42. Cameron

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Dato che Cam aveva solo bevuto, decise di farle compagnia. Ordinarono un primo di mare e un secondo mare e terra misto, da condividere. Mangiarono la pasta parlando del più e del meno per smuovere l'imbarazzo, poi quando arrivò il piatto centrale e le forchette si toccarono più volte, quelle strane e familiari sensazioni di un tempo, tornarono.

"Immagino che questi otto mesi di silenzio ti siano bastati per ricominciare, no?"

"lo hai fatto anche tu, Cameron" alluse Meg all'anello d'oro che portava all'anulare.

"Ti sei sposato con lei alla fine"

"non è come pensi... si è trattato di un matrimonio combinato e non abbiamo tutto il tempo del mondo, per spiegarti"

"non c'è nulla che mi debba spiegare, ormai. Non sei felice, vuoi dire?"

"sai bene che non era quello che volevo".

Meg prese tempo sorseggiando il suo analcolico.

"Megan, toglimi un dubbio, mi odi di più? O... per lo meno, ancora?" addentò un pezzo di carne e attese una risposta.

Lei lo guardò indugiando un po'.

"Sai... un giorno, ho capito che la pace, la mia, contava più del rancore. Ho fatto finta di odiarti, dopo l'ultima volta, ma ho cercato solo un pretesto per non restare ancorata a te. Non era giusto. Dovevo andare avanti. Innamorarmi di nuovo! Davvero Cam, non provo più quel risentimento che in fondo non faceva altro che rovinarmi di più. Forse... quando abbiamo fatto l'amore la prima volta, abbiamo fatto anche una sorta di pace, io e te. Finalmente..."

"Meg... pensi sul serio tutto questo? I-io..."

"va tutto bene"

"e tu... sei..."

"fidanzata. Si, fidanzata e... incinta"

"ti auguro tutto il meglio del mondo Meg"

"lo stesso a te, Cam, e vedi di non sprecare la tua vita"

"l'ho già fatto. Ma è colpa mia. Ho sbagliato tutto, con te, con Victoria... con me stesso"

"andate d'accordo?"

"si... penso per il quieto vivere"

"vi siete sposati subito?"

"si... suo padre aveva organizzato ogni cosa senza il mio minimo consenso. Ho dovuto immaginare i tuoi occhi poi, per dire sì..."

"Cam..."

"tranquilla... è assurdo" rise amaramente lui.

Megan sospirò e si imboccò l'ultima forchettata.

"Ho scoperto dopo il matrimonio il motivo per il quale suo padre aveva fatto di tutto per farci sposare con imminenza... avevo messo incinta Victoria ed era di due mesi... praticamente era successo durante la nostra stupida avventura".

Megan tossì, le parole le avevano mandato il cibo di traverso.

"Dio, Meg! Stai bene? Bevi" le riempì il bicchiere e glielo porse.

"Scusa Cameron, non so se ce la faccio ad assorbire tante novità tutte insieme."

"Hai ragione... ma questo è tutto il tempo che ci è concesso e poi meglio togliersi il dente subito. Non mi aspettavo neanche più di ritrovarti"

"ma se vuoi ritrovarmi, basta che vieni qui...".

Tra di loro c'era una sorta di chimica, troppo evidente, da non riuscire a considerare.

Sembrava fossero passati anni, addirittura una vita, e invece non era neanche finito quello. I mesi sembravano essere stati troppi di quelli che erano, perché era cambiato tutto. Megan aveva già trovato un uomo, aspettava un bambino e anche Cam era padre. E si era sposato...

Le disse che la sua bambina era nata la settimana scorsa, per questo non poteva stare molto a New York. Il giornalismo faceva proprio per lui, le confidò e non avrebbe mollato quel posto. Mai. Certo, lo faceva spostare spesso, ma addirittura era un sollievo per lui, potersi allontanare da Victoria. Sembrava cattivo da dire o pensare, ma le cose stavano così anche prima che la sposasse.

"Peter. Si chiama Peter".

Stavolta era stato lui a farle qualche domanda, in fondo anche Cam voleva sapere qualcosa di lei... di come mai in poco tempo, si fosse sistemata così frettolosamente.

"Non pensi sia capitato presto il bambino? Voglio dire... non voglio essere indiscreto ma... non lo so"

"Se c'è vuol dire che era arrivato il momento giusto. Non l'ho cercato io..."

Megan si accarezzò la pancia, sotto la tovaglia.

"certo".

Era ovvio che fosse rimasto senza parole. Prese il vino e lo mandò giù con una lentezza che non gli apparteneva.

"Allora lo ami"

"mi da tutto, Cameron. Tutto quello che avrei voluto da te."

"Bene. Non possiamo farci niente, Megan. È andata come doveva. Noi stavamo solo tentando invano di riparare l'irreparabile."

Si preparò ad andarsene, ma Meg scattò in piedi per fermarlo. Gli prese il polso, quel gesto che invece aveva sempre fatto lui.

"Dimmi che ci rivedremo, Cameron. Lo hai sempre voluto. Me lo hai sempre chiesto. Di non andarmene..."

"Lo spero Megan..."

"No! Devi dirlo!"

"Mi dispiace per tutto, piccola..."

I loro lineamenti si sfiorarono e i loro profumi si poterono mescolare. Cameron le accarezzò le guance e si allontanò.

Per una volta i ruoli si erano scambiati e Megan restò impalata con lo sguardo perso.

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