34. Provarci

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"Ma ti stai ascoltando, Megan? Sei fuori! Non sei tu!"

"Smettila di parlarmi in questo modo, Kurt! Tu non sai cosa é successo! Abbiamo parlato, okay? Non ho deciso dall'oggi al domani di provarci con lui! E poi non stiamo neanche insieme, Dio, Kurtney!".
Le mani di Megan atterrarono tra i capelli per l'esasperazione. Sua sorella aveva visto dei movimenti fuori dalla finestra della sua camera. Si augurava che Megan uscisse con qualcuno, che quando lei salì, fu colta dalla sua espressione maliziosa e curiosa di sapere. É caduta dalle nuvole quando Meg a cominciato a parlare di lei e Cameron.

"Ma dopo tutto quello che ti ha fatto! Te ne sei dimenticata?"

"No! Non sono così stupida, ma fidati se ti dico che sono cambiate delle cose! Cameron mi ha raccontato tutta la verità, tutto il suo passato!"

"E chi ti assicura che non sia solo una trappola, Megan eh?"

"Non può mentire su una cosa simile e anche se sei mia sorella, non posso dirti niente! Ti chiedo solo di fidarti!"

"Io non potrò mai fidarmi di lui, Meg. Scusa... non ci sono ragioni che tengano... ti ho sentita piangere per tanti anni... ti ho vista soffrire di notte perché ti nascondevi il giorno."

"Non sono più una bambina. Ho gli occhi ben aperti, te lo assicuro."
Il tono di Megan più rassicurante e basso.

"Non mi interessa. Non voglio che esci con lui, Meg."

La donna strinse le labbra, intanto che un'espressione dura si dipingeva sul volto. Non voleva mancare di rispetto a sua sorella, ma non le aveva lasciato scelta e lei la dignità ce l'aveva.

"Vaffanculo".
Protestò dirigendosi nella camera degli ospiti.

Per un giorno intero le ragazze non si scambiarono neanche una sillaba, aiutate anche dal tempo che trascorrevano separate dal lavoro. Quella mattina però si incontrarono in cucina e Kurtney si scusò per essere stata così rigida. Megan stava preparando il caffè, pensando a come rispondere e a come porsi, ma non ebbe la possibilità di replicare nulla perché il display del cellulare squillò a nome di Harper.

"Buongiorno... si, si... Via Picasso? Mh, okay, alle 21:00. Certo, alla prossima settimana."
Prima di mettere giù, prese una penna e un foglietto e segnò l'indirizzo e il nome del ristorante.

"Problemi in azienda?"

"No, per fortuna. Ci sarà solo una cena di lavoro, quando tornerò. Ci saranno tutti i colleghi, i commercialisti e gente del genere..."

"Ah, bene.
Sei uscita con lui anche ieri?"

Presa alla sprovvista senza preamboli, per poco Meg non si strozzò col caffè. Le note intense e marcate, la risvegliavano come nient'altro, a prima mattina.

"Direi di si... e stasera anche? Avrei voluto invitarti. Vengono i nostri amici qui" concluse l'altra.

"Oh... mh..."

"Tranquilla... come preferisci"

"É solo che ho già dei programmi... mi perdoni?" Fece una faccia da cane bastonato perché sapeva che con Kurt l'avrebbe avuta vinta solo così.

"Ho detto tranquilla. E... goditi la serata... spero sia la volta buona per voi due..."

"Davvero?" Megan s'illuminò.
"Ma Kurt, dicevo veramente... non c'è  ancora niente di serio... ci stiamo buttando in quello che viene... non so neanche se ha ancora qualcuna...".

Kurtney si cambiò in fretta e volò in ospedale per il turno più breve della settimana. Megan diede una sistemata alla buona in casa e decise poi di passare la mattinata fuori. Alle dieci passò al bar che gestivano i gemelli, vogliosa di passeggiare sotto il sole accecante.

"Megan! Che sorpresa!"

Mark girò dal bancone per abbracciarla e poco dopo anche Travis la travolse.

"Vi sono mancata così tanto ragazzi?" Chiese in una risata ovattata dagli abbracci.

"Ci sarai stasera?"

"Mh purtroppo avevo già preso impegni... ma sicuramente ci vedremo quando rientro... non dovrei fare tardi, credo..."

"Appuntamento galante?" Si azzardò Travis.

"Chissà."
Fece la misteriosa lei, intanto che Mark le chiedeva cosa potevano offrirle. Decise un croissant e rimase per un'ora buona a parlare con loro, tra clienti esigenti ed altri più frettolosi.

Alle cinque del pomeriggio, mentre Megan tornava dal supermercato, vide l'auto di Cameron posteggiata sotto casa di Kurt.

"Ehi! Che ci fai qui?"

"Sorpresa" annunciò con un sorriso a trentadue denti e un'alzata di spalle.

"Ti ho fatto aspettare troppo? Dai sali"

"Tranquilla, solo cinque minuti... no, sali tu" disse ammiccante, indicandole il sedile accanto al suo.

"Dove mi vuoi portare?" Domandò con un sorrisetto malizioso.

Megan si era immaginata tanti posti, meno che quello in cui si trovavano. Era un negozio italiano che offriva torte e un buffet gigante di frutta fresca e raramente reperibili in America. C'erano anche frutti esotici e qualcuno proveniente dalle loro parti.
Avendo previsto di scherzare e parlare, Cameron aveva prenotato un tavolo fuori, dove una ringhiera delimitava il posto, dalla strada.
Mentre Meg masticava delle fragole, Cam le ficcò un pezzo d'anguria in bocca che prese a scolarle sul mento.
Gran figlio di!
Era zuccheratissima e fresca e il sapore autentico.
"Cameron Rubini!" Lo rimproverò pulendosi con dei tovaglioli che portavano il logo del negozio.
"Coffee and chocolate".
Dovette perfino ingoiare i semini. Ecco perché non l'aveva presa, avrebbe sputato di continuo e non sarebbe stato per niente carino.
Cameron, la guardava intento a ridere come un matto e alla fine anche lei si lasciò trasportare.

Un'ora dopo era già rientrata e con la scusa di una doccia, si prese del tempo per stare sola. Fece anche lo shampoo e si vestí comoda per giocare un po' alla Xbox di Kurtney; si truccò; poi scelse un abito lungo blu elettrico, pur non sapendo dove Cam l'avrebbe portata quella sera. Il vestito le copriva la schiena e il decolleté, ma il taglio a giro sulle spalle le conferiva un'aria sexy. Era plissettato sul petto e sulla vita c'era una specie di cintura cucita sul tessuto stesso. La gonna scendeva leggera e morbida fino alle caviglie, da dove poi spuntavano dei sandali dorati alti. Megan sperava di non essere troppo elegante, ma non sapeva cosa aspettarsi e anziché mantenersi sobria aveva scelto di osare.

"Non capisco il motivo di tutte queste sorprese... ho aspettato anche troppo... e allora?"

"No Megan, non mi tirerai dalla bocca la nostra destinazione. Non é lontana, non soffrirai per molto."

Cameron aveva deciso di fare il vago ancora una volta, tuttavia Megan non si arrese.

"Vediamo... un pub?"

"Voli basso" rise Cameron, aumentando la marcia.

Non poteva essere attraente anche alla guida, accidenti!

"Allora una discoteca?"

"Non è all'altezza neanche lontanamente!"

"E va bene! Un cinque stelle?"

"Lo sai che é ancora poco?"

"Oddio, stai scherzando!"

"No, piccola".

Ah...

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