26. Rimandare

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Al risveglio, nella camera degli ospiti, Megan si sentì fuori posto. Non perché si trovasse in casa della sorella, ma perché aveva rivisto Cameron Rubini la notte appena trascorsa. Ad un certo punto lui se ne era andato, ma solo perché glielo aveva chiesto lei.
Perché anche Cam si trovava a Beaufort?
Questa domanda la perseguitava più di qualsiasi altra. Possibile tanta coincidenza? Eppure, di altro non si poteva trattare. Avevano spezzato i ponti molto tempo fa ormai, che mai avrebbe immaginato di poterlo rincontrare. Soprattutto in un'altra città. La suoneria del cellulare l'aveva tirata giù dal letto, nonostante il sonno. Era la signora Anna, dal palazzo. Le aveva comunicato che l'agente immobiliare aveva avuto un imprevisto per il giorno dopo e che quindi il proprietario della tenuta, aveva deciso di rimandare l'intervista alla settimana entrante. Era un po' delusa, ma con la scusa si sarebbe potuta trattenere di più e quindi allungare i giorni feriali. Le sarebbe piaciuto un sacco infatti, avere più tempo per conoscere la città, pensò dopo aver attaccato. Sua sorella era già andata in ospedale per iniziare il turno in infermeria, le piaceva quel mestiere e finalmente la sua laurea valeva per una ragione.
Dopo essersi fatta una doccia fredda, appese delle tende gialle che aveva trovato nel comò della camera da letto, sostituendole a quelle lilla della cucina che ormai erano troppo spente per quelle giornate tanto soleggiate e magnifiche. Poi stese il bucato e nel mentre cuoceva la salsa di pomodori, si concesse dieci minuti per farsi una maschera viso.
Kurtney arrivò con venti minuti d'anticipo e dopo aver pranzato, si accoccolarono come due bambine sul divano e Kurt le raccontò le ultime novità riguardanti David Gable.

Nonostante il timore di rivedere Cameron Rubini, Megan uscì a cena con Kurtney e il resto del gruppo. Era stata davvero bene con loro e le faceva piacere ripetere l'esperienza. La facevano distrarre, non pensava alle cose che la facevano star male e le sue risate potevano uscirle spontanee e libere. Con loro poteva essere una ragazzina, perché contava solo divertirsi. I ragazzi si presentarono anche a livello più personale e scoprì che Mark e Travis erano gemelli. Non si somigliavano così tanto, però il pensiero che potessero essere parenti in qualche modo, l'aveva attraversata. Trav non era timido quanto voleva far credere, doveva solo sciogliersi un po'. Pagarono il conto e invece di tornare via, scelsero un film da guardare al cinema. La notte si apriva come il sipario di un palcoscenico e Megan poteva dire di sentirsi leggera e abbagliata.
Dalla gioia,
Dalla follia,
Dall'amicizia -per una volta- più vera.

Come se fosse la sua guida turistica, e Megan un'allieva in gita, Kurtney passò gran parte delle giornate a portarla a spasso per conoscere i posti più belli della città. L'affascinante cittadina del Low Country offriva di tutto, dalle piste ciclabili alle romantiche panchine che davano sull'acqua. Un sole indeciso garantiva comunque lunghe passeggiate tranquille e benchè l'aria non fosse esageratamente afosa, giovedì mattina Kurt portò sua sorella in una deliziosa gelateria. Era il suo giorno libero e se non l'avesse fatta uscire, Megan si sarebbe data da fare in casa. Non sapeva starsene con le mani in mano e lì non aveva molto da fare. Sabato sera, si trovavano in centro a mangiare zucchero filato. Kurtney era a pezzi dopo il turno in ospedale e aveva tremendamente bisogno di uscire e svagarsi. Megan ne approfittò per raccontarle di Cameron e della sua inaspettata ricomparsa, che stupì perfino la sua ascoltatrice. 

"Ma non ci siamo più scontrati dopo quella sera alla festa..."

"E non sei tranquilla lo stesso sapendo che lui è qui, sbaglio?

"No Kurt... è solo che... non lo so, sembra che il tempo passi e poi rifaccia un giro all'indietro rimettendomelo sotto il naso. Perchè? è tutto quello che mi chiedo!" le sfuggì un sospiro di frustrazione prima di proseguire "Sai... posso davvero dire che sto bene oggi. Non mi sento più incompleta come un tempo... forse perchè a prescindere da quello che è successo tra di noi, ho avuto almeno il modo di affrontarlo, di fargli sapere quello che mi ha fatto, mi sono liberata di un peso, ecco. E allora perchè non deve mai finire questa lotta di incontri?".

Kurtney guardò la sorella riflettendo sulle sue parole. Si era ripresa e questo contava finalmente su ogni altra cosa, ma il tempo e lo spazio sembrava perseguitarli, come se l'unico obiettivo fosse unirli assieme.

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