"Che stai dicendo Cameron, cosa centra con te la mia famiglia? Tu... tu non sai niente di loro, di me..."
"So il giusto. Quello che mi basta!"
Megan sussultò difronte all'ira di Cameron che però si ricompose subito. Appoggiò il bicchiere ai suoi piedi per sfregarsi gli occhi, poi si passò la mano tra i capelli neri. Ristabilì il contatto visivo appena riprese il racconto.
"Vuoi saperlo Megan? Mh?".
Si alzarono entrambi, fronteggiandosi.
"Il fratello di tuo padre Megan, tuo zio! Tuo zio era l'amante di mia madre! È mio padre" cacciò d'un fiato, puntandole un dito.
"No, non è vero, tu... tu non stai parlando sul serio."
La voce di Megan quasi inudibile. Dovette sedersi per non crollare.
Di che stava parlando? Persino lei non era una Cat di sangue, addirittura lo era invece lui?
Cameron riprese, interrompendo gli interrogativi che divoravano quella ragazza.
"Tuo zio e tuo padre avevano un pastificio in società, giusto?".
Megan annuì impercettibilmente.
"Mia madre passava spesso da loro per comprare la pasta. Quando mio padr-... quando Sergio le chiese la sua mano, lei fu così entusiasta che le venne in mente di imparare a fare quella pasta fresca che Sergio amava tanto per fargliela con le sue mani. Voleva che la insegnassero prima di sposarsi. Così chiese a tuo zio se poteva farlo. lui accettò senza esitare. Anzi, non aspettava praticamente altro. Si era infatuato di mia mamma e quella sarebbe stata l'occasione perfetta per sedurla. Difatti, iniziarono a passare molto tempo insieme, spesso anche da soli negli orari di chiusura, in quella fabbrica immensa, a New York."
"Mio padre allora non ne sapeva nulla..." pensò Megan a voce alta. "I miei genitori sono morti e finchè sono stati in vita non ho mai saputo niente di tutto ciò".
"Ah, mi dispiace... oppure hanno coperto alla perfezione tuo zio..."
"Stai insinuando che due persone si siano portato un segreto del genere nella tomba, Cameron?"
"Niente è scontato, niente è certo e tutto può essere" disse infine, alzando le mani.
"Mi sembra tutto surreale! Un momento... quindi..."
"Si Megan, sei mia cugina"
"no!" disse con un movimento convulso della testa.
"Non è come credi... io... non sono sangue del tuo sangue!"
"Che vuoi dire?"
"no Cameron, non posso, non voglio, non ora!" si alzò disperatamente. Stavolta era lei che faceva avanti e indietro. Era alle strette.
"Non sono pronta a dirti chi sono, ma soprattutto... da dove vengo!"
"Perché Megan? E perché non ti fidi ancora di me!?". Cameron le afferrò le spalle, trafiggendola con uno dei suoi sguardi profondi che la tagliavano dentro.
"Che significa? È presto nonostante tutto! Sono letteralmente sconvolta! E non abbiamo neanche finito ancora! Non mi ero mica preparata ad assorbire dei segreti così radicati, che cambierebbero la vita di chiunque! Mi serve tempo, Cam".
"Okay. Va bene. Te lo darò. Ma poi anche tu dovrai aprirti con me, Megan. Ormai abbiamo soffiato il polverone"
"lo so... Cameron?"
"mh?"
"Perché il tuo cognome, cioè..."
"ah, si. È ancora tutto in corso... dovrebbero passarmi il tuo cognome, ma fin ora la legge ha casi più importanti del nostro, a cui badare. Non voglio neppure io stesso che venga apportata questa modifica. Diventerei un'altra persona. E quella persona non la conosco. Non la accetterei."
"So che intendi, credimi. E... la casa?"
"già, questa... era sua. Di Sergio. Si è preso tutto, quando lasciò la mamma. Tutto quello che era suo. Ma non questa. Si avvicinò con le valigie in mano e disse le sue ultime parole prima di sparire.
'Figliolo io ti vorrò bene per sempre, non dubitare di questo, neanche se saremo ormai lontani. Non volevo abbandonarti, te lo giuro. Ma è troppo grande il dolore che mi colpisce, quando ti guardo negli occhi e quegli occhi non sono... va bene, basta così, figliolo. E ti voglio un bene così immenso da volerti lasciare questa casa.'
Non è neanche di mia madre. Solo mia. È persino scritto nero su bianco"
Cameron aveva preso a piangere e Megan aveva iniziato a cullarlo, stringendo la testa di Cam, appoggiata sulle sue gambe scoperte.
"Oddio Cameron, ti prego non fare così. Hai ragione, okay? Probabilmente anch'io me la sarei presa con te, al tuo posto... eppure sono proprio io la persona che con tutta questa faccenda, non ha niente a che vedere".
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Nero Profondo
DragosteNero, é il colore degli occhi di Cameron Rubini. Nero, come il suo cuore, il suo carattere a volte arrogante, altre passionale. Un uomo con una corazza dura, impenetrabile, indecifrabile. Nero, come la sua risata. Nero, come il suo passato. Per col...