Una famiglia... particolare pt.1

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La mattina seguente, dopo un'abbondante colazione, arrivò il momento di fare i bagagli: eravamo ormai stati tutti assegnati ad un clan, e non aveva senso che rimanessimo ulteriormente sui monti di Wickolw.

«Io cosa devo fare, Rían?» domandai alla mia strega Guida non appena Solamh ci ebbe congedato, con la raccomandazione di non dimenticare nulla nelle camere o nei bagni.

«Prepara tutto, poi andremo insieme al tuo villaggio. Resteremo a casa tua per un paio di giorni, giusto il tempo di fare le valige e di prendere tutti i tuoi effetti personali, poi ripartiremo per la contea di Galway, dove si trova la sede dei Daoine Sidhe».

«Galway?» domandai, «Che posticino carino» commentai poi, ripensando a quando, circa cinque anni prima, mi ci ero recata per visitare le imponenti scogliere che caratterizzavano quella particolare parte dell'Irlanda.

«Vedrai, ti piacerà» mi disse Rían, con un luccichio negli occhi.

«Come fai a dirlo?» gli domandai con una certa dose di stizza mentre mi avviavo verso la camera che dividevo con gli altri Leipreachán, con il ragazzo alle calcagna.

«Tu ancora non te ne rendi conto, ma sei più Daoine Sidhe di molti membri del clan... Ti ho osservata a lungo, Rowan, e credo di aver trovato più di una cosa in comune fra di noi» mi rispose con un sorriso, afferrando una delle mie magliette da una sedia e mostrandomela. «My Chemical Romace? Sul serio?» mi domandò poi, ridendo, alludendo al logo della band stampato sul tessuto nero.

«Ehi! Gerard Way è la mia vita!» borbottai, strappandogliela dalle mani e piegandola con rapidità, arrossendo per avergli confidato la mia colossale cotta per il cantante.

Rían fece un mesto sorriso e una fossetta gli comparve sulla guancia sinistra: «Questa è un'altra cosa che abbiamo in comune».

Lo guardai con tanto d'occhi: era raro conoscere qualcuno che condividesse i miei stessi generi musicali... e che conoscesse Gerard Way.

«Potrebbe non rivelarsi così male essere la tua Strega Guida» commentò Rían, strizzandomi l'occhio e mettendo nella mia valigia un maglione meticolosamente piegato.

Sentii il sangue affluirmi alle guance, così mi voltai per impedirgli di vedere il mio rossore. Nonostante questo, sorrisi soddisfatta e risposi: «Lo stesso vale per me, compagno».

Due ore dopo eravamo tutti pronti. Le valigie erano accatastate all'ingresso, i cappotti erano sparsi sulle poltrone e un forte chiacchiericcio rallegrava la stanza. Raggiunsi Labhraidh e Michan, e vidi che quest'ultimo si stava segnando il numero di cellulare di Saoirse su un braccio: «Ti faccio uno squillo adesso, così mi assicuro che tu non mi abbia dato un numero falso» lo sentii dire infatti, e mi rallegrai nel vedere il sorriso sghembo che rivolse alla ragazza.

«Come sta la mia combina guai preferita?» domandò in quel momento una voce alle mie spalle. Mi voltai e mi ritrovai avvolta fra le muscolose braccia di Solamh, che si arrotolò una ciocca dei miei capelli sul dito.

«Mi mancherai!» esclamai, stupendomi per l'ennesima volta di quanto mi fossi affezionata al capo clan dei Gancanagh in così poco tempo.

«Anche tu, Rowan. Fatti sentire, qualche volta» mi sussurrò all'orecchio, facendomi l'occhiolino. Afferrò con delicatezza il mio braccio e mi rimboccò la manica del maglione, arrotolandomela fino al gomito. Una penna gli apparve in mano e, meno di cinque secondi più tardi, mi ritrovai un numero di telefono scritto a caratteri cubitali sulla pelle, seguito dalla scritta "Sono sexy, chiamami!".

«Ma quanto sei narcisista?» esclamai ridendo, scoccandogli un bacio sulla guancia e aggiungendo: «Lo farò, promesso».

«Rowan! Muoviti, tuo padre ti sta aspettando!» strillò in quel momento mia nonna, agguantandomi per un braccio e trascinandomi via da Solamh.

Stirpe Di StregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora