Drago d'oro

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Ovviamente, il ragazzo non mi lasciò in pace: mi seguì in silenzio, a distanza, finché non mi stancai di camminare a tentoni nel bosco cupo e buio e mi fermai, accasciandomi a terra come una marionetta alla quale sono stati tagliati i fili.

Rían si inginocchiò davanti a me: «Hai detto che non mi avresti ferito. Io ti ho creduto, e ho fatto bene. Non dovresti essere arrabbiata» sussurrò, allungando una mano verso il mio viso ma facendola ricadere lungo il fianco subito dopo aver visto la mia occhiata omicida.

«Invece sono arrabbiata!» sbottai, «Anzi, ad essere sincera sono davvero incazzata nera!».

«Perché?» domandò ingenuamente lui, rischiando di farmi perdere le staffe con il suo tono calmo e rilassato.

«Perché? Mi stai davvero chiedendo perché, Rían?!» strepitai, «Perché non ti puoi fidare di me se io sono la prima a non fidarmi di me stessa! Avrei potuto farti del male, Rían. Non l'ho fatto, certo, ma avrei potuto» sbottai, chinando la testa nel tentativo di nascondere le roventi lacrime che correvano rapide lungo le mie guance.

«Rowan...» iniziò lui, sospirando, «...io ho piena fiducia in te. Sapevo quello che stavo...» si interruppe bruscamente: «Ma tu stai piangendo!» esclamò, sollevandomi di scatto il mento e fissando i miei occhi ricolmi di lacrime.

«Oh, Rowan...» sussurrò, attirandomi a sé e stringendomi contro il suo petto come se fossi un cucciolo ferito.

Mi lasciò un bacio sulla fronte e, mentre i singhiozzi mi squassavano il petto, mi carezzò i capelli con gesti lenti e tranquilli.

«S-sono un'egoista, o-okay?» balbettai, tirando su con il naso, «Io non voglio soffrire, non lo voglio, e se ti avessi ferito avrei sofferto come mai in vita mia. Io ho q-queste... odiose abilità fuori dal comune, e ho il terrore che possano prendere il sopravvento... facendomi fare del male alle persone che amo» piansi, affondando il volto nella giacca di pelle di Rían.

«Questo non fa di te un'egoista, Rowan... questo ti fa onore, e ti rende ai miei occhi una persona ancora più vera e magnifica di quanto mi sarei mai aspettato» mi confidò, stringendomi fra le braccia.

Non risposi ma, cercando di smettere di piangere, rimuginai sulle sue parole.

Alla fine mi asciugai le guance gelate dal freddo e, spossata, domandai con voce rauca e stanca: «Cosa vuoi, da me, Rían?».

Il ragazzo mi rispose senza esitazioni, fissandomi negli occhi: «Voglio tutto quello che tu sei disposta a darmi, Rowan... tutto. Voglio il tuo sorriso e la tua risata, voglio il tuo sguardo malizioso e le tue battute sagaci, voglio la tua curiosità e il tuo amore per la vita; ma tutto ciò non mi basta: voglio anche le tue lacrime e il tuo dolore, voglio le tue preoccupazioni, voglio le tue paure e le tue insicurezze.

Voglio il tuo corpo, il tuo cuore e la tua anima, e nulla mi impedirà di chiederteli in eterno, fino alla fine dei miei giorni, fino a che tu non sarai completamente mia e io non sarò completamente tuo».

Boccheggiai come un pesce fuor d'acqua, basita di fronte alle sue parole, e il mio cuore palpitò impazzito nella cassa toracica.

«I-io...» balbettai, ma di tutte le risposte che mi affollavano la mente, non una riusciva a descrivere appieno i miei sentimenti. Non ero mai stata brava con le parole, non ero mai riuscita ad esprimere le mie emozioni, e di fronte alla confessione di Rían ero rimasta senza fiato.

«Io non so dirti quello che sento... ciò che provo per te è qualcosa di talmente inteso da risultare quasi doloroso, a volte, e mi spaventa. Mi spaventa così tanto che non ci dormo la notte, perché tu sei entrato nella mia vita e l'hai sconvolta» ammisi, chinando gli occhi sulle nostre mani intrecciate.

Stirpe Di StregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora