Prologo

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《Magnus! Vieni un momento!》.

Non avevo neanche fatto in tempo ad andare nelle latrine ed ecco di nuovo urlato il mio nome. Sbuffai e ritirai su i pantaloni, per poi correre verso la sala del trono.

Non appena la raggiunsi sentii un sonoro sbuffo.

《Quale parte di "devi essere sempre vicino" non ti è ancora chiara? E se fosse venuto un assassino a cercare di uccidermi?》, sbottò una voce squillante.

《Con tutto il rispetto di questo mondo, mio re, anche la fedele guardia del corpo del sovrano ha i suoi bisogni fisiologici da soddisfare! E non dica bugie, se un assassino fosse arrivato fin qui lo avreste già fatto fuori voi prima che io riuscissi anche solo a sfoderare la spada》, ribattei seccato.

Regina, Magnus. Non re, regina》.

Alzai gli occhi al cielo, ignorando lo sguardo del nostro sire, Alex, su di me.

Ero stato in molti altri regni prima di finire al suo cospetto e in nessuno ero stato accolto da un sovrano tanto particolare.

Alex aveva un aspetto abbastanza ambiguo: non si capiva se fosse un maschio o una femmina. O meglio, io non lo sapevo, ma probabilmente i suoi assistenti e i suoi servi ne erano al corrente eccome. Ad aumentare la sua stranezza aiutavano i suoi capelli tinti di verde - non avevo idea di come avesse fatto a cambiare il colore - e gli occhi di colore diverso. Come aspetto sembrava decisamente provenire da un romanzo inventato.

La cosa più insolita e che sicuramente metteva più in difficoltà tutti era il fatto che ogni tanto si faceva chiamare "re", altre volte "regina". Con quale criterio lo scegliesse non era qualcosa a me noto, ma almeno non si irritava per i nostri continui sbagli.

Tutto questo probabilmente l'aveva resa più incline ad accettare la gente diversa, o non avrebbe mai accettato come guardia del corpo un ragazzo che combatteva con la mano sinistra e che per giunta si beccava infatuazioni per ragazzi e ragazze senza differenze. Quella persona sarei io, tra parentesi, piacere.

《Comunque sia, mia signora》, mi corressi, 《Mi ha chiamato solo come prova o anche per un motivo più preciso?》.

《Per avere compagnia. Sono qua sola e non ho niente da fare. Il regno è in pace, c'è giustizia come dovrebbe essere, non ci sono criminali da condannare a morte. Mi annoio!》 esclamò. Solitamente avrebbe chiacchierato con le guardie, ma essendoci come aveva detto la pace aveva dato loro un giorno libero.

《E che posso farci io?》.

《Puoi togliermi la noia. Non è che posso farti la treccia? Mi ispira troppo l'idea di intrecciarti quei capelli così lunghi e arruffati》, disse con un'espressione di tenerezza e pietà mischiati insieme.

《Solo se prima mi lasci andare in bagno come avrei dovuto fare prima》, dissi, ben sapendo di non aver possibilità di resisterle. Era la sovrana, non potevo di certo dirle di no.

Alex sbuffò sonoramente e annuì. Come sempre l'averle dato del "tu" non le aveva dato problemi, anche se era ammesso solo se eravamo soli noi due.

《Bene. Torno subito》, dissi tornando sui miei passi.

Durante il tragitto pensai che se qualcuno avesse visto cosa succedeva davvero là dentro avrebbero passato tutti a fil di spada per "corruzione da parte del demonio" o qualcosa del genere.

Non era normale che un sovrano lasciasse giorni liberi alle guardie, desse una sorta di diritti anche alle donne che lavoravano lì e soprattutto che facesse le trecce alla propria guardia del corpo per combattere la noia.

Non era normale, ma lì l'anormalità era ammessa e accettata. Perché lamentarsi se tutti vivevano felici e tranquilli?

My Sire || FierrochaseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora