27. DOPPIA identità

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Domenica alle 17:22 Kurtney ricevette una telefonata dalla sua segretaria. Poteva staccare prima perchè un laureando cinese doveva fare una prova nella loro clinica, perciò poteva assegnargli il suo turno.

"Ovviamente la sua uscita anticipata verrà comunque compensata come in regola".

Abbassò la cornetta e si precipitò in ascensore sollevata.

Entrò in auto e partì, infilando le auricolari per telefonare a Megan, che rispose dopo i tre squilli.

"Holà signorina! Sono già di ritorno per oggi. Cambiati che andiamo a bere qualcosa!"

"Ehi Kurt, volevo fare la pantofolaia per stasera!"

"Sei impazzita? è domenica ed è doveroso uscire!"
In realtà c'erano dei pensieri che frullavano nella testa di Kurtney.
'Non voleva dimenticare.' Si diceva. 'Ma aveva solo bisogno di non pensarci, almeno quella sera. Voleva essere più forte quest'anno' pensò stingendo il manubrio tra le mani.

"Si si ho capito! Sono costretta, fai prima a dirlo!"

Si lasciarono con una risata e un'ora dopo erano sedute sugli sgabelli di legno di un pub in stile country. Il North Carolina ne era pieno zeppo di posti simili. 

Stavolta era toccato a Kurtney confidarsi, mentre Megan sorseggiava l'alcolico liquido rosso all'interno del bicchiere di vetro. Le luci basse conferivano intimità e relax su di loro. Avevano parecchi sguardi da uomini di mezza età, il più delle volte su di loro, ma non ci badavano prese dai discorsi e dalla loro comune indifferenza.
David Gable stava pian piano assorbendo il tempo e l'attenzione della tanto diffidente Kurtney Cat. E Megan sperava confetti per loro! Okay, magari era troppo detta così, ma era stanca di sapere sola sua sorella.
"Povero ragazzo Kurt!" La buttò sul ridere Megan. "Buttati una buona volta, é palese ti stia sforzando di stargli alla larga!"

"Oh, si vede davvero che non vorrei fosse più così?"

"Ovvio. E poi mantenere le distanze da lui non rende la cosa più facile, sai? Potresti pentirti in un futuro molto lontano!"

"In effetti potrei... nessuno mi ha presa in un modo tanto viscerale da farmi mettere tutto in discussione! Le mie idee, le fermezze, la certezza di poter stare bene anche da sola! Ma forse non é così... o non lo é più da quando c è lui."

"Parlami di questa persona. Di come la vedi"

"Be..." incominciò. Cercando le parole giuste, torturava lo stelo del suo calice. "È generoso, é... intelligente. Sembrerebbero aggettivi scontati, essendo un medico, ma lui non é così solo nell'ambito lavorativo. È razionale, sai? Molto. È anche l'uomo più istintivo che abbia mai frequentato!" Rise e gli occhi le luccicarono.

"Al contrario di te che sei letteralmente diplomatica!" Affermò Meg accompagnando la risata di Kurtney.
"E la cosa che invece ti piace di più?"
Senza esitare ella rispose subito.

"Fisicamente intendi? Mh... quel ciuffo nero sempre in mezzo agli occhi! Il modo accentuato in cui gli cade il camice bianco. Risalta la sua carnagione bronzea e la bocca piena. Ha degli stinchi tonici invidiabili, per uno che trascorre più tempo seduto dietro a una scrivania, che in palestra!"

"L'ho fatta apposta Kurt. E sei caduta nella trappola come ti volevo!"

"Cosa?" Non capiva.

"Era un esperimento. Se avessi mostrato un'aria sognante sarebbe stato tutto chiaro."

"Stronza!" Esclamò aprendo la bocca, colta sul fatto.
"E va bene Megan Cat. Lo faccio. Non mi faccio più prendere in giro da te!" Scherzò.
Pescó allora il cellulare dalla pochette e sotto agli occhi della sorella minore, gli scrisse che si, aveva accettato l'invito per l'indomani. L'aveva fatto attendere tutta la giornata, ma com'è che si dice, meglio tardi, che mai!

A mezzanotte erano tornate all'appartamento stanche e pensierose.
Kurtney avrebbe affrontato se stessa e soprattutto i suoi limiti.
Megan; un impegno nuovo dal quale si aspettava dei passi avanti nel suo lavoro. Ne aveva fatti tanti, era vero, ma voleva sempre di più. Era sempre stata una donna autoritaria quando si trattava di carriera. Era abituata a essere indipendente e ormai andava fiera di non dipendere dalle spalle di nessuno. Specialmente avendo cominciato in giovane età.
Quella notte si svegliò più volte, presa dagli incubi.
Non per paura che potesse andare storto qualcosa, ma perché tra due giorni sarebbe stato l'anniversario in cui aveva perso i suoi genitori. La data in cui, la sua famiglia, si era ridotta in un'unica persona: Kurtney.
Chissà se lei dormiva o se la sfioravano i medesimi ricordi.
Andò piano in camera sua per controllare e non si aspettó di trovarla in lacrime mentre stringeva l'album fotografico.
Era comprensibile che Kurtney soffrisse più di lei, forse aveva iniziato prima di quella sera a pensarci e non si era mai ostinata a farsi vedere. Ma anche quello che accadde quando Meg era piccola, bastò per cambiare le loro vite.
La sua vita.
Perciò, ce l'aveva pure Megan Cat, il diritto di stare male. Quelle persone le avevano dato un futuro migliore. Uno che non avrebbe mai immaginato. Ma più di tutto le avevano dato amore.
Quel sentimento tanto potente ed eterno che nessuno le aveva mai regalato prima di loro.
Si, ne aveva sicuramente il diritto. In fondo lei le cose più importanti le aveva perse per ben due volte!
Aveva due identità da custodire.
La prima era senza filtri: la Megan di oggi.
La seconda, quella che nascondeva dalla nascita ed era rimasta solo Kurtney, l'ultima sua complice.

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