38. UN Prezzo da pagare

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Victoria Oliveira era una brasiliana un anno minore di Cameron Rubini. Si erano conosciuti alla festa di uno studentato, dove Cam si era ritrovato solo nei panni di accompagnatore per un paio di amici. Vic era all'ultimo anno al campus, infatti si era laureata due mesi fa e da tre si frequentavano loro due.

La festeggiata, aveva esposto un discorso di ringraziamenti vari, concentrandosi principalmente sui suoi genitori, per averla sostenuta e aiutata ad arrivare a quel traguardo importante. Fu alla fine di quel monologo che annunciò di aver iniziato ad uscire con Rubini.

Victoria era una ragazza di nobile famiglia, non le mancava niente e il suo essere viziata, faceva di lei una persona determinata che doveva sempre ottenere tutto. Corteggiò di sua iniziativa Cameron, e donnaiolo com'era lui stese al gioco, inconsapevole che non sarebbe stata una partita come le altre.

Era cresciuta in brasile per gran parte dei suoi anni, poi l'università che scelse, si trovava a Beaufort e la sua famiglia lasciò la patria per seguire la loro unica figlia.

Chi ha un conto in banca profumoso, può fare qualsiasi cosa, subito. Suo padre infatti acquistò prima una grande villa in cui alloggiare, poi impiegò giusto il tempo di cercare un grande locale e appena lo trovò, firmò un contratto di nuova gestione per farne un autosalone lussuoso. Tutto questo bastava per far capire che non se ne sarebbero più andati di lì. Aveva messo in vendita la loro casa in brasile, perché se anche sarebbero voluti tornare per una vacanza, avrebbero potuto stare dalla famiglia di lui.

La madre di Vic non aveva un lavoro, non aveva bisogno di un posto, il denaro che avevano bastava e avanzava.

Cameron credeva che come al solito, sarebbe stato facile divertirsi con una bella come Victoria e lasciarla dopo essersela spassata... tuttavia si trovava in un'inspiegabile situazione dalla quale non riusciva a uscire fuori. Tanto era vero che in quel momento si trovava incastrato in una tavola lunga tre metri a discutere con la famiglia di lei, in un'afosa giornata di inizio Settembre.

Già. I mesi erano volati da quando Meg se n'era andata. Rimpiangeva di averla persa, ma tutto quello che gli restava ora, era provarci con Victoria e iniziare a mettere la testa a posto.

Non la amava.

Però era soddisfatto della sua bellezza. Di avere una fidanzata simile a una dea. Con il suo metro e settanta, quasi raggiungeva Cam. Sotto al porticato, il sole, le risaltava la pelle sublimata dall'olio che indossava sempre, e i raggi rimbalzavano sulla chioma ondulata, mettendo in evidenza delle ciocche più chiare. Stava ridendo a una battuta di suo padre, le labbra carnose marroncine allargate, rivelavano denti bianchissimi e curati.

Le prime cose che avevano attirato Cam la prima volta che l'aveva vista, erano state la mascella più squadrata rispetto alle forme comuni dei classici visi e gli occhi verde smeraldo in cui Cameron poteva ingannarsi di vedere quelli di Megan. L'unico dettaglio che li diversificava era il taglio a mandorla, Meg invece, li portava grandi e un po' più tondi.

L'esame e il confronto a cui Victoria non sapeva di essere sottoposta, vennero interrotti quando raggiante, disse a Cam che suo padre voleva fargli una proposta.

Il ragazzo si sentì terribilmente a disagio, ma si voltò in direzione del capotavola con le mani incrociate che non scompose neppure quando gli parlò.

"Si figliolo, è vero, avrei qualcosa da dire"

"certo Ruan, prego"

"accanto a mia figlia, ti ci vedo, figliolo. Noi siamo rispettosi verso le tradizioni e dato che Vichi ha trovato la persona giusta, ti concedo la sua mano, Cameron. Mi occuperò di tutto io e vi farò sposare in brasile. Se stai pensando che quattro mesi di conoscenza siano pochi, ti assicuro che non lo sono. Mia figlia è pulita come la vedi e merita di sistemarsi."

Si alzò prima di continuare e seppure la sedia strisciò dietro le sue anche, Cam non sentì il minimo rumore.

"Per quanto mi riguarda sono sufficienti due giorni, ma se volete restare lì anche dopo le nozze, sia pure una settimana, be non sarò io a impedirvelo. Adesso Alena andiamo pure dentro, lasciamo i ragazzi soli così potranno discutere dei dettagli".

Si accese un sigaro e si allontanò senza neanche concedere a Cameron di esprimersi. Di accettare o anche benissimamente di rifiutare.

"Con piacere, caro" acconsentì la moglie con un sorriso odioso sul volto.

Appena furono soli, Cameron esplose, l'espressione vitrea rivolta a Victoria.

"Ma sei impazzita? Come hai potuto escogitare un piano simile con i tuoi genitori, senza prima parlarne a me? Non sei la donna che voglio sposare Victoria! Nessuno e dico nessuno, potrà mai decidere per il mio futuro".

Scandì lentamente l'ultima frase in modo che la ragazza comprendesse bene, poi gettò la sedia a terra e si mise in macchina. Sgommando con la BMW, alzò un polverone di tufo, senza preoccuparsi della reazione degli Oliveira.

Rigida come un tronco, Victoria strinse i pugni e diede un urlo che fece rabbrividire pure le piante di rose attorno a lei.

Se Ruan Oliveira voleva spiazzarlo, ce l'aveva fatta senza dubbio. Ma lui non gli avrebbe permesso di rovinargli la vita.


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