Il mattino seguente, ventuno settembre, mi alzai dal letto con due buoni propositi: comprare penne e quaderni per tornare al più presto a scuola (visto che mi ero già persa l'intera prima settimana) e lanciarmi a capofitto nell'organizzazione della festa celebrata, ogni anno, dalle streghe il giorno dell'equinozio d'autunno: Mabon.
Il tutto, ovviamente, per pensare il meno possibile alla situazione di mamma e papà.
La prima tappa la feci quindi in cartoleria, dove comprai talmente tanta cancelleria che avrei potuto rifornire la scuola per un anno intero.
Poi, con tutti i nuovi acquisti sottobraccio, entrai nell'unica caffetteria del mio paese perché, strega o non strega, senza la mia dose di caffeina mattutina sarei diventata irascibile come pochi. Mi affiancai al bancone e, in meno di due secondi, mi ritrovai schiacciata fra due figure che mi sovrastavano.
«Ma voi due non dovreste essere a scuola?» domandai, ridendo, ai miei due migliori amici.
«Nah. Aspettiamo di fare un rientro trionfale con te al nostro fianco» blaterò Michan, pagando il caffè al posto mio.
«Ehi!» sbottai, cercando di afferrare le sue monete, invano.
«Non ti vedevo da cinque mesi, permettimi almeno di offrirti un caffè» si giustificò, sorridendo sornione.
Labhraidh, intanto, afferrò una brioche dal bancone e la inzuppò nel mio caffè, per poi sventolarmela sotto il naso affinché la addentassi.
«Vi state comportando in un modo troppo strano» biascicai, mentre masticavo la brioche con fare non del tutto signorile.
«Cosa bolle in pentola?» domandai quindi, conoscendo entrambi talmente bene da essere sicura al cento per cento che la loro improvvisa gentilezza non era disinteressata.
«Beh ecco...» cominciò Michan, grattandosi la testa.
«Keira ci ha detto che i tuoi probabilmente si lasceranno» snocciolò con nonchalance Labhraidh, aggiungendo poi: «Così abbiamo pensato ti servisse una... cioè, due spalle su cui piangere».
Sorrisi, commossa dalla gentilezza dei miei migliori amici.
«Cavolo, ragazzi, lo sapete di essere i migliori del mondo?» strillai, stritolandoli in un abbraccio.
«Sì, lo sappiamo!» esclamò Michan, proprio mentre Labhraidh borbottava: «Ehi, ehi, niente effusioni in pubblico».
Risi di nuovo, beccandomi un'occhiata speranzosa da quest'ultimo: «Quindi niente pianti disperati?» domandò.
«No, per ora no» lo rincuorai.
«Ehi, ma lo sai che mio nonno è partito alla carica un'altra volta? Ieri sera, mentre mi parlava di te, sembrava stesse presentando un prodotto da vendere al miglior offerente!» gli confidai, sapendo che la cosa lo avrebbe fatto morire dalla vergogna.
«Oddio, i vostri nonni sono ancora convinti che vi sposerete? E fantasticano ancora sui tanti bei bambini che sfornerete, dai capelli castani come i tuoi e dagli occhi neri come i suoi?» mi domandò Michan, ridendo come un pazzo.
«Sta' zitto, tu!» borbottò Labhraidh, «È successo una volta sola che discutessero di quelle cose. Per di più, mio nonno ha detto chiaramente che avrebbe voluto che i miei figli ereditassero i capelli rossi della mamma di Rowan» aggiunse, questa volta ghignando.
I nostri nonni, alle volte, sapevano essere veramente terribili.
«Poveri voi» commentò Michan, ridendo ancora e guadagnandosi due occhiate omicida.
«E se andassimo a fare spese per Mabon?» domandai poi ai miei due amici, fissandoli con sguardo implorante.
In realtà avrei anche potuto fare a meno di chiedere, perché sapevo che entrambi adoravano girare per negozi prima dell'equinozio d'autunno, anche se non l'avrebbero mai ammesso: essendo il periodo del raccolto, i simboli di questa festa altri non erano se non l'uva, il granoturco, la melagrana e, fiore all'occhiello, il vino.
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Stirpe Di Strega
FantasyRowan O'Brien ha quasi diciotto anni, vive in Irlanda ed è una strega. O meglio, lo sarebbe se fosse in grado di eseguire il Rito d'Iniziazione del suo clan. In qualità di figlia del capo clan, sa di suscitare l'attenzione dell'intera congrega, ma...