HEART
Non so per quanto parlammo, sta di fatto che dimenticai completamente dell'incubo fatto quella notte. Passò una mezz'ora prima che le mie amiche mi convinsero a fare il bagno, quando ero andata al lago qualche ora prima pensavo solamente di liberare la testa dai pensieri guardando il panorama. Quando mi convinsero le loro urla di gioia mi fecero quasi scoppiare i timpani. Non credo di essermi mai divertita tanto prima di incontrare i WGF, anche perchè come ormai si sa allora stavo scappando da Entity. Mentre le mie due amiche parlavano di qualcosa sul nuoto e sul lago mi persi nei miei pensieri. Tornai ad anni prima, dopo che lasciai il villaggio mi muovevo di giorno e di notte o dormivo o, per colpa di molteplici incubi, rimanevo sveglia con una torcia accesa a leggere qualche libro che mi ero portata dietro. Non avevo tante cose con me, nello zaino che i miei genitori adottivi mi diedero ci misi solamente qualche libro, alcuni vestiti, la tenda, dell'acqua e del cibo. Per il resto se mi serviva qualcosa me lo procuravano dalla natura o, facendo un grande sforzo ai tempi, usando qualche incantesimo che avevo trovato in un vecchio libro che, mi era stato detto dal bibliotecario del villaggio, era stato di un vecchio mago. Non so come Entity mi trovo un giorno, io di lui non ne sapevo niente eppure lui senza darmi molte spiegazioni iniziò ad attaccarmi. Dopo che mi ebbe quasi preso decise che sarebbe stato più divertente darmi qualche giorno di vantaggio, mi guardò con un ghigno e, dopo essersi presentato molto velocemente, scomparve. Per i giorni seguenti la notte era difficile dormire, gli incubi da quell'incontro si erano presentati molto più spesso del normale e di notte invece di leggere pensavo a scappare. Avevo perso ogni pensiero sul dovere trovare mio padre, pensavo solo alla fuga come una vigliacca. Non ricordo esattamente quanto tempo passò prima di trovare qualcuno che vedendomi mi offrì il suo aiuto, non sapeva chi io fossi né da cosa stessi scappando e non gli interessava. Era un ragazzo di nome Mark, viveva isolato in una giungla con alcuni pappagalli e, dato che lui non voleva sapere chi fossi io, decisi che nemmeno lui se avesse voluto non doveva dirmi niente di lui. Continuammo una convivenza per un paio di settimane. Diventammo amici e poi, poco prima che lui lo uccidesse, mi confessò che stava iniziando a provare qualcosa per me. A quei tempi anch'io non capivo bene i miei sentimenti, ma dopo la sua confessione il mio cuore si riempì di felicità. Sfortunatamente quella felicità durò qualche ora... Entity mi trovò e, per prenderci alla sprovvista, fece un incantesimo che fece esplodere la casa in briciole. Provai a salvare entrambi ma i miei poteri non me lo permisero e mi teletrasportarono al sicuro. Lui era morto, Entity l'aveva ucciso ne era sicuro, nessuno poteva sopravvivere a quell'incantesimo. Stetti male per un paio di giorni, fisicamente stavo benissimo ma mentalmente continuavo a dare la colpa a me stessa per la morte di Mark e non riuscì mai a trovare pace. Almeno finché, qualche anno dopo, incontrai Mario che mi salvò. Da quel momento non pensai molto a Mark, ero troppo impegnata con i miei nuovi amici per pensare a tutta quella tristezza. Finalmente ero felice, e lo sarei stata ancora di più quando Entity fosse scomparso dalla nostra vita.
Quando mi risvegliai dai miei pensieri mi misi a nuotare continuando a non ascoltare Anna e Lyra. Le chiamai e dopo le schizzai un po', loro fecero le finte indignate ma dopo poco scoppiarono a ridere. Iniziammo a fare delle gare di schizzi, fino a quando durante uno degli enormi schizzi che Lyra o io stavamo mandando da una parte all'altra con l'aiuto dei poteri non vedemmo più Anna. All'inizio pensavamo fosse un suo scherzo per prenderci di sorpresa. Passarono un paio di minuti e decidemmo di immergerci per vedere dove si fosse cacciata e non credevamo ai nostri occhi. Neanche il tempo di provare a salvare Anna svenuta in fondo al lago, un tentacolo colpì sia Lyra sia me in testa facendo svenire entrambe.
MARIO
Il tempo passava, non sapevamo fossero passate ore da quando le ragazze erano uscite. Herobrine ci massacrava da un bel po' e solo dopo che fu soddisfatto decise di lasciarci dieci minuti. Sono passati più di dieci minuti e lui non è ancora tornato, non che a noi dispiaccia. Dopo la tortura ci ha lasciati appesi dai polsi e messi molto male. "Dobbiamo inventare qualcosa per andarcene da qui" Dico sicuro, certo di mettere più peso possibile sulle manette in modo da riuscire a rompere o le catene o il punto sul muro da cui sono appese. "Mario calmati non può fare nulla di male e di sicuro non ci ucciderà." Lyon mi guarda "Non ti preoccupi vero? Le ragazze sono rimaste da sole, e se fossero attaccate?" Le idee di Stefano rispecchiano perfettamente i miei pensieri, l'unico a non avere pensato a quella opzione era Lyon. "Non dobbiamo preoccuparci. Ve lo ripeterò per la seconda volta, dovrebbero essere loro quelle che salvano noi altrimenti l'allenamento con il vecchio saggio a cosa sarebbe servito? Mi dispiace doverlo ammettere ma nell'ultimo anno sono maturate molto. Così tanto da fare a meno della nostra protezione, so che non è facile pensare a non poterle più proteggere quanto lo facevamo prima ma ormai è così." Ste ed io lo guardiamo, siamo rimasti a bocca aperta fin dall'inizio del discorso. Rimaniamo qualche altro secondo in silenzio, un silenzio che definirei imbarazzante, poi Stefano lo rompe. "Ti sbagli e ti sbaglierai sempre... loro saranno maturate e cresciute, è vero, ma nonostante tutto se fossero riuscite a cavarsela da sole non sarebbero tornate da noi. Loro hanno bisogno di noi anche se non possiamo proteggerle più di quanto loro proteggerebbero noi. Senza di noi la loro forza svanisce, noi dobbiamo stare accanto a loro anche solamente per aiutarle a superare quei momenti in cui pensano di non potercela fare. So che questo non c'entra niente con voi ma, quando Lyra è tornata dal viaggio io mi sono sentito come se fossi rinato e, ne sono sicuro, anche lei ha provato lo stesso. Nonostante noi due non ci sopportiamo in alcuni momento e litighiamo, molto spesso dovrei aggiungere, se stiamo lontani l'uno dall'altra la forza vitale di entrambi scompare. Finendo tutti e due poco alla volta." Il discorso di Stefano ha quasi fatto arrivare la mascella di Lyon al pavimento. La cosa è molto rara, soprattutto se succede per delle cose che dice Ste. Ci guarda entrambi negli occhi e poi guarda il pavimento, ma prima che possa dire qualsiasi cosa un applauso lo ferma. Dalla porta della stanza delle torture qualcuno ha ascoltato tutto quello che abbiamo detto, ovviamente è inutile chiedere chi. Herobrine entra nella stanza con un ghigno ancora più profondo del normale stampato in faccia. "Bene bene. Vedo che i ragazzini sono cresciuti e maturati dal nostro ultimo incontro, bel discorso complimenti. Questo, sfortunatamente per voi, non cambierà le carte in gioco. Rimarrete qui finchè non saprò esattamente dov'è mia figlia e l'avrò riportata a casa sana e salva. Di certo preferisco che con lei ci siate voi che quel mostro orribile di Entity, ma preferisco ancora di più averla qui con me per il resto della vita. Vi farò questa domanda solamente un'altra volta, e voglio essere chiaro e conciso se non mi risponderete la mia faccia sarà l'ultima che vedrete per il resto della vita. Dove si trova mia figlia?" Non rispondiamo. "Allora avete scelto la morte!" Ringhia lui. Continuiamo a rimanere impassibili per tutto il tempo in cui prepara la nuova sezione di torture da fare testare a noi. "Non penso sia così difficile capire dov'è, o mi sbaglio?" Sono io a parlare, sfortunatamente i miei amici non capiscono e mi guardano come se fossi matto. "Per prima cosa sono deluso, pensavo che un demone potente come te riuscisse a rintracciare una scia di poteri. Come seconda opzione direi, anche se non fossi un demone la casa non è grande e riusciresti a trovare chiunque lì dentro ed in caso non sia in casa non penso che possa andare molto lontano senza drago e vicino alla collina ci sono solamente un bosco ed un lago, quindi hai l'imbarazzo della scelta." Lui si blocca immediatamente e mi guarda con occhi pieni di rabbia. "Parlare non servirà a niente se dite bugie, cercherò di controllare ed in caso non ci sia nessuno voi potete stare sicuri che non le rivedrete mai più" E scompare.
Nella mezz'ora in cui Hero non c'è il tempo lo passiamo parlando del più e del meno. Passa ancora un quarto d'ora prima di vederlo comparire dal nulla, lo sguardo non dice nulla di buono. "A quanto pare non siete dei bravi bugiardi. Ora la pagherete! Ho proprio il metodo giusto per uccidervi" Scompare nuovamente, mi giro verso gli altri. "Non c'erano..." La voce un sussurro "Le ha prese tutte e tre e non avrà alcuna pietà con loro!" Urla Ste preso dal panico. "Dobbiamo liberarci ed andare via di qui il prima possibile, bisogna trovare un modo" Iniziamo tutti a studiare ogni minimo dettaglio della stanza ma niente, è solo una stanza dai muri rossi ed illuminata dalla lava che scorre fuori. A quanto pare siamo così concentrati da non notare neanche il ritorno di Herobrine, perlomeno finché lui con un tono contrariato fa in modo di avere per la milionesima volta l'attenzione tutta su di lui. "Hai provato a vedere dal tuo amichetto dagli occhi rossi?" Si gira, gli occhi così luminosi da sembrare dei fari a led. "Che cosa hai detto?" La domanda è detta a denti stretti con la voce bassa ma la capisco lo stesso. "Non saprei, magari il tuo caro 303 ha approfittato del fatto che tu fossi troppo impegnato per torturare noi ed ha rapito le ragazze" mi guarda con quanto più odio può e poi scomparve per la terza volta di fila, ma questa volta sono sicuro che ci vorranno ore prima che torni.
Revisionato in data: 26/03/2021
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La figlia di Herobrine (In Revisione)
FanfictionCopertina fatta da: @Writer_of_stars Quattro amici contro un demone, due ragazze conosciute sin dalla nascita che si ritrovano a fare gioco di squadra e a rivelare segreti che non avevamo mai detto a nessuno, perché spaventava tutti quelli che lo sc...