21. Addio

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Ma Cameron Rubini era per caso un bipolare? Se l'attimo prima la accarezzava, quello dopo le sferzava un pugno, o viceversa. Non le aveva dato il suo addio prima? Come poteva permettersi di baciarla adesso? Okay la gioia, lo sfogo, la felicità, qualsiasi cosa, ma doveva pensarci prima alle sue azioni, non dopo averle commesse, dannazione! La trattava come un giocattolo, e non andava mica bene! Se non sarebbe sparito lui, l'avrebbe dovuto fare lei! Per tutelare se stessa! Per la sua incolumità mentale! Si scrollò da quello stato di shock e a passo svelto si diresse verso il balcone. Si avvicinò decisa a Cameron e gli tirò uno schiaffo che emise un suono sordo. Cam non si fece prendere dalla sorpresa e le afferrò i gomiti prima che potesse scappare. Il vento scompigliò i capelli lunghi di Megan che lo fissava con le prime lacrime che uscivano rabbiose.
"Basta Cameron, basta farmi male! Io... ti odio con tutta me stessa! Non riesco più a guardarti in faccia per il modo in cui mi hai sempre usata!"
"Shh lo so, vaffanculo! Lo so..."
La strinse con possessività e lei si concesse di aggrapparsi alla sua schiena e tirargli flebili pugni. Le accarezzò i capelli e strinse le palpebre.
"Non so perché non faccio altro che comportarmi ingiustamente, ma cazzo Meg, non ci capisco più niente neanch'io! E se adesso ti voglio é un fottuto problema mio! É evidente che siamo sole e luna e non potremmo mai incontrarci".
"Infatti non facciamo altro che scon-trarci Cam" rise tra il pianto.
Si guardarono ridendo e poi fu lei a fargli una richiesta inaspettata.
"Baciami Rubini. L'ultima volta. Però sarà un addio definitivo".
Senza farselo ripetere, Cameron la baciò con veemenza, come a volerle imprimere quanto più possibile quel bacio, quel ricordo.
Le sue labbra, un gusto misto di fumo e prosecco.

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