35 Cap

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È trascorsa un’altra settimana: ci sono stati due nuovi casi ricollegabili all’indagine già in corso sul serial killer e tutte le ragazze sono state sorvegliate da agenti in borghese per evitare fossero prese di mira. Mark e Daniel hanno tenuto le distanze, soprattutto dopo la comparsa di Derek Walsh con cui Mark non ha un buon rapporto, considerato che sono acerrimi rivali per la conquista delle classifiche musicali. Laura ha cercato in tutti i modi di evitare Derek dopo l’accaduto di qualche giorno prima e Sarah le è sempre stata incollata come fosse la sua ombra per non lasciarla sola con nessun ragazzo. Omar e Scarlett, oltre a passare notti di fuoco fra loro, hanno portato avanti il loro piano ed altre due innocenti ragazze hanno perso la vita per quello, un monito a restare zitte per la scrittrice e la traduttrice. Naomi e Manuel sono usciti allo scoperto ed hanno annunciato la gravidanza della ragazza, festeggiando in compagnia del solito gruppo. Justin è sembrato riuscire a fare sempre più breccia tra le difese di Chloe, nonostante a volte la loro relazione pareva fare marcia indietro. E Nick e Dylan...
Erano stati in ogni gioielleria di Los Angeles, impegnati nelle ricerca dei due anelli da poter regalare alle fidanzate, magari evitando di fare una proposta in pubblico così da non dover fingere ulteriormente. Speravano di potersela cavare nel proprio appartamento, dove avrebbero poi spiegato il motivo di tale regalo alle ragazze, sperando di non beccarsi una o due sberle per l’eccessiva finzione. Un conto era recitare di stare insieme e un altro fingere di stare organizzando un matrimonio. Perché diamine non avevano inventato un’altra scusa quella volta con il commissario Ericson?!
Nick sospirò, leggermente abbattuto, immaginando la possibile reazione di Sarah a quel regalo. Una decina di scenari diversi si intervallarono nella sua testa e in nessuno di questi tutto filava liscio come l’olio. “Mi ucciderà, ne sono convinto!” Si disperò, portandosi le mani tra i capelli, mentre Dylan gli camminava accanto apparentemente più tranquillo.
“Rilassati, non potranno non restare al gioco o salterebbe tutta la copertura.” Gli diede una pacca sulla spalla.
Nick lo fissò stupito, nascondendo le mani in tasca. “Mi spieghi come fai ad essere così rilass...” Si bloccò a metà frase, osservando con più attenzione dietro le lenti scure dei Rayban gli occhi dell’amico accanto a sé. “Se sei nervoso anche tu, non c’è bisogno di nasconderlo dietro ad un paio di occhiali. Non con me, almeno.”
Giunti a destinazione, presero un respiro profondo per calmarsi e bussarono alla porta, attendendo con ansia sempre maggiore una risposta.
Sarah si precipitò ad aprire, socchiudendo l’uscio, e sbirciò fuori. “Oh, siete voi.” Si rilassò, notando che non fosse di nuovo Derek venuto a chiedere di Laura. “Entrate pure.” Si scostò di lato per lasciarli passare e poi chiuse la porta, seguendoli fino al divano. Se avesse saputo cosa stava per accadere, avrebbe sicuramente rimandato quell’incontro.
“Cosa vi porta qui?” Domandò la scrittrice, preparando del the per tutti.
“Come state?” Si accertò Nick, pensando a come introdurre il discorso.
“Abbastanza bene.” La traduttrice scrollò le spalle, cercando le varie fragranze. “The al limone o alla pesca?” Mostrò le due scatole, agitandole. “Ah, c'è anche verde, se lo preferite.”
Dylan rispose per entrambi. “Io gradirei quello semplice con aggiunta di limone; Nick prende sempre quello al gusto pesca.”
La rossa annuì ed estrasse le rispettive bustine, posizionandole accanto alle tazze che la bionda aveva sistemato su un vassoio dopo aver messo a bollire l’acqua.
“Ci sono novità?” Provò di nuovo Laura, avendo notato come i due ospiti avessero aggirato la domanda precedente.
“Qualche giorno fa, abbiamo incontrato il capitano Ericson e il suo secondo Scottland,” iniziò Dylan agitato. “Eravamo in giro a cercare un regalo per ringraziarvi del vostro supporto e, casualmente, appena siamo usciti da una gioielleria, ci siamo imbattuti in loro di pattuglia nella zona.” Raccontò in breve, cambiando le dinamiche dei fatti e risultando addirittura credibile. “Credono che ci dobbiamo sposare e vorrebbero vedere gli anelli al più presto.” Concluse.
Sarah, che intanto aveva sistemato le tazze fumanti su di un vassoio, per poco non mollò la presa dallo stupore. “Cosa? Potresti ripetere? Credo... Credo di non capito bene l’ultima parte.” Mormorò tremante.
“Abbiamo provato a spiegare a John e Bryan che avevano frainteso, ma non potendo dare loro una motivazione più dettagliata per il nostro gesto, si sono convinti che stiamo organizzando un matrimonio.” Spiegò Nick, mentre le due ragazze restavano immobili di fronte a lui e all’amico. “Abbiamo dovuto comprare due anelli, ma non è una proposta vera e propria. Dovreste semplicemente indossarli e, quando tutto sarà finito...”
“E quando tutto sarà finito cosa?!” Lo interruppe Sarah. “Fingeremo di averci ripensato, che sia troppo presto o che abbiamo rotto il fidanzamento per una qualche ragione stupida?!” Sbottò, non riuscendo a trattenersi.
“Vi rendete conto di cosa comportano queste finte nozze?!” Si unì a lei Laura. “Nel caso ve lo fosse dimenticati, siete entrambi famosi! Avremo pure i giornalisti a seguirci ovunque, per non parlare dell’infarto che verrà ai nostri genitori! Siete completamente impazziti?!”
“Cosa avremmo dovuto fare?” Si alzò Dylan, gesticolando. “Confessare che non siamo mai stati insieme, che era tutto un copione? Abbiamo mentito nel corso di un’indagine, dannazione, e ci avete fornito un finto alibi! Se si dovesse scoprire, io e Nick finiremmo in galera e voi due ci fareste compagnia, risultando nostre complici!”
“Prima di spendere chissà quale fortuna, avreste potuto discuterne con noi prima! Avremmo potuto...” Cominciò Sarah, stringendo i pugni lungo i fianchi.
“Cosa? Comprare qualcosa di bigiotteria, magari?” Fu Nick ad interrompere lei questa volta, con evidente sarcasmo. “Non sarebbe risultato abbastanza credibile.”
“E a noi non ci avete pensato? Non ci siete dentro solo voi!” Laura si morse il labbro inferiore nel tentativo di fermare i nascenti singhiozzi.
“Ma...” Provò a ribattere Dylan, ricevendo uno schiaffo da parte della scrittrice.
“Ma proprio niente! Avreste dovuto prendere in considerazione i nostri sentimenti e quello che stiamo vivendo!” Era ovvio che Laura non si riferisse soltanto a quei casi di omicidio, bensì anche ai loro ex che si erano ripresentati in quelle passate settimane.
“Scusami?” S’innervosì maggiormente lui. “Questa faccenda non ha niente a che vedere con quei due inglesi da strapazzo.” Ci pensò un attimo e si corresse. “Ah, no. Sono diventati tre!”
“Loro non hanno nessuna voce in capitolo. Certo, a meno che non siate ancora innamorate di loro.” C’era del veleno nelle parole di Nick, che fissò Sarah con gli occhi socchiusi. “Non sareste mai dovute intervenire in quel caso, ma adesso è troppo tardi per tornare indietro.” Uscì dalla tasca il cofanetto blu e lo appoggiò sul tavolo. “Prendete questi fottuti anelli senza fare troppe storie.”
La scrittrice aprì la bocca per rispondere a tono, ma l’amica la precedette. “Cazzo, Nick, non è così che funziona!” Lo schiaffeggiò e si affrettò a lasciare l’appartamento, asciugandosi qualche lacrima.
“Se volevate farvi odiare da entrambe, complimenti! Ci siete riusciti!” Così Laura si sbrigò a raggiungere Sarah di fronte agli ascensori. “Vieni qui,” la strinse in un abbraccio il tempo di arrivare nella hall.
Al momento di uscire, si ritrovarono davanti le ultime due persone che volevano incontrare: Daniel e Mark, ai quali bastò una sola occhiata alle due ragazze per allarmarsi.
“Perché stai piangendo?” Chiese preoccupato Daniel e colse Sarah di sorpresa, quando si premurò di posare le mani sul suo viso e strofinò dolcemente i pollici sulle sue guance.
Con la stessa gentilezza, Mark si avvicinò a Laura, le passò un braccio sulle spalle e l’altra mano finì tra i suoi capelli per stringerla a sé. “Cosa è successo?”
Nessuna delle due osò rispondere; si calmarono tra le braccia del loro passato, incuranti di poter essere viste da qualcuno, e sussurrarono un grazie prima di sorridere.
“E’ stata solo un’altra mattina burrascosa,” scherzò Sarah, scivolando via dalla presa di Daniel.
“Niente di troppo preoccupante,” aggiunse Laura.
Mark non era poi così convinto, ma la liberò ugualmente dall’abbraccio, scambiandosi uno sguardo con Daniel. “Andiamo, uscire un po’ vi farà bene.”
Intanto, Nick e Dylan tornarono nel proprio appartamento in silenzio e si sistemarono in cucina, abbandonando i due cofanetti sul ripiano e provando a schiarirsi i pensieri. L’avevano combinata grossa quella volta e non avevano idea su come uscirne.
Furono riportati alla realtà dallo scattare della serratura e rimasero di sasso nel riconoscere le voci allegre, che anticiparono due ragazze.
“Megan…” Sussurrò Nick, incredulo, trovandosi di fronte la propria ex.
“Tu… Cosa ci fai qui?” Balbettò Dylan, rivolgendosi all’altra.
“Sono venuta a prepararti la valigia, Stewart. Verrai a vivere da me in Canada.” Annunciò Sharon, sorridendo innocente ed andando verso la camera da letto.
“Aspetta, aspetta! Io e te ci siamo mollati da tempo. Fammi ragionare.” La seguì e la prese in giro, fingendo di starci davvero riflettendo.
Lei alzò gli occhi al cielo. “Non ti serve ragionare; sei bello, non intelligente.” Sentendolo borbottare sotto voce, lo squadrò ed incrociò le braccia al petto. “Hai detto qualcosa?”
“No, anzi sì!” La fissò in cagnesco. “Tu che fai la grande donna, con tutti quei soldi che ti escono da dove non posso dire perché gentiluomo, come mai hai scelto me? Forse le mance nei tuoi slip, facendo strip, non sono più così soddisfacenti, mia cara Flincker?” Alluse al suo hobby.
“Tu però eri sempre in prima fila,” gli ricordò con un ghigno, poggiando la mano sul suo addome.
Lui le afferrò il polso e la allontanò. “Erano altri tempi! Ora vedi di sparire, prima che io ti denunci per invasione di proprietà privata!”
Megan, avendo notato la scatolina di Tiffany sul bancone, partì subito all’attacco. “Hai sempre affermato di amarmi, poi mi lasci dopo anni e sei già pronto ad ufficializzare con un’altra? Insensibile che non sei altro! Sei solo un villano! Lei non potrà mai conoscerti come la sottoscritta e…”
“Non pronunciare una parola di più, O’Donnell.” La bloccò a metà frase.
Lei deglutì spaventata, non era mai stato così freddo in tutti quegli anni che si conoscevano e: “Non ti avevo mai visto così serio.”
“C’è sempre una prima volta, ma...” Sospirò, chiudendo gli occhi qualche secondo. “Per te questa è anche l’ultima. Non è rimasto più nulla da recuperare, perciò puoi benissimo andartene se sei venuta qui per quello.”

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