47. BOLLENTE Vendetta

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Come ogni mattina da quando lavorava per la Harper Agency 2000, Megan passò dal suo consueto tabaccaio che ormai la conosceva benissimo, per farsi dare il solito giornale mattutino, per il suo capo. Era situato proprio di fronte casa sua e di Pet, quindi dopo essere scesa e fatto l'acquisto, fermava un taxi e si faceva condurre in ufficio.

Non apriva quasi mai il quotidiano, perché riteneva sufficiente vedere il telegiornale di prima mattina, mentre faceva la colazione con Peter. Quel giorno però, Sergio aveva fatto troppi capricci, non ne voleva sapere di andare a scuola; così intenta a stargli dietro e convincerlo a sistemarsi, si era perso il notiziario. Aprì i grandi fogli, senza però darci irrilevante attenzione, ma restò a bocca aperta quando lesse:

"RAPITA VICTORIA OLIVEIRA, LA MODELLA BRASILIANA, MOGLIE DEL GIORNALISTA NEWYORKESE CAMERON RUBINI.

Nella foto in alto a sinistra, possiamo vedere la famiglia sorridente. La figlia Cassandra, tra le braccia della madre. La vittima è scomparsa tre giorni fa, si presuppone, a causa di scopi vendicativi per scontri avuti tra il marito e il capo spacciatore del North Carolina.

Leggi l'articolo per ulteriori dettagli."

Saranno state le buche che quel dannato tassista non si risparmiava di scansare, o il freddo proveniente dai finestrini aperti, a congelarla; o molto più quella scritta in caratteri cubitali. Ma un senso di vertigine, nausea e impietrimento, travolsero Megan come un fiume in piena.

Era solamente sconvolta.

A cosa alludeva la causa?

Cameron poteva essere entrato in uno sporco giro?

No, non era possibile. Avrebbe letto e sarebbe venuto fuori che si erano sbagliati. Che sotto c'era tutt'altro, che Cameron non aveva perso davvero i neuroni.

"Si presume, perché non si hanno conferme a riguardo, che il giornalista trentottenne Cameron Rubini, abbia avuto un momento di crisi e si sia rifugiato nel conforto di sostanze stupefacenti. Relative informazioni sono state concluse, quando il corpo unitario, ha ispezionato sia la casa, sia il cellulare del sottoscritto. Fortunatamente, dall'abitazione ispezionata, non è emerso nessun particolare differente o pericoloso, ma altrettanto non si può dire di quello che è stato trovato sul suo telefono personale. Tra le chiamate più frequenti, il nome di Ayaz O' Brian, compare troppo spesso. Dalle ricerche, si è visto che il quarantaquattrenne americano, abbia avuto problemi con la legge, in particolare per essere stato beccato con un carico di hashish sei anni fa. Non si sa con esattezza, cosa trami e quali siano i precisi movimenti sviluppati dal tale. Verrà dunque ricercato e condotto in caserma per indagare sul suo conto. Nel frattempo, Rubini, è stato rilasciato dopo aver passato l'intera notte in caserma. Nei prossimi giorni, un minuzioso interrogatorio delineerà i fatti. Della modella invece, non sono state trovate tracce.

Nelle successive ore, i nuovi aggiornamenti."

***

Megan non fece in tempo a raggiungere la destinazione che si fece lasciare una fermata prima. Rimise in un cassettone di rifiuti e si riflesse nello specchietto da borsa. Era impallidita e le girava la testa.

"Pronto, Jacob Harper di HA2000, con chi parlo?"

"J-Jacob, sono Megan... mi scusi enormemente per l'avviso improvviso, ma mi sento poco bene. Ero già in strada, ma probabilmente ho appena avuto un calo di pressione"

"oh, mi dispiace Megan, sa che non si deve preoccupare quando si tratta di queste cose. Si prenda pure qualche giorno di riposo se li necessita"

"sul serio, potrei? Mi farebbe un favore enorme, ne avrei davvero bisogno. Sono sicura che lo stress mi stia immobilitando un po', nell'ultimo periodo, quindi non ci sarebbero problemi?."

"Megan, sei diventata mia dipendente quando avevi solo ventiquattro anni. Parliamo che ad oggi ne sono passati dieci e mi fido ormai ciecamente di te. Ti sei dimostrata un successo per ogni anno che sei rimasta. Che problemi dovrebbero esserci? I colleghi non ti mancano, si divideranno il lavoro e ce la faremo lo stesso. Inoltre parliamo solo di qualche giorno, stia serena. Pensi solo a ritrovare il suo devoto equilibrio."

Megan gli fu grata come sempre, del resto. Jacob aveva un cuore d'oro e anche se continuavano a darsi del 'lei', il loro rapporto era cambiato. Erano molto più amici che freddi conoscenti di lavoro.

Pensò a cosa avrebbe potuto fare in quei giorni di pausa che aveva ottenuto. Erano stati un puro miracolo e non poteva sprecarli in casa ad aspettare notizie e rimuginare su quel terribile accaduto.

Perché era ovvio. Qualcosa l'avrebbe fatta!

Andò a sedersi in un caffè del quartiere e prese qualche dolciume accompagnato a un ginseng, per apportare un po' di zuccheri nel sangue. Intanto che attendeva, sospirò, intricando le dita nei capelli.

Pagò e quando uscì sentì le energie rianimarla, mentre il vento pungente di dicembre le pizzicava occhi e guance.

Il tempo che le serviva, le era bastato.

Aveva preso una decisione.

Forse folle,

improbabile,

assurda.

Ma era ferma nel darsi da fare.


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