Cap 27

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Sarah tornò indietro coi ricordi, a quelle serate passate a ridere e scherzare con Daniel, fino a che nella sua mente non si formò vivida l'immagine di quando lui aveva distrutto la loro storia, senza darle voce in capitolo... O per dirla tutta, lei non aveva nemmeno provato a fermarlo, perché che senso aveva farlo rimanere se lui non voleva? Il dolore era stato talmente tanto che era letteralmente scappata a Los Angeles appena l’occasione le si era presentata davanti. Odiava fuggire dagli ostacoli e dai problemi, ma doveva staccare per ragionare a mente più lucida. E poi lui aveva osato ripresentarsi a lei, baciandola con prepotenza e come se nulla fosse successo, ma a lei era bastato per capire che, forse, loro non avevano chiuso del tutto. “Mi sento un po’ confusa, al momento. Non so come risponderti o se esiste una risposta corretta...” Sarah sospirò, mordicchiandosi il labbro inferiore, e ripensò a Nick. “Non voglio ferire Anderson, non voglio ferire nessuno dei due, in realtà.” Abbassò la testa, fissandosi attentamente le punte delle scarpe, e il silenzio fece da padrone per qualche secondo. “E tu? Provi ancora qualcosa per Mark?”

Laura sollevò lo sguardo verso le stelle e parlò sicura della sua risposta, nonostante capisse alla perfezione lo stato d’animo di Sarah. “Mentirei se ti dicessi di no, cara amica mia! Ammetto che la sua presenza è un misto tra l’inquietante e l’eccitazione di essere ancora sua... Quando mi sono trovata da sola con lui, avevo voglia di baciarlo... Ma poi ho ripensato a ciò che mi ha fatto e... Dylan ha saputo proteggermi... Come Nick a te, loro ci tengono a noi e sono certa che possono essere quelli giusti!”

“Credevo che fosse impossibile, sai?” Sarah si alzò e fece mezzo giro su se stessa per essere di fronte alla scrittrice, portando le mani dietro la schiena e sorridendo. “Che non si potessero amare due persone contemporaneamente, ma a quanto pare mi sbagliavo di grosso.” Le sorrise ed allungò un braccio nella sua direzione per tornare dentro al locale.

“So esattamente come ti senti, Sarah. Nessuno più di me può capirti in questo momento.” Le afferrò la mano e rientrarono.

Chloe era rimasta in disparte contro al muro, chiedendosi per quale assurdo motivo il proprio locale fosse stato preso di mira come location per quegli omicidi. Aveva la testa abbassata, per questo non si accorse di Justin, il quale le si era avvicinato con la scusa di conoscerla ancora meglio.

“Ehi Chloe, ti ricordi di me, vero?”

Lei lo guardò, mettendolo un po’ a disagio con quegli occhi a suo parere davvero bellissimi. “Sì, eri insieme a Dustin, se non sbaglio. Justin, vero? Ti chiami così?” Decise di prenderlo un po’ in giro: era ovvio che si ricordasse di lui, dato che erano saliti insieme sugli autoscontro al luna-park.

“Esatto!” Esclamò lui contento e lei non poté fare a meno di sorridere per quella sua reazione. “Ascolta, volevo chiederti una cosa.”

Chloe s’irrigidì nel sentire quelle parole. “Che genere di quesito vuoi pormi?”

Si scostò dei ciuffetti biondi dalla fronte, nervoso. “Beh, ecco… So che può essere frustrante che il tuo locale sia posto sempre sotto sequestro, per questo volevo dirti che se vuoi sfogarti, io ci sono!”

“Ti ringrazio, Justin. Apprezzo davvero la tua offerta, ma… Esco da una storia complicata e contorta. Le belle parole non mi fanno più effetto, se non hanno fondamenta stabili o non sono accompagnate da fatti evidenti.”

Lui strinse i pugni nel vederla con lo sguardo perso nel vuoto e li allentò non appena lei ritornò a fissarlo con un sorrisetto che la diceva lunga. “Potresti mettermi per lo meno alla prova! Io non mollo di certo e, per tua informazione, sono abbastanza maturo da poter sostenere una discussione importante.” Affermò con decisione. “Per cui… Che ne diresti di affrontare questo argomento domani? Magari davanti ad un caffè.” Propose alla fine.

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