Chapter 30

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Laura aprì lentamente gli occhi, cercando di mettere a fuoco gli spazi intorno a lei, ma la stanza era talmente immersa nel buio che non riusciva a capire dove si trovasse. Era sicura di essere uscita dal locale in compagnia di Sarah, tuttavia il continuo pulsare alla tempia le rendeva difficile ricordare. Tentò di portare una mano alla testa ed in quel momento si rese conto di avere le mani legate dietro la schiena. "Perfetto," pensò, alzando gli occhi al cielo. "Come sono finita in questa situazione? E Sarah? Sarà qui anche lei? Oddio, non sarà che siamo state attaccate dal killer?"

Fece un respiro profondo per ritrovare un po' di calma: doveva rimettere insieme quel poco che rammentava. Mark e Daniel che duettavano al Blue Night, lei e Sarah che ballavano con loro e la chiacchierata con l'agente Scottland erano ricordi chiari nella sua mente, poi cominciava tutto ad essere frammentato. Un cellulare aveva squillato per qualche secondo, poi la notifica su whatsapp... Era arrivata una foto a Sarah o a lei? Non ne era sicura.

Cosa era successo dopo?

Un lamento alla sua destra la riscosse dai propri pensieri, sebbene offuscati. "Sarah?" Provò a chiedere sottovoce.

"Sono qui," sussurrò in risposta. "Dove ci troviamo?" Chiese preoccupata, avendo capito di essere stata immobilizzata.

"Non lo so." Sospirò la scrittrice, in parte sollevata: erano entrambe vive.

La serratura scattò all'improvviso, mettendole sull'attenti, e due figure entrarono, accendendo l'unica lampadina appesa al soffitto. Ci volle qualche secondo prima che si abituassero alla luce ed entrambe avrebbero quasi preferito restare all'oscuro sui loro rapitori.

Omar si avvicinò, una sigaretta in mano. "Finalmente vi siete svegliate. Non credevo di avervi colpito così forte." Fece un tiro e le osservò compiaciuto dal terrore che i loro sguardi esprimevano.

"Cosa volete?" Domandò con voce tremante Sarah.

Lui gettò a terra il mozzicone, spegnendolo con la punta della scarpa, e si portò alla sua altezza. "Davvero non ti viene in mente nulla?" Le accarezzò la guancia, costringendo la ragazza ad inclinare la testa. "Sei così innocente, Mitchell, e questo mi fa impazzire." Mormorò al suo orecchio quelle parole, per poi scendere con le labbra a baciarle il collo.

Laura, non potendo muoversi, mise tutta la propria rabbia in quelle tre parole: "Non la toccare!"

Scarlett le puntò un coltello contro e le intimò di stare in silenzio. "Fossi in te, aspetterei il tuo turno senza fiatare." Le sorrise gelida.

Omar lasciò stare Sarah solo quando si ritenne soddisfatto della macchia violacea sulla pelle della ragazza. "Ops..." Si finse dispiaciuto. "Chissà cosa penseranno Greenwood e Anderson di questo succhiotto. Non è un problema se mi diverto un po' anch'io con te, giusto?" Portò la testa all'indietro e si mise a ridere, notando le lacrime formarsi negli occhi di Sarah. "Adesso devo dare il benvenuto anche a Laura. Spero non ti dispiaccia." Ridacchiò, accompagnato da Scarlett, ed indicò alla complice con un cenno del capo di tenere d'occhio la traduttrice. "Bene, bene, Johnson. Ti sono mancato?"

Laura lo fissò disgustata. "Piuttosto che uno come te, preferirei restare sola a vita!"

Lui inarcò un sopracciglio, per niente turbato. "Oh... Mi piace anche la tua grinta." Le fece un occhiolino e le scostò un ciuffetto di capelli, solo per potersi godere l'espressione di sfida nel suo sguardo.

Quando lui la baciò contro la sua volontà, lei ne approfittò e gli morse la lingua con l'intento di ferirlo. "Questo è per Sarah."

Sorrise beffardo. "Come siamo aggressive." Si prese gioco di lei, infilando una mano sotto la maglia, sfiorandole i fianchi.

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