Laura vide Dylan passarle vicino e guardarla con aria seria e accusatoria; stessa cosa fece Nick con Sarah, che sentì le gambe cederle, ma l’amica cercò di darle forza, che poi anche lei ne aveva un forte bisogno.
Sarah rimase a fissare la schiena di Nick e domandò a se stessa: “Dove sono finite quelle fossette?”
Laura si voltò verso di lei, sentendo il filo lieve della sua voce, la prese per le spalle e cercò di incontrare quegli occhi color nocciola colmi di lacrime.
“Sarah, lo capiranno...” Tentò di incoraggiarla. “Nick lo capirà che stiamo cercando di proteggerli e proteggere contemporaneamente noi stesse! Per favore, è difficile anche per me questo...” Fece un sospiro e sentì la mano dell'amica afferrarle il polso; sollevò lo sguardo e la vide sorridere, ma con una piccola lacrimuccia.
“Sai Laura? Hai ragione... Lui lo capirà... Non è Daniel e devo smetterla di dipingerlo in ogni volto...Nick è...” Sarah aveva le parole che non le uscivano, ma era presa da lui, come lo era Laura da Dylan.
“Sa, comprendo benissimo, ma è stata anche oggi una giornata movimentata, raggiungiamo le nostre stanze e dormiamoci sopra, okay?” Le propose la bionda, con un piccolo sorriso.
La rossa annuì in accordo. “Con qualche ora di buon riposo, si ragiona meglio!”
Attesero l’ascensore e, proprio quando le porte si aprirono, Sarah indugiò un attimo, mordicchiandosi il labbro inferiore.
“Vado a fare una telefonata ai miei genitori, saranno preoccupati; tu avviati.”
“Sei sicura di voler restare sola?” Le domandò preoccupata Laura, non del tutto convinta di lasciarla nella hall in solitudine dopo ciò che era accaduto.
“Sì, tranquilla!” Sarah la spinse dentro l’ascensore e le fece la linguaccia, salutandola con la mano mentre le porte si richiudevano.
Laura arrivò al suo piano, con la tessera tra le mani, ed entrò nella propria stanza. Si tolse la giacca e la posò nella poltroncina, quando ad un certo punto qualcuno bussò. Fece retro-front ed andò ad aprire, rimanendo di pietra di fronte a Dylan: indossava ancora la camicia nera aperta sui primi due bottoni e la stava guardava serio, un mix perfetto tra sexy e pericoloso.
Rimasero ad osservarsi per qualche secondo, poi lui ruppe il silenzio. “Posso parlarti?”
“Ehm, certo Dyl, accomodati!” Si spostò per permettergli di entrare.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e si appoggiò al muro, incrociando le braccia al petto, mentre lei, tremante, chiudeva la porta. “Cos'hai fatto oggi Laura Johnson?”
La ragazza deglutì e: “Beh, sono uscita con Sarah...”
Dylan si voltò verso lei e la prese per i polsi, serrando la presa ed attaccandola con la schiena alla porta.
La bionda iniziava quasi ad aver paura, prima Mark, ora lui. “Dy... Dylan...”
Lui socchiuse gli occhi e le sussurrò all'orecchio: “Stai mentendo, signorina Johnson, e a me le bugie non piacciono!”
Laura cercò di essere forte ma ebbe mille flashback addosso e scoppiò a piangere. Dylan la fissò ed ammorbidì la presa sui polsi di lei, che si lasciò cadere a terra non appena fu libera.
Dylan la sollevò, alzandole il viso, e vide che era terrorizzata ma nello stesso tempo anche tenera. Così la baciò dolcemente, stringendola a sé e lei ricambiò quel bacio, che si fece più caldo. Lei gli saltò in braccio, allacciandogli le gambe intorno alla vita e circondandogli il collo con le braccia, mentre lui camminava diretto alla camera da letto. Lui chiuse la porta con l’ausilio del piede, si avvicinò al letto la fece distendere sulle coperte, mettendosi sopra di lei, che ebbe l’istinto di sbottonargli la camicia.

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Dreams Can Be Dangerous
Mystery / ThrillerLaura, una rinomata scrittrice di romanzi ma che nel tempo libero si occupava di articoli per giornali tipo Kids o cose per ragazze giovani e alla moda, comprendeva anche la musica... Sarah, laureata in Lingue, appena era stata contattata per assis...