La miglior Strega Guida del mondo pt.2

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La mattina seguente, mentre insieme a Saoirse camminavo verso l'edificio scolastico, mi accorsi delle interessate occhiate che molti studenti lanciavano nella nostra direzione. Inizialmente non ci feci molto caso, ma scoprii il motivo di tutta quella curiosità quando, chiudendo l'armadietto dopo aver preso i libri di testo, mi ritrovai un Martin Benson piuttosto seccato appoggiato all'anta di fianco alla mia.

«Avresti potuto dirmelo che ti vedi con Rían O'Neill» esordì, fissandomi con astio.

Sospirai pesantemente e risposi: «Non stiamo insieme, se è quello che stai insinuando. E poi, come fai tu a conoscerlo?» indagai.

Martin fece una smorfia: «Avanti, chi non lo conosce?» domandò, alzando gli occhi al cielo.

Non capendo il suo atteggiamento, inarcai un sopracciglio e lo fissai in attesa di una spiegazione un po' più soddisfacente.

Martin borbottò: «Oh, per favore! È stato uno dei più forti giocatori di rugby degli ultimi decenni, e ha fatto vincere il campionato nazionale alla nostra scuola. Per di più, si dice che abbia avuto una relazione con un'insegnate, che non a caso ha chiesto il trasferimento l'anno dopo che O'Neill si è diplomato, ma nessuno ha mai capito se fosse solo un'insinuazione o se fosse la verità. Inoltre, non so se il tuo fidanzato te l'abbia detto, ma è stato bocciato un paio di volte... e si dice che fosse in un brutto giro, insieme a quei suoi amici grossi e pompati. Probabilmente li conosci, vivono tutti nel tuo stesso villaggio» concluse il ragazzo, con le labbra piegate in un'espressione di disgusto.

Trattenni una risatina, e scossi la testa divertita: «Sì, Rían mi ha raccontato un paio di cosette in merito, ma ti posso assicurare che non è in un brutto giro. È un bravo ragazzo, Martin, non è un diavolo con le corna» gli dissi, mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Bravo ragazzo...» borbottò, «Se tu sapessi le cose che so io sul suo conto, gli staresti lontana almeno cento metri».

Sbuffai: «Santo cielo, io e Rían siamo amici! Non saranno sicuramente le cose che mi dirai tu a cambiare l'idea che io ho di lui!» esclamai, cercando di fargli capire che ben poco mi importava della sua opinione.

«Rowan, tu mi piaci... e non voglio che un affascinante e misterioso bulletto di provincia ti spezzi il cuore. Spero davvero che tu non debba provare sulla tua pelle di che razza di bastardo ti sei infatuata» mi mise in guardia Martin, fissandomi con uno sguardo molto serio.

Mi dispiacque davvero molto per lui, perché non avrebbe mai potuto capire il motivo per cui avrei sempre preferito uno come Rían a lui, e io non avrei nemmeno potuto spiegarglielo. Certo, nessuno aveva nulla contro le streghe che avevano relazioni con gli umani, ma era oggettivo come fosse molto più semplice passare la vita con un'altra strega, meglio ancora se del proprio clan.

Martin non avrebbe mai potuto capire una persona come Rían, perché per lui sarebbe sempre stato un "bulletto di provincia", una persona strana e misteriosa, un ragazzo bello e bravo i tutti gli sport, l'esatto prototipo del tipico adolescente popolare e amato dalle ragazze, che nessun umano avrebbe mai potuto eguagliare. L'apparente rancore che Martin provava nei confronti di Rían era quindi comprensibile, anche perché, ai suoi occhi, io ero l'ennesima ragazzina affascinata dal ragazzo bello e dannato, che preferiva Rían ai ragazzi come lui, puliti e "normali".

«Ascoltami, Martin...» cominciai quindi, posandogli una mano sulla spalla, «Io conosco Rían davvero bene, e so che lui ci sarà sempre per me. So che tu non mi crederai, e continuerai a pensare che sono una sciocca, ma lui è una sorta di angelo custode, per me. E lo è a prescindere da quale sia la natura della nostra relazione» gli spiegai, cercando di fargli capire il mio punto di vista.

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