La mattina dopo mi svegliai con un'emicrania da record e la brutta sensazione che la mia vita fosse stata rivoltata come un calzino.
«Merda...» biascicai, portandomi una mano alla testa e socchiudendo gli occhi, irritati dalla troppa luce solare che filtrava dalle persiane.
Allungai le gambe fuori dal letto e quasi mi venne un infarto quando qualcuno disse: «Finalmente ti sei svegliata!».
Mi tirai immediatamente a sedere, dritta come un fuso, e la velocità del mio movimento mi provocò una smorfia di dolore.
«Piano, tesoro, piano. Dopo tutta la magia che hai utilizzato ieri sera è già un successo se riesci ad alzarti in piedi» mi disse la voce dolce di mia madre, ed io mi lasciai ricadere al centro del grande letto matrimoniale, sollevata che si trattasse di lei e non di Rían.
«Cazzo, allora non era un sogno» borbottai, volendo irritare di proposito Moira utilizzando il mio intero repertorio di imprecazioni in una volta sola.
«No, non era un sogno» confermò lei, sedendosi ai piedi del mio letto.
«Come... com'è potuto succedere? Come hai potuto non dirmelo?» sbottai, ignorando le fitte alla testa e fissando mia madre con sguardo accusatorio.
«Io... credevo che tu non fossi come me. Solitamente i Daoine Sidhe sono molto precoci, e sviluppano la magia già verso i quattordici anni, così ho ingenuamente pensato che avessi ereditato i poteri di Abe, proprio come tua sorella. Purtroppo non è andata così, e ieri sera è successo quel che temevo succedesse» disse, e distinsi chiaramente il rimorso nella sua voce.
«Perché hai deciso di mentire a tutti e fingere di essere una Leipreachán?» domandai, avendo ormai capito che nelle sue vene scorreva sangue Daoine Sidhe al cento per cento. Dopotutto c'era un motivo se era sempre stata eccezionale negli incantesimi, se era così brava a evocare il fuoco, far crescere le piante o a fermare tempeste, ed era dovuto al suo clan di appartenenza.
«Perché ero giovane e sciocca, Rowan. Sono successe delle cose... cose che ora mi appaiono stupide e infantili, e non avendo il coraggio di affrontarle ho deciso di barare e cambiare completamente la mia vita» confessò, con un sospiro pesante, facendo girare le rotelle del mio cervello all'impazzata. Odiavo quando non mi parlava del suo passato, e mi veniva la smania di portare alla luce tutti i suoi oscuri segreti. Almeno ora ero riuscita a scoprirne uno, seppure a caro prezzo.
«E ora cosa mi succederà?» domandai, con la voce incrinata.
Lo sguardo di mia madre si rabbuiò, e arricciò le labbra in un gesto di stizza: «Ti assegneranno una strega Guida, e ovviamente non sarò io: nessuno vuole credermi quando dico di essere ancora una Daoine Sidhe» borbottò.
«Come puoi biasimarli? Dopotutto io sono l'unica ad averti mai vista fare incantesimi non ordinari. Non hai nemmeno i Blocchi!» esclamai, lanciandole un'occhiataccia.
«Certo che li ho!» ribatté lei, quasi offesa, erigendosi in tutta la sua statura e cominciando a sbottonarsi la camicetta.
Rimase in canottiera davanti a me, e pochi secondi dopo mi parve di vedere una patina dorata risplendere sulla sua pelle, come se si fosse cosparsa di olio.
«Cosa diavolo...?» domandai, ma non riuscii a finire la frase perché, da sotto lo strato luccicante, emersero dei segni indelebili neri, che scoprii essere tatuaggi giganteschi, estesi su tutto il corpo. Una tigre con gli artigli sfoderati occupava tutta la parte superiore del busto, e scompariva sotto la canottiera, mentre un filo spinato le correva attorno al bicipite destro.
«E tu... tu saresti mia madre?» domandai incredula, fissando la sua pelle, più nera che bianca.
«I miei tatuaggi prendono vita quando mi agito. Tigre, ad esempio, mi pianta gli artigli nella pelle fimo a scorticarmela» mi spiegò, riferendosi ai tatuaggi come se fossero vivi.
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Stirpe Di Strega
FantasyRowan O'Brien ha quasi diciotto anni, vive in Irlanda ed è una strega. O meglio, lo sarebbe se fosse in grado di eseguire il Rito d'Iniziazione del suo clan. In qualità di figlia del capo clan, sa di suscitare l'attenzione dell'intera congrega, ma...