Quella, era stata una giornata intensa per Meg. Era rimasta delusa per come Peter l'aveva liquidata in fretta. Stava male, aveva detto, ma era sempre premuroso. Era distante o sbagliava? Aveva bisogno di lui dopo quello che stava passando. Le era rimasto un solo giorno da passare lì e poi sarebbe tornata alla base. Peter, lavoro, vita di tutti i giorni. Zero tracce di Cameron, solita routine. Però forse sarebbe stato meglio dirglielo. Doveva dirgli ancora che Sergio sapeva la verità, ma che loro appartenevano a un'altro posto e ad altri doveri. Lontani, da Beaufort.
Dopo aver attaccato, aprì il suo profilo Facebook e digitò Cameron Rubini sulla barra delle ricerche. Aveva modificato il nome, accanto aveva aggiunto la scritta Giò tra due parentesi.
Era impazzito?
Avrebbe potuto vederlo chiunque!
Se ne fregò dell'ora e benché fosse di poco superata la mezzanotte, gli scrisse in chat.
['Per cominciare, togli immediatamente il diminutivo di mio figlio dal tuo profilo. Secondo, domani tieniti libero. Devo parlarti. Dopodomani io e Sergio partiamo.']
Era sveglio, dato il pallino verde che lo segnalava online. Difatti pochi secondi dopo, il cellulare vibrò.
['Per cominciare, smettila. Non tollero quel tono. Secondo, vedo di liberarmi per cena. Ti sta bene? Solo perché è una situazione che mi riguarda fin troppo.'
'Alle 20:00?'
'Sarò da te.']
Nervosa, si rigirò il telefono tra le dita sudate. Non gli rispose, ma lui le scrisse dopo due minuti.
['Comunque ti rinvio il mio numero di cellulare, così potremmo sentirci più facilmente per qualsiasi cosa. Se vorresti darmi il tuo...'].
Non sapeva se rispondere. Intanto si salvò 'Rubini'. Poi si decise e gli mandò il suo.
Un mal di testa colmo di pensieri, giunse esperto. Spense la luce e rimase un altro po' immersa nel buio pesto della cucina. Avanzò verso la grande porta scorrevole che dava sul terrazzo e scostò la tenda drappeggiata. Le scivolò un sospiro che appannò il vetro. La luna la fissava e lei abbassò gli occhi.
Non guardarmi così, mamma.
Vado a letto, tu però non mi lasciare.
***
Kurtney aveva iniziato il turno tre ore fa e lei non sapeva che fare. Le mattine erano troppo libere, se non le occupava a fare le pulizie. Approfittava a dare una mano a sua sorella, ora che era incinta. Si era abituata tanto al suo lavoro che ultimamente le sue giornate le erano apparse più vuote. Intanto che Sergio beveva il suo latte e cacao con i cereali, pensò di richiamare Peter, poi magari sarebbe uscita con il bambino. Sarebbero potuti passare dal bar degli amici di sua sorella. Era da un pezzo che non vedeva Mark e suo fratello.
"Pet? Amore, buongiorno! Come stai?"
Amore? Era diventata un'attrice fantastica! Peter non sapeva se chiuderle il telefono in faccia o resistere all'impulso.
"Non bene ancora. Ma... starò senz'altro meglio, domani, quando verrai."
Che strano... la sua voce. Sembrava diversa... sprezzante. Possibile? Sorvolò.
"Stai prendendo qualcosa, spero"
"si, si, tranquilla, cara. Vuoi passarmi Giogiò?"
"Ma certo. Tieni Giogiò, è Pet"
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Nero Profondo
RomanceNero, é il colore degli occhi di Cameron Rubini. Nero, come il suo cuore, il suo carattere a volte arrogante, altre passionale. Un uomo con una corazza dura, impenetrabile, indecifrabile. Nero, come la sua risata. Nero, come il suo passato. Per col...