35. SEXY together

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La pioggia aveva ripreso a battere e Megan fu svegliata dal frastuono provocato dalle gocce sul parabrezza. Cameron dormiva ancora beato, sui sedili distesi, accanto a lei, e un sorriso strappato dai ricordi le sfuggì dalle labbra.

Che stava combinando?

Aveva fatto bene a dargli una possibilità?

O sarebbe finita nel loro classico, abituale, tragico, modo?

Megan si augurava solo di non soffrire più per Cameron e per il loro rapporto in continuo cambiamento come montagne russe.

Si trovavano ancora nel parcheggio più appartato della zona, tanto che, quando la sera prima erano arrivati, Meg non aveva capito dove l'avesse portata.

Si, l'aveva sorpresa davvero, stavolta.

Le stava dimostrando davvero, che ci teneva a lei.

Le stava davvero, chiedendo scusa.

Si accorse che i suoi movimenti erano intralciati da qualcosa. Abbassò lo sguardo e vide una copertina leggera coprire i loro corpi ancora nudi.

Sospirò passandosi una mano tra i capelli ramati. Le ciocche lunghe la coprivano oltre i seni, ma ugualmente si strinse il tessuto addosso, anche se, coprirsi adesso, che importanza poteva più avere?

Non sarebbe tornata tardi, aveva promesso ai nuovi amici e a Kurtney, invece... era addirittura finita a dormire con Rubini.

Si, la persona che fino a tempo prima detestava come le proprie fobie. La persona alla quale aveva giurato che non l'avrebbe avuta mai.

Ma Cameron Rubini ce l'aveva fatta alla fine a prendersela.

L'aveva presa in una notte apparentemente come tante, l'aveva fatto con delicatezza, eppure con un impeto che l'aveva fatta impazzire.

Non avrebbero fatto in tempo ad arrivare a casa, che avevano scelto di amarsi in un parcheggio in piena notte.

Non erano mai stati per le cose comuni, loro.

Otto ore prima

"Eccoci".

Megan lo guardò stranita.

"Dove? Sicuro di essere nel posto giusto?"

"Tra due minuti avrai la conferma, tesoro" e le strizzò un fianco.

Megan gli tirò una spallata in tutta risposta, sorridendo.

Cam intrecciò le dita nelle sue e quando svoltarono l'angolo, Meg si fermò impietrita.

"Ascolta..." iniziò Cameron.

"C'è un motivo ben preciso se siamo qui..."

"Sentiamo" incrociò le braccia sul vestito.

"Ricordo come fosse ieri, quella giornata a teatro... la professoressa d'inglese aveva ordinato i biglietti per tutta la scuola, per vedere lo spettacolo di Romeo e Giulietta... non ti avevo ancora chiesto scusa, quindi... Perdonami per averti fatta cadere dalle scale... non l'avevo fatto di proposito e sono sollevato al pensiero di non averti fatto molto male. Ti avevo dato una spinta solo perché i miei amici dicevano che mi continuavi a fissare... lo sapevi quanto mi desse fastidio, tuttavia non è una giustificazione."

"Infatti. È poi è stata una mia fortuna se gli scalini erano bassi e sottili. Mi sarei potuta slogare una gamba!"

"lo so e mi dispiace! Non sopportavo il fatto che provassi dei sentimenti per me, Megan! Ti vedevo come una nemica e poi... era vero che non mi piacevi. Non mettevi mai in mostra nulla, non avevi le forme ideali..."

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