Prologo

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Tutto ebbe inizio da una grande porta fatta di legno di quercia che si apriva scricchiolando nel silenzio costante della stanza, da essa sbucò prima la testa e poi tutto il corpo di una piccola bambina dai capelli ramati e dagli occhi bianchi di circa due anni che corse da suo padre. Lui appena vide la figlia, prese in braccio la piccolina e gli toccò il nasino con il mignolo, lei si mise a ridere cercando di dire qualcosa "Papà mi racconti di nuovo la storia di come sono nata e della mamma. Questa volta assieme?" Chiese facendo gli occhi dolci al padre e lui guardandola annui.

Si mise a sedere sul letto mettendo davanti la figlia e iniziò la storia. "Tutto iniziò tanti anni fa, ero rimasto a guardia del Nether ed ero tanto geloso perché Notch mio fratello a cui i miei genitori avevano invece affidato il Paradiso e aveva un sacco di ragazze che volevano stare con lui nonostante la pelata ..." A quel punto la piccola rise pensando alla pelata dello zio. "Io dopo un bel po' di anni rinchiuso nel Nether ho deciso di iniziare ad uscire e dare fastidio alle persone della superficie facendoli spaventare, ma una donna mi colpì più di tutti gli altri, lei amava gli animali, era intelligente, gentile e molto bella; aveva gli occhi azzurri chiari e i capelli rossastri proprio come i tuoi. Dopo un po' di tempo che la osservavo da lontano iniziai a trovare il coraggio di scriverle delle lettere anonime, sapevo che se avesse scoperto la mia vera identità sarebbe scappata ... come tutti del resto" Lui sospirò guardando il materasso del letto coperto da una soffice trapunta arancione acceso e la figlia gli si avvicinò, gli prese le mani e lo guardò "Papà se ti rende così tanto triste raccontare questa storia non sei obbligato a farlo per forza, io non voglio che tu sia triste ... sei brutto quando hai gli occhi tristi, sei più bello con il sorriso stampato in faccia" Disse la bambina facendo ridere il padre, che la prese in braccio e se la strinse al petto "Mi dispiacerà molto non vederti crescere ..." Sussurrò l'uomo appoggiandola sulle gambe ed accarezzandole i capelli, ma la bambina non sentì il resto della frase "Comunque ... Tua madre rispondeva alle lettere e le lasciava nella cassetta della posta o davanti alla finestra di camera sua, dove io le prendevo di nascosto magari mentre lei non era a casa. Dopo un po' mi chiese di vederci di persona, poiché era stanca di ricevere solo lettere e preferiva parlare faccia a faccia, conoscermi dal vivo. Ero nel panico e non sapevo cosa fare, così chiesi a mio fratello un favore, fu piuttosto difficile convincerlo, ma alla fine accettò. Dopo aver prefissato una data e un luogo dove ci saremmo incontrati io e lei, mandai tuo zio. Io guardavo da dietro un albero abbastanza lontano, così da non essere scoperto, e mi faceva male vedere quanto fossero in sintonia; non sapevo cosa si stessero dicendo ero troppo lontano per ascoltare e troppo impaurito per avvicinarmi, qualche ora dopo tornai a casa devastato e mi buttai sul letto, non dormì per tante notti al pensiero di quei due assieme; continuava a perseguitarmi e non c'era un istante in cui riuscivo a togliermelo dalla mente, che ritornava subito.

Non uscivo da un paio di giorni e smisi di portarle le lettere, quando un giorno le guardie mi avvertirono che una ragazza era passata dalla fortezza e aveva lasciato una lettera davanti al portone; mi descrissero la ragazza e capì subito che era lei, la busta era piena di fogli tra cui le nostre prime lettere ed in più una scritta da lei molto probabilmente in quei giorni. Non starò a dirti cosa ci fosse scritto interamente nella lettera, perchè era davvero lunghissima, ti farò un breve riassunto: 'Sai che non mi puoi ingannare vero? Notch mi ha detto tutto quel giorno e in verità un po' l'avevo già capito visto il foglio bruciacchiato o sporcato da qualche mostro del Nether. Herobrine se vuoi stare davvero con me vieni a prendermi a casa mia io ti aspetterò fino a che non arriverai; dovessi metterci anche tutta la vita, nel caso tu arrivassi sono disposta anche a venire con te e a restarci.'

La lessi molte volte, poi voltando l'ultimo foglio mi resi conto che c'era scritta una data, il giorno dell'incontro, e l'ora. Mi preparai il più in fretta possibile, essendo che mancava poco tempo, riuscendo così ad arrivare puntualmente.

Appena mi vide le si illuminarono gli occhi e il sorriso le apparve sul volto, i suoi genitori non erano d'accordo, ma alla fine lei venne a vivere con me. Questa è la storia di come ho conosciuto la mamma." Il padre si fermò a raccontare vedendo la piccola fare un immenso sbadiglio. "Vuoi che ti racconti il resto domani?" La bambina per quanto fosse stanca, voleva finire di sentire la storia completa prima di andare a letto; sapeva che se non l'avesse sentita tutta se la sarebbe dimenticata e scosse la testa dicendo: "Per favore papi, continua!" L'uomo sorrise e continuò: "Allora, dove eravamo rimasti? ... Ah, si ... Dopo un po' di anni di fidanzamento io e tu madre ci sposammo, ma non solo perché volevamo stare assieme per il resto della vita, anche se sapevo che in fondo non sarebbe stato possibile perché lei era umana ed io no ... Ci stavamo sposando anche perché c'era una sorpresa in arrivo e quella sorpresa eri tu, quando tua madre me lo disse ero così felice, non pensavo ad altro che a prendere tutte le cose per la bimba e pensare alla salute di tua madre." L'uomo si rattristi di nuovo.

"Ma le cose belle non durano mai per sempre ... Dopo la tua nascita tua madre decise di darti come nome Heart, fui subito d'accordo poiché quel nome mi piacque così tanto... due mesi dopo che tu nascesti io e tua madre sentimmo un forte rumore, e come ci affacciammo alla finestra, vedemmo le guardie del castello combattere e poi essere uccise, quando tutto ad un tratto sentimmo il portone della fortezza cadere. Tua madre andò subito in camera tua per metterti al sicuro, mentre io andai verso l'entrata della fortezza e trovai il portone distrutto e i cadaveri di tutte le guardie a terra, corsi immediatamente da tua madre e te per vedere se stavate bene. Appena arrivai, però trovai il corpo di tua madre steso per terra immobile con gli occhi spalancati, perdeva così tanto sangue e pur sforzandosi non riusciva a muoversi. Tu piangevi e io non sapevo come calmarti quindi cercai di farti addormentare con la solita canzoncina che ti cantava tua madre ... poco dopo davanti a me sentii un risolino; mi girai e vidi Entity303 appoggiato allo stipite della porta che se la rideva. Non ci vidi più dalla rabbia ed iniziammo a combattere; non riuscì a vincere del tutto, ma almeno lo mandai via per un po'. La storia è finita dormi piccola Heart" L'uomo appoggiò delicatamente la bimba nella culla, le diede il suo pupazzo preferito a forma di ghast e fece un giro per la fortezza. Quando ad un certo punto sentì una risata, era abbastanza forte e molto profonda; pochi istanti dopo una palla di fuoco colpì il muro di fianco a lui frantumandosi, l'uomo corse il più velocemente possibile verso la stanza della figlia, che nonostante tutto il rumore dormiva ancora, e la prese in braccio dandogli un bacio sulla fronte.

"Scusami, ma non posso perdere anche te. Mi dispiace che ci dovremmo lasciare così presto, però ti prometto che tornerò a prenderti prima o poi." Accese il portale che aveva fatto anni prima per le emergenze e insieme ad uno zaino gliela mandò dentro; portandola in un piccolo villaggio dove vivevano i villici sulla superficie.

Revisionato in data: 18/09/2019

La figlia di Herobrine (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora