Qualcosa su di me

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Allungai un braccio e accesi la radio, sintonizzandola su una canzone rock e lasciando che i bassi mi rimbombassero debolmente nella cassa toracica, distogliendomi dai miei tristi pensieri. Mi lasciai avvolgere dalle note della musica finché non mi sentii di nuovo pronta a sostenere una conversazione senza scoppiare a piangere come una bambina, e solo a quel punto abbassai il volume, per poi rivolgermi a Rían: «I Daoine Sidhe vivono in un villaggio come il nostro?».

Il ragazzo mi lanciò una breve occhiata e, tornando a fissare la strada, mi rispose: «Sì, anche se il nostro paese è più piccolo: conta meno di mille unità».

«Quindi immagino che non abbiate una scuola umana» borbottai, ricordando improvvisamente che avrei anche dovuto finire la scuola superiore, per quanto ad una strega risultassero inutili la matematica o la filosofia.

«Esattamente. La scuola più vicina è a Clifden, ma non ti preoccupare: troverai subito qualcuno disposto a darti un passaggio più che volentieri» mi rassicurò, tamburellando le dita sul volante.

Lo osservai con curiosità e gli chiesi: «Hai frequentato a Clifden anche tu?».

Il ragazzo scoppiò a ridere di gusto ed esclamò: «"Frequentato" è una parola grossa... diciamo che mettevo il naso in un'aula in media tre giorni alla settimana. Quando avevo diciassette anni mi hanno bocciato per le troppe assenze, e alla fine mi hanno dato il diploma solo perché la preside si era rotta le palle di avermi nel suo ufficio praticamente tutte le mattine».

«E pensare che io ero più che convinta che tu fossi una specie di cavaliere senza macchia e senza paura!» ribadii fra le risate, cercando di immaginarmi un Rían diciassettenne alle prese con i tipici problemi adolescenziali.

«Credo di essere tutto fuorché quello» ammise, ghignando. «Pensa che quando mi bocciarono ne fui contento, perché avrei potuto passare un anno in più a fare a botte con i ragazzini umani e a portarmi a letto le loro ragazze» aggiunse.

Spalancai gli occhi: «Ma eri uno stronzo!» esclamai, indignata.

Rían annuì senza farsi problemi: «Si può dire che fossi un adolescente un poco problematico» disse, aggrottando le sopracciglia nel ricordare quei giorni.

«Laidhgeann mi ha accennato qualcosa a riguardo» commentai, ricordando quando, appena un paio di giorni prima, mi aveva detto che Rían, quando era più giovane, era arrivato persino a fulminare la sua macchina un eccesso di rabbia.

«È piuttosto comune fra i Daoine Sidhe avere problemi comportamentali» mi informò Rían, scalando la marcia e imboccando la M8 in direzione Mitchelstown.

«Facciamo decisamente fatica a controllarci, soprattutto nel periodo in cui manifestiamo per la prima volta i nostri poteri. A me è successo a quindici anni, e per i successivi tre – prima che mi venissero fatti i Blocchi – sono stato abbastanza turbolento» aggiunse, lasciandomi basita dalla quantità di informazioni personali che mi stava fornendo.

«Dev'essere stato uno schifo» riflettei, immaginando di passare tre interi anni (e non un mese, come invece era successo a me) staccandosi dal suolo e facendo sollevare oggetti involontariamente.

Rían rise: «Almeno io sapevo cosa mi stesse succedendo» ammiccò, rivolgendomi uno sguardo eloquente.

Posai una mano sul cuore e borbottai: «Colpita e affondata».

«Ci sono altre nozioni utili da conoscere sui Daoine Sidhe?» domandai, dopo un paio di minuti in cui l'unico suono nell'abitacolo fu lo strimpellare di una chitarra elettrica alla radio.

«Rowan, tu sei una Daoine Sidhe» esclamò, rivolgendomi un'occhiata divertita, «Ti troverai meglio di quanto credi» aggiunse poi, sorridendo in modo distratto.

Stirpe Di StregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora