La prima settimana di dicembre fu l'inaugurazione di una nuova fase della vita di Moira O'Moore.
Io e lei ci trasferimmo formalmente a casa di Laidhgeann O'Neill, ed io notai che mia madre provava un'infantile soddisfazione nel sistemare i suoi vestiti negli armadi e nei cassetti, nel lasciare trucchi e cosmetici in disordine per tutti i bagni della casa, o anche solo nel lasciare libri e oggetti personali nel salone. Era un po' come se stesse marchiando il territorio, come se, seminando i suoi effetti personali per tutta la casa dell'uomo che amava, stesse imponendo un qualche strano possesso su di lui. La cosa non poteva che piacere a Laidhgeann, il quale osservava con sguardo adorante ogni bizzarria di mia madre, apprezzando anche le sue più stravaganti stranezze, e non faceva che ricordarle quanto poco fosse cambiata rispetto all'ultima volta in cui si erano visti, decenni prima.
La situazione aveva stimolato la mia curiosità, e il non sapere cosa avesse portato mia madre ad abbandonare il suo clan e il suo unico, grande amore, mi stava letteralmente facendo rodere le meningi. Non riuscivo davvero a capacitarmi della sua decisione, e per questo mi ripromisi di domandare delucidazioni al più presto.
Moira e Laidhgeann, comunque, apparivano gli amanti più innamorati e felici sulla faccia del pianeta. Il loro rapporto si era ricucito in fretta, e avevo malauguratamente scoperto i due in atteggiamenti intimi più di una volta, con mio sommo imbarazzo. Languidi sguardi, occhiate maliziose e sussurri a mezza voce erano ormai all'ordine del giorno e, per quanto gioissi della felicità di mia madre, non ero affatto abituata ad osservare tali manifestazioni d'affetto tutto il giorno, tutti i giorni.
Per di più, mi sentivo sempre il terzo incomodo, la figlioletta impicciona che disturbava il loro idilliaco nido d'amore, e la cosa, lo ammetto, un po' mi scocciava.
Proprio per questo motivo avevo deciso di passare la maggior parte del mio tempo fuori da casa, ma la cosa non si era rivelata facile quanto avessi pensato. In realtà, confidavo nella mia Strega Guida: speravo che Rían mi trascinasse in una delle sue lezioni estenuanti e faticose o, meglio ancora, che si decidesse a distrarmi in tutt'altro modo... forse deliziandomi con i suoi commenti piccanti o piccati, o più semplicemente con la sua bella presenza.
Sfortunatamente per me, Daghain aveva deciso che era giunto il momento di punire la sua disobbediente e ingrata nipote, e aveva deciso che privarmi di Rían fosse una vendetta piuttosto equa e soddisfacente: aveva infatti imposto al ragazzo numerosi compiti da svolgere per proteggere il suo clan, doveri che, a quanto pareva, lo esentavano dal suo ruolo di Strega Guida.
Erano quindi ben sei giorni che i miei rapporti con Rían si limitavano a brevi e sporadici incontri, nei quali ci scambiavamo, per lo più, sorrisi di circostanza e frasi fatte, il tutto perché eravamo sempre circondati da troppe persone, e la cosa mi stava lentamente logorando dall'interno. Ero costantemente assalita dai dubbi e dalle preoccupazioni e la notte, quando ero sola nel silenzio della mia nuova camera e lasciavo i pensieri liberi di tornare alla sua macchina o al suo letto matrimoniale, non facevo che domandarmi se il mio interesse nei suoi confronti fosse generato da un reale sentimento o se si trattasse di una pura e semplice attrazione fisica, aggravata dal suo essere il mio precettore e dall'aura misteriosa e seducente di cui risultava costantemente avvolto. Era doloroso dubitare di me stessa, soprattutto visto che non mi ero, mai in tutta la mia vita, trovata davanti ad un simile dilemma, che mi attanagliava lo stomaco e mi impediva di dormire sonni sereni.
Quando però cessavo di pensare per convenzioni e smettevo per un istante di cercare di comprendere l'irrazionale desiderio e bisogno che avevo di lui, ecco che sbocciava in me l'insana voglia di tenerlo stretto, di non lasciarlo più andare, di perdermi nei suoi occhi del colore del cielo più cupo e di osservarlo fino a consumarmi la vista. In quei momenti riuscivo a pensare solo a quanto stessi bene in sua compagnia, a quanto riuscissi ad essere me stessa e a quanto mi sentissi protetta con lui, ma anche a quanto male mi facesse che ci fosse una distanza fisica fra di noi. Mi era infatti capitato più di una volta di domandarmi fino a che punto sarei stata disposta a spingermi per lui... e in ogni occasione in cui me lo ero chiesta, la risposta era sempre stata una sola: non c'era limite che non sarei stata pronta a superare. Insieme a Rían mi sentivo potente e indomabile come non lo ero mai stata, e la fiducia totale che riponevo in lui non faceva che accrescere il mio desiderio di donargli tutto quello che possedevo.
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Stirpe Di Strega
FantasyRowan O'Brien ha quasi diciotto anni, vive in Irlanda ed è una strega. O meglio, lo sarebbe se fosse in grado di eseguire il Rito d'Iniziazione del suo clan. In qualità di figlia del capo clan, sa di suscitare l'attenzione dell'intera congrega, ma...