Nero Profondo

10. Incubo

Megan si era addormentata in posizione fetale sul materasso e nella stessa posizione ci si era svegliata mezz'ora dopo, solo perché disturbata dalla suoneria del cellulare. Preferì non rispondere subito. Andò in bagno a sciacquarsi la faccia incrostata di lacrime salate che si erano asciugate, poi si fece una doccia, attivò la lavatrice e si cambiò. Tornata in cucina si preparò una tazza di caffè dalla macchinetta che aveva in casa e quando i suoi sensi si svegliarono, si sentì pronta a vedere chi era:
'2 chiamate perse da ↑ J. Harper'
Cavolo, il capo!
"Signor Harper, mi scusi.. io.." non le diete tempo di spiegarsi. "Ma che fine aveva fatto, Megan?! Venga immediatamente nel mio ufficio!" Deglutì dinanzi a quel tono ostinato.
Era la fine!
Anzi, no che non lo era!
Non poteva assolutamente esserlo!
Si sedette di fronte a Jacob mentre lui la scrutava con occhi severi.
"Siete impazziti per caso? Lei e il signor Rubini?" Fece una pausa, ma non per permetterle di replicare, infatti continuò "mi farebbe... piacere, se così posso dire, ascoltare la sua versione"
"Versione? Di che parla?"
"Rubini ha fatto il pazzo, non si é curato minimamente del subbuglio che stava creando! Non ero ancora arrivato, ma i primi dipendenti si, e stavano cominciando a smistare le e-mail quando hanno sentito un baccano infernale provenire dalla vostra stanza. Alcuni di loro mi hanno telefonato, chiedendomi cosa stesse succedendo, se avessi licenziato qualcuno, ma io ho risposto di no, ignaro come uno stupido che cadeva dalle nuvole e mi hanno riassunto l'accaduto: lei che era scappata in lacrime e Rubini che si liberava della rabbia, urlando e mettendo a soqquadro la scrivania! Le pare forse normale?!"
Oh mio Dio, era successo davvero tutto questo?
"Le mie più sentite scuse da parte di tutti e due" si permise di farfugliare. E poi? Che cos'altro avrebbe potuto dirgli?
"No, non mi bastano, Megan Cat!"
"Che significa?"
"É licenziata! È sorpresa?"