Nell'udire la confessione fattami dalla mia Strega Guida, ammutolii dall'orrore, quasi incapace di registrare quell'assurda notizia. Le fate erano vive? Le nostre antenate, esseri crudeli e senza scrupoli, che avevano razziato, distrutto e devastato il mondo degli umani erano ancora vive?
«No... Non è possibile... Come...? Nel tumulo di Cnoc Meadha? Ma non è ad appena... un centinaio di chilometri da qui?» balbettai, non appena cominciai a digerire ciò che Rían mi aveva detto.
«Sì. Cnoc Meadha è una collina, e il regno delle fate si estende sotto di essa, occupando quasi l'intera superficie della contea di Galway. Non conosciamo con certezza le sue dimensioni, ma siamo certi che la catena montuosa dei Twelve Bens sia inclusa nel pacchetto: abbiamo trovato alcune fate vagare nei boschi limitrofi, per questo crediamo siano fuggite da una delle caverne del sottosuolo. A quanto pare il sigillo che era stato posto alle entrate del regno delle fate sta cedendo, e alcune di loro cominciano a liberarsi» mi spiegò Rían, con lo sguardo perso nel vuoto e un'espressione feroce.
«Cosa... c'è qualcosa che si può fare per ripristinare il sigillo?» domandai con voce tremante, dondolandomi avanti e indietro dall'ansia.
«No» fu la secca risposta del ragazzo, «Le opzioni che abbiamo sono due: o aspettiamo che si sfaldi del tutto e ne creiamo uno nuovo, o ci lanciamo in una missione suicida e sterminiamo più fate possibili» aggiunse, sfregandosi la barba.
«Uno dei due piani è fattibile?» chiesi, con un briciolo di speranza in più.
«Considerando che non conosciamo l'incantesimo usato per creare il sigillo e considerando che le fate imprigionate là sotto siano a migliaia e che un Daoine Sidhe vero e proprio sia dieci volte più forte di una strega come me... no, nessun piano è fattibile» ammise Rían, facendomi sbiancare.
«Ma... ma Daghain avrà pensato a qualcosa! Cosa dicono gli altri capi clan? Non è un problema che interessa solo i Daoine Sidhe!» sbottai, attorcigliandomi nervosamente una ciocca di capelli attorno ad un dito.
Rían sospirò pesantemente e mi disse: «Daghain non ne ha parlato con gli altri capo clan. Prima vuole conoscere l'entità del problema, vuole assicurarsi che non si tratti di un falso allarme».
«Ma così perdiamo tempo prezioso! Tempo in cui potremmo, che so, organizzare un esercito!» esclamai, non comprendendo affatto le scelte politiche di mia nonna.
«E mandare così buona parte dei tredici clan incontro a morte certa? No, grazie» ribatté Rían, scuotendo piano la testa.
«Ma lei non ha detto nulla a nessuno! Gli altri hanno bisogno di conoscere la verità!» ritentai, non capendo come il silenzio totale potesse aiutare le streghe in un periodo di grave crisi come questa.
«È Daghain che prende le decisioni... noi dobbiamo rispettarle» mi ricordò Rían, facendo crescere in me un ulteriore moto di stizza nei confronti di mia nonna.
Mi coprii gli occhi con le mani e mi lasciai cadere sul materasso, sprofondando nelle coltri nere del letto di Rían. Inspirai il profumo di sapone e di bagnoschiuma al limone che impregnava le lenzuola e mi presi un paio di secondi per riflettere.
«Dio, è così tanto da digerire...» borbottai, sentendomi impotente e, per la prima volta in vita mia, veramente inutile.
Rían mi accarezzò una gamba e sussurrò: «Lo so, ma non c'è niente che tu possa fare».
Eravamo sull'orlo di una guerra epocale e non avevamo una minima idea di come sconfiggere il nemico... e quello non era nemmeno il problema maggiore: noi non conoscevamo praticamente nulla delle fate, perché erano millenni che non avevamo a che fare con loro, e questo sicuramente non giovava alla nostra situazione.
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Stirpe Di Strega
FantasyRowan O'Brien ha quasi diciotto anni, vive in Irlanda ed è una strega. O meglio, lo sarebbe se fosse in grado di eseguire il Rito d'Iniziazione del suo clan. In qualità di figlia del capo clan, sa di suscitare l'attenzione dell'intera congrega, ma...