L'arcobaleno

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Labhraidh perse la scommessa.

La mattina del venti ottobre, infatti, Laidhgeann O'Neill si presentò in classe con un plico di fogli freschi freschi da stampante, con indicata la traccia del nostro compito in classe.

Sentii Labhraidh imprecare come uno scaricatore di porto nel banco dietro di me, e soffocai a stento un risolino soddisfatto.

Ti sta bene, pensai, ecco cosa succede a prendere tutto sotto gamba.

Subito dopo, però, mi sentii in colpa: volevo troppo bene ai miei amici per permettere che uno dei due tornasse a casa con una F, rossa sul foglio come il sangue che avrebbe dovuto versare per recuperare un votaccio del genere.

Andò quindi a finire che gli passai tutto il compito, cercando inutilmente di sottrarmi alle gelide occhiate del professore, che mi aveva beccata più di una volta ma che comunque non aveva mai detto nulla.

Quando suonò la campanella e i fogli vennero ritirati, io e i miei due amici ci avviammo con gli zaini verso l'uscita, ma fummo bloccati dal professore: «Labhraidh, Rowan, fermatevi un momento» disse infatti, facendoci cenno di tornare seduti. Michan ci guardò con compassione e uscì dalla classe, chiudendo la porta dietro di sé.

«Dunque...» esordì Laidhgeann O'Neill. «Ho capito che sei una giovane strega molto promettente e che molto probabilmente non te ne farai nulla di Shakespeare o di Marlowe, ma copiare in modo così spudorato mi sembra eccessivo» disse, rivolgendo a Labhraidh un intenso sguardo.

Lo fissò con quei suoi occhi così grandi e così strani: erano grigi come il cielo in tempesta, ma vicino alla pupilla si notavano delle screziature verde bosco, che donavano vivacità e forza al suo sguardo. Era un personaggio così strano, O'Neill, e non ero ancora riuscita a decidere se mi piacesse come persona o meno.

«Vuole annullarmi il compito?» domandò Labhraidh, cercando di non sembrare intimorito dalla stazza del professore.

«No. Però spero tu non te la prenda quando Rowan riceverà una A e tu una B meno meno» rispose con pacatezza l'uomo, incrociando le braccia sul petto.

«Come fa a sapere che prenderò una A?» domandai, stranita dalla situazione.

«Conoscevo tua madre, e non mi aspetterei niente di meno da sua figlia» disse O'Neill, fissando poi lo sguardo in un punto lontano e perdendosi nei suoi pensieri.

«Come... come la conosceva?» domandai, volendo chiarire questo punto una volta per tutte.

«Siamo diventati amici da giovani, ci siamo conosciuti ad una festa. Siamo rimasti in contatto fino alla nascita di tua sorella» mi spiegò, passandosi distrattamente una mano sul mento sbarbato.

«Ah» commentai poco intelligentemente, e lanciai un'occhiata a Labhraidh, non sapendo che altro dire. Fortunatamente il mio amico intervenne in mio aiuto: «Scusi la domanda, consigliere O'Neill, ma quali sono i suoi piani per il futuro?» domandò infatti.

Il professore si riscosse e tornò a fissare gli occhi sul mio amico: «Rimarrò sicuramente qui fino all'Iniziazione, poi vedrò cosa sarà meglio fare per la mia capo clan» rispose semplicemente, alzandosi dalla sedia.

Sovrastò Labhraidh di una testa buona, e il mio amico indietreggiò di un passo per poterlo guardare negli occhi senza difficoltà.

«Adesso... possiamo andarcene?» domandò.

«Certo ragazzi. Però se volete copiare i compiti, non fatevi beccare dagli altri professori» ci consigliò, facendoci l'occhiolino.

«Che cosa è appena successo?» domandai una volta fuori dall'aula, tirandomi una ciocca di capelli in segno di nervosismo.

Stirpe Di StregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora