Cap 18

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Daniel e Mark non erano mai stati in una centrale di polizia, scortati da due agenti, e soprattutto nessuno dei due si sarebbe mai immaginato di metterci piede per la ragione che li aveva condotti lì.

Scottland aprì la porta dell’ufficio del capitano Ericson e fece accomodare i due ragazzi di fronte alla scrivania mentre lui andava a recuperare il fascicolo riguardante i precedenti casi di omicidio avvenuti al Blue Night. Sperava davvero che con questa versione dei fatti si potesse almeno aggiungere un tassello per risolvere il caso.

“Dunque, signor Stone… Potrebbe fornici i suoi dati ed una visione più completa della sua serata?” Gli domandò Ericson, prendendo posto dietro al suo computer. “Soprattutto, non ometta dei dettagli, che anche se insignificanti potrebbero risultare utili per le indagini.”

“Sono Mark Stone, vengo dall’Inghilterra e mi trovo a Los Angeles perché sono in tour con la mia band, anche se non siamo famosissimi. Questa sera avevo un concerto in programma in un locale della Columbus Street intorno alle otto… Lo show sarà andato avanti per un paio d’ore e, quando ho concluso, ho pensato di farmi un giro per la città. Per caso, ho incontrato Daniel e così abbiamo deciso di berci qualcosa in compagnia, dato che era da un po’ di tempo che non ci vedevamo. Siamo tornati al locale dove mi sono esibito e tra una chiacchiera e l’altra si saranno fatte le undici, credo, per cui di comune accordo siamo usciti per ritornare ognuno ai propri alloggi.” Cominciò a raccontare Mark, cercando di non tralasciare nessun particolare, proprio come gli era stato chiesto dal commissario, nonostante non avesse intenzione di descrivere come aveva incontrato Daniel. Gli avrebbero fatto delle domande, a cui forse il suo amico non era pronto a rispondere. “Lungo la strada, mi sono ricordato che mio fratello alloggia al The Royal, così ho pensato di passare a salutarlo, anche se non siamo in buoni rapporti; io e Daniel ci siamo divisi nella hall, perché lui aveva bisogno di stare un po’ da solo per riflettere su una questione, perciò mi sono avviato verso il terzo piano da solo. In corridoio, mi sono imbattuto nella ragazza, che poi ho rinvenuto morta al Blue Night qualche ora dopo: era in lacrime e sono quasi certo che fosse uscita dalla camera di Omar… Mio fratello ha un debole per le bionde.” Si fermò un attimo per riprendere fiato e permettere a Scottland di annotare tutte le informazioni di cui aveva bisogno.

“Si ricorda per caso che ore fossero quando lei e suo fratello avete deciso di andare al Blue Night?” Lo interrogò quest’ultimo.

Ci pensò un po’ su, cercando di ripercorrere mentalmente ogni singolo evento. “Avremo parlato sì e no una decina di minuti e, se non ricordo male, doveva mancare un quarto d’ora a mezzanotte quando abbiamo raggiunto il pub. Ricordo che si stavano esibendo i Night Shadows! Comunque, dopo il loro concerto, mio fratello si è dileguato senza nemmeno degnarsi di avvisarmi!” Affermò indignato Mark, stringendo il pugno sotto al tavolo. “Sono uscito per una sigaretta ma sono inciampato, letteralmente, nella vittima. All’inizio credevo stesse dormendo,” scosse la testa per scacciare via quell’immagine. “Però mi sono dovuto ricredere quando ho tentato di svegliarla, scoprendo che non aveva più battito. Ho chiamato la polizia e subito dopo ho contattato Daniel… Non so per quale motivo, credo sia stata una cosa istintiva.”

Ericson portò le mani sotto al mento e fissò i due amici di fronte a lui con aria pensierosa, soprattutto Daniel, che era rimasto in silenzio, annuendo di tanto in tanto per confermare i fatti in cui anche lui era coinvolto. “Vorrei porle un’ultima domanda, se non le dispiace, signor Stone.” Lo scrutò in viso e lo vide annuire, perplesso. “Ha ammesso di non avere dei buoni rapporti con suo fratello… Mi saprebbe spiegare il motivo?”

In realtà, una vaga idea ce l’aveva ma gli serviva una prova per poter confermare la propria teoria ed affermare così che Mark fosse innocente. E fu proprio il ragazzo a fornirgliela.

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