39 Cap

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Dopo appena un paio d’ore di sonno tormentato e una doccia per tentare di sembrare più svegli che addormentati, Nick, Sarah, Dylan, Laura, Justin, Chloe, Manuel e Naomi si avviarono verso la centrale, arrivando con la puntualità di un orologio svizzero.
I quattro, che non avevano assistito agli arresti della sera precedente, erano stati informati durante la colazione ed avevano deciso di accompagnare gli amici alla sede dell’FBI per dar loro supporto.
“Buongiorno, ragazzi! Seguitemi.” Scottland li precedette verso un ufficio diverso rispetto a quello in cui erano stati precedentemente interrogati. “Prego, accomodatevi pure.” Indicò loro le poltroncine. “Cinque minuti e siamo da voi.” Uscì dalla stanza per tornarci qualche minuto dopo insieme al capitano Ericson, il quale teneva in mano alcuni fascicoli, Mark e Daniel.
“Scusate il ritardo: dovevo finire il rapporto riguardo gli eventi di ieri sera.” Si sedette di fronte ai ragazzi, mentre lasciò che i due sospettati prendessero posto tra lui ed il collega Bryan. “Voglio iniziare questa riunione, chiamiamola così, informandovi che il qui presente Greenwood ha confessato di essere stato lui a lasciare la droga sulle giacche del signor Stewart e del signor Anderson la notte in cui si è verificato il primo omicidio, sotto ordini del signor Stone senior.” Dylan aprì bocca per parlare, ma il commissario sollevò la mano per non essere interrotto. “Ovviamente, pare che Omar Stone, insieme alla sua collaboratrice Scarlett Black arrestata nella notte a seguito della deposizione del signor Greenwood, avesse assistito al tentativo di una vostra fan di avvicinarsi al signor Stewart e al suo rifiuto, decidendo di approfittare della situazione per trarne il miglior vantaggio.” Cambiò pagina e continuò a ricostruire passo per passo la progressione dei fatti avvenuti fino alla sera precedente. “Il loro schema si è ripetuto fino all’omicidio della signorina Reed, quando improvvisamente hanno tentato di far ricadere la colpa sulla signorina Johnson. Qui entra in gioco il coinvolgimento dei signori Stone junior e Greenwood nel cercare di provare l’innocenza della signorina Johnson. Abbiamo rilevato che l’arma usata per sparare ad Omar Stone è la stessa utilizzata per l’omicidio di Rachel.”
Laura lanciò un’occhiata a Sarah che significava una cosa sola: avevano ragione a sospettare che i due ex fossero coinvolti con la morte di Rachel.
“Il signor Stone e la signorina Black si sono presi una pausa dal loro piano subito dopo la nostra idea di installare delle telecamere di sicurezza nel locale, ma ciò non li ha dissuasi dal procedere nuovamente una volta compreso come poterle aggirare. Arriviamo dunque a quella serata karaoke, quando i qui presenti Stone e Greeenwood hanno cantato ed improvvisato una coreografia con le signorine Johnson e Mitchell. A quanto ci è stato riferito dai due, il passo successivo sarebbe stato quello di rapire e ricattare la scrittrice e la traduttrice, però tutto è saltato proprio grazie al piccolo show appena citato. Il rapimento quindi è stato posticipato.” Ericson prese fiato e si soffermò sulla penultima pagina. “Dai video delle telecamere poste all’esterno del locale, siamo venuti a conoscenza del fatto che la signorina Black e il defunto signor Stone abbiano organizzato un finto rapimento dei signori Anderson e Stewart per attirare la signorina Mitchell e la signorina Johnson al magazzino dismesso appena fuori città. Suppongo vi abbiano minacciate di ferire qualcuno dei vostri amici, è corretto?” Osservò Sarah e Laura, le quali annuirono. “Questo spiega la vostra misteriosa sparizione per qualche ora e il perché abbiate taciuto l’accaduto con chiunque.” Voltò pagina, arrivando finalmente all’ultima parte delle indagini. “Infine, sappiamo che il signor Walsh era stato contattato dal suo amico Brown per poter velocizzare il piano. Dalla testimonianza avuta proprio dal signor Brown, l’idea del riavvicinamento del signor Walsh alla signorina Johnson per qualche flirt è stata di Omar Stone. Siamo tutti al corrente del fatto che lei non abbia mai ceduto a tali avances, pertanto il signor Walsh ha ammesso di aver ricevuto l’ordine di cambiare tattica e provarci con la signorina Mitchell. Il che conduce agli eventi della scorsa notte, a cui avete assistito.” Chiuse quel dossier e giunse le mani sotto al mento. “Prego, ora potete procedere ad esporre la vostra versione dei fatti.”
Justin sollevò la mano e, al cenno affermativo del capitano Ericson, timidamente chiese: “Non sarebbe stato meglio se ci avesse domandato prima di parlare? Non teme che possiamo aggiustare la nostra versione con quanto appena udito?”
Scottland scosse la testa, sorridendo. “E’ un’acuta osservazione, ma la risposta è negativa. Cambiare la vostra versione potrebbe rivelarsi controproducente per voi. Abbiamo qui,” mostrò alcuni fascicoli, “le vostre testimonianze precedenti con cui comprovare la veridicità delle nuove dichiarazioni.”
“Come immagino già sappiate grazie alle indagini sul nostro conto, io, Dylan, Manuel e Nick siamo parte di una delle boyband più amate dalle adolescenti di qualche anno fa. Dopo esserci presi una pausa da concerti e tour per focalizzarci sulle nostre vite private, obiettivo in cui ha avuto fortuna solo Manuel, siamo stati contattati dal nostro manager per un possibile ritorno sulle scene. Per l’occasione, ha organizzato un’intervista presso il The Royal per annunciare alle nostre vecchie fan l’uscita di un nuovo singolo. E’ stato proprio in quell’hotel che abbiamo conosciuto Laura e Sarah, che si sarebbe occupata delle traduzioni.” Le ragazze in questione confermarono annuendo. “E beh, per quanto riguarda Chloe, siamo clienti abituali del suo locale ed ho pensato di conoscerla meglio.”
“Siamo rimasti parecchio sorpresi dall’abilità con la quale queste due sconosciute sono riuscite a capirci dopo appena una sessione di domande.” Aggiunse Dylan, tornando con la memoria alla famosa intervista.
“Ci avete accusati di omicidio e spaccio, ingiustamente ma con delle prove costruite a nostro sfavore, e loro due sono venute in nostro soccorso, fingendosi le nostre fidanzate.” Nick guardò un attimo Sarah e le fece l’occhiolino, prima di appoggiare le mani sulla scrivania e tornare serio. “Commissario, ammetto di aver amato tantissimo la signorina Mitchell! Se non fosse stato per lei, non sarei qua, come del resto Dylan e tutti gli altri. Apprezzo molto il suo lavoro e lo rispetto.” Allargò le braccia e sorrise. “Per questo non ho problemi a costituirmi.”
Ericson si aggiustò gli occhiali, dopo aver trascritto alcune nuove informazioni a bordo pagina. “Non solo ha confessato di aver acquistato un microchip per tenere d’occhio gli spostamenti della sua presunta fidanzata, ma ha pure il coraggio di ammettere di aver mentito ad un agente federale nel corso di un’indagine della massima importanza?” Nick deglutì e rimase in silenzio. “Ti ho sottovalutato, Anderson!” Scoppiò a ridere, con grande sorpresa persino dell’agente Scottland non abituato a certi comportanti del proprio superiore, e spostò lo sguardo su ognuno di quei ragazzi. “Siete ancora qui? Sparite dalla mia vista, prima che io cambi idea circa la vostra assoluta innocenza. Eccetto tu, Stone. Noi dobbiamo ancora chiarire qualche punto.”
Uno ad uno uscirono tutti, finchè non rimase solo Mark. “Non mi aspettavo di poter uscire da qui. Ho comunque ucciso mio fratello.” Scrollò le spalle.
“E tuo fratello ha troncato le vite di parecchie ragazze innocenti e corrotto i suoi amici per un capriccio personale.” Ribatté il capitano, abbandonando i toni formali. “So cosa ho detto qualche ora fa; tuttavia, alla luce di tutte le testimonianze raccolte, c’è qualcosa che voglio proporti.”
Intanto, fuori dalla centrale, Dylan notò il nervosismo di Laura, perciò la prese per mano e si allontanò dal gruppo, deviando strada. S’incamminò verso il parco lì vicino e si fermò nei pressi di una panchina, sulla quale si accomodarono.
“Dovremmo parlare del nostro rapporto,” esordì lei, giocando con l’anello. “Sai, Dylan, ci ho riflettuto spesso in queste settimane, scervellandomi notte dopo notte, finché non sono giunta alla conclusione che ciò che provo nei tuoi confronti non si può definire amore. Ti voglio molto bene, non lo nego.” Si sfilò il cerchietto argentato e glielo restituì. “Magari nemmeno tu provi qualcosa di vero per me.”
“Come fai a non provare nulla per me?!” Inarcò un sopracciglio e mise il broncio. “Ti sbagli, ma ti lascio andare perché per amare bisogna essere in due. Mi era venuto in mente di provarci con te, credendo che stando fianco a fianco l’affetto si sarebbe trasformato in altro.” Accettò l’anello e lo nascose in tasca.
“Comprensibile,” lei gli sorrise. “Mi dispiace di averti in qualche modo illuso.”
“Quello che ho passato con te è stato indescrivibile, ma in cuor mio ho sempre saputo che non hai mai smesso di amare Mark.” Si alzò in piedi, scuotendo la testa, e la tirò su, abbracciandola. “Ricorda di invitarmi al matrimonio!”
Laura ricambiò l’abbraccio, ridacchiando. “E tu avvisa se dovessi trovare la tua metà!” Sciolse la stretta e gli strizzò l’occhio.
Da un’altra parte della città, Nick e Sarah, ognuno perso nei propri pensieri, passeggiavano in silenzio.
“Vorrei tu sapessi che non ho mentito ad Ericson, Sarah.” Nascose le mani nelle tasche dei jeans e puntò gli occhi al cielo. “Per questo rispetterò qualunque tua scelta.”
“Nick…” Lei sospirò. “So di volerti molto bene, ma ho bisogno di tempo per rimettere insieme i pezzi di me stessa dopo tutto quello che è accaduto.”
“Si tratta anche di Daniel, vero?” Chiese lui, calciando un sassolino lungo il marciapiede.
“Non mi sembra giusto parlarne con te, se tu mi…”
Lui la interruppe. “Se ti può aiutare, allora non mi importa che possa ferirmi.”
“E’ stato il mio primo fidanzato, gli voglio bene e ci siamo chiariti su questo aspetto ieri.”
Nick sorrise ed abbassò gli occhi sull’anello che lei indossava. “Posso chiederti di tenerlo quello?” Lo indicò, tornando ad osservarla negli occhi. “Come un ricordo del nostro incontro,” sussurrò imbarazzato.
Sarah ci pensò su un attimo e, alla fine, annuì. “Sarà il simbolo di una tua possibile probabilità futura, allora.”
Lui ridacchiò. “Come nel monopoly? Lancerò i dadi finché la combinazione giusta non mi porterà su quella casella.”
“Attento agli imprevisti e al vai in prigione.” Gli fece la linguaccia, scappando via ridendo.
“Ti sembra il caso, Mitchell?! Torna subito qui!” La rincorse lui, contagiato dalla sua risata.

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