La Banshee pt.1

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«Quindi tu, Michan e Labhraidh avete già deciso di entrare nella milizia volontaria?» mi domandò Saoirse, scrutandomi con tanto d'occhi.

Era lunedì, e io e lei stavamo camminando lungo il corridoio scolastico, dirette verso la mensa. Una noiosa pioggerellina picchiettava sulle finestre, mentre il vento gelido ululava e scuoteva i rami ormai spogli degli alberi. Il paesaggio ghiacciato e desolato al di là del vetro mi fece rabbrividire, nonostante all'interno dell'edificio scolastico i caloriferi garantissero un tiepido calore delle aule, così mi strinsi nel mio lungo maglione nero e tirai le maniche dell'indumento finché anche le punte delle mie dita furono coperte dal caldo e morbido tessuto.

Tenendoci in disparte rispetto alla calca di studenti che stava spintonando per giungere il più in fretta possibile alla mensa, io e Saoirse stavamo discutendo dei pro e dei contro dell'arruolarsi nell'esercito di streghe che si stava lentamente andando a creare, e le avevo appena comunicato che sia io che i miei due migliori amici avevamo già preso la nostra decisione in merito.

«Sì. Abbiamo fatto una videochiamata ieri sera e abbiamo analizzato la questione sotto diversi aspetti... alla fine siamo giunti alla conclusione che nessuno di noi tre vuole rimanere in disparte. Potremo anche agire da adolescenti incoscienti, ma non ci vogliamo perdere l'azione» le risposi infatti, cercando di non parlare a voce troppo alta per non farmi sentire dagli altri ragazzi.

Saoirse corrugò le sopracciglia perfettamente disegnate e mi domandò: «Sei sicura di ciò che stai dicendo? Potresti morire, Rowan... non ti conviene finire il tuo addestramento al fianco di Rían e decidere in seguito?».

Scossi la testa e cercai di farle capire il mio punto di vista: «Non voglio più sentirmi debole, mai più. Ho bisogno di sapere che sto facendo qualcosa di buono, e unirmi ai Guerrieri mi sembra la cosa più giusta da fare. Inoltre...» aggiunsi, facendole l'occhiolino, «... credo di aver preso la mia decisione quando ho scelto di aiutare Rían nell'ammazzare quel Leipreachán».

«E i vostri genitori cosa ne pensano?» mi chiese, pensierosa.

«Sono ovviamente contrari... ma non possono fare più di tanto, dopotutto abbiamo diciotto anni. Cioè, io li compirò a breve, ma è come se li avessi già» borbottai, ripensando a quando, due sere prima, avevo ricevuto una telefonata da un arrabbiatissimo Ábharrach O'Brien, che mi aveva strillato nell'orecchia per un quarto d'ora buona che, finché fossi stata minorenne e sotto la sua patria potestà, non avrei nemmeno potuto pensare di arruolarmi in un esercito di streghe.

«A proposito, quand'è che cade il tuo compleanno?» mi domandò la mia amica con un luccichio negli occhi che non mi piacque nemmeno un po'.

Prima che potesse anche solo formulare un altro pensiero coerente, la fulminai con lo sguardo e l'ammonii: «Non mi piace il mio compleanno, quindi non osare organizzare qualcosa di strano perché rischi la morte».

Saoirse sollevò le mani in segno di pace e, ridendo, esclamò: «Okay, okay, ho afferrato il concetto... niente feste a sorpresa per Rowan. Dimmi, dunque, quand'è e come mai lo odi?».

«È il diciassette dicembre, e non mi piace da quando di anni ne avevo otto... allora, il mio bisnonno mi fece presente – con davvero poco tatto – che festeggiare il compleanno era da stupidi, perché non c'era nulla da celebrare nell'avvicinarsi di un anno alla morte. Da quel momento in poi, nel giorno del mio compleanno mi sembra di sentire la morte che mi alita sul collo come un avvoltoio, e la cosa non è affatto piacevole» le dissi, rabbrividendo.

Saoirse scoppiò a ridere, facendo voltare numerosi ragazzi, incantati dal suono della sua risata cristallina: «Rowan, santo cielo, il tuo bisnonno ti ha solo suggestionata! Non puoi odiare il tuo compleanno per una cosa così stupida» esclamò, piegata in due dalle risa.

Stirpe Di StregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora