a disagio coi leggins e i jeans attillati, e ancor più coi pantaloncini che le lasciavano scoperte le cosce, ma Joy diceva che stava benissimo, che aveva delle belle gambe e sarebbe stato un delitto non mostrarle.

«Al cinema a vedere non-so-cosa» rispose in un borbottio. «Spero non qualche stronzata romantica. Ho voglia di un bell'horror.»

«Fammelo rivedere.» Becca le lanciò il telefono, che Joy sbloccò - era l'unica persona al mondo a conoscere il suo pin - e iniziò a cercare in Facebook. «Non ha tanto la faccia da horror» commentò dopo un po'. «Scrive robe spaziali, giusto? Ti porterà a vedere l'ultimo film di Star Wars.»

«Bleah.»

Joy le tirò dietro un cuscino, colpendola alla schiena. «C'è chi ucciderebbe per avere un biglietto gratis per un film di Star Wars!»

Becca le rilanciò il cuscino con più forza, beccandola dritta in faccia e facendola scoppiare in una delle sue ridarelle. «E chi ti dice che lo farò pagare per me?»

Joy si mise a gambe incrociate, poggiando i gomiti sulle ginocchia e continuando a divorare noccioline. «È l'unica cofa pofitiva dell'effere donne: abbiamo il ciclo e le gravidanfe e ci dobbiamo depilare le affelle, ma neffuno fi afpetta che paghiamo ad un appuntamento.»

«Permettere a un maschio di pagare per me sarebbe come ammettere di essere inferiore.»

Joy prese un pacchetto di sigarette. «Ti fai troppi problemi, Becky.»

«Se fumi ti uccido» avvertì Becca, minacciosa. Mr T non voleva che si fumasse in casa.

Joy alzò gli occhi al cielo, riponendo lentamente la cicca come se temesse di far esplodere una bomba.

Becca infine scelse i capi predestinati. Una canottiera in velo accollata coi bottoncini, semi-trasparente sulla schiena, e una maglietta grigioperla aderente con una discreta scollatura. «Quale?»

Joy le scrutò con una smorfia, poi guardò i jeans al ginocchio che Becca aveva già prescelto. «Un bel vestito no?»

«Per andare al cinema?»

«Però al trucco lascia che ci pensi io» sospirò l'amica.

«Basta che non ci metti due ore.»

«Il necessario.»

Mentre Becca indossava i jeans e la canottiera, Joy chiese: «Com'è che te l'ha chiesto?»

«"Hai voglia di vedere un film insieme?"»

«Non ha aggiunto altro?»

«Forse qualche faccina.»

«Sei pessima nell'interpretare i maschi.»

Senza neanche chiederglielo, riprese il suo cellulare e iniziò a spiare. Becca non aveva problemi a lasciarle invadere la sua privacy. Conosceva Joy da un mese e mezzo ma erano bastati cinque minuti per capire quanto fosse straordinaria. Era un metro e cinquanta di puro fuoco. Diceva tutto quello che le passava per la testa e sembrava perennemente ubriaca, con quegli occhioni sempre sgranati in cui la pupilla era un tutt'uno con l'iride. Aveva un viso dolcissimo, da bambina, anche se aveva un anno più di Becca, e i capelli lisci come seta che curava ogni giorno con balsami profumati.

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