Capitolo 8 - Dentro il palazzo di luce

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Arrivati all'accampamento il sole è già abbastanza alto, continuiamo a parlare mentre chiudiamo le tende e riempiamo gli zaini delle ultime cose rimaste. "Quindi Lyra cosa farai ora?" Le chiedo mettendomi lo zaino in spalla e dando un'occhiata ai miei amici, sono già in sella ai draghi e mi stanno solamente aspettando. "Credo che continuerò a viaggiare per conto mio, non saprei cos'altro fare comunque" risponde guardandomi e improvvisamente mi viene un'idea. "E se venissi con noi? Lo spazio c'è andrai con Stefano, credo che i ragazzi siano d'accordo se ti unisci a noi. In fondo, più siamo meglio è... no ragazzi?" Urlo ai ragazzi sapendo che hanno sentito tutto, guardo Lyra sorridente e poi mi giro per guardare i miei amici, Mario mi osserva sorridendo , Lyon annuisce piano, Anna guarda Lyra e Stefano si morde il labbro inferiore, fissando per terra e diventando rosso come i capelli della ragazza dagli occhi rossi. "Va bene, sarà divertente!" esclama ed insieme iniziamo ad avviarci verso i draghi, Stefano aiuta Lyra a salire e Mario aiuta me e dopo essere partiti Anna esclama "che bello non essere più l'unica ragazza del gruppo, stavo impazzendo a stare da sola con questi tre!" Ridiamo tutti insieme e continuiamo a volare sopra boschi e montagne.

Il vento tra i capelli mi rilassa il pomeriggio è tiepido e il sole sulla pelle la riscalda facendola scottare nonostante l'aria. Ormai mi sono abituata a guardare dritto davanti a me, guardare giù sarebbe un modo per mettermi ansia e quella che ho per colpa del sogno è abbastanza. Lyra mi guarda un attimo "forse è solo una mia idea, ma tu non avevi paura dell'altezza?" Io la guardo e ridacchio un attimo "Vedo che ti ricordi molto bene di me. Sono tranquilla finchè non guardo in basso e in quel caso Mario mi aiuta a calmarmi" Lui ride "Non posso fare diversamente la tua stretta è così forte che mi manca il respiro quando mi stringi" Ste ride e guarda Mario. Verso sera ci fermiamo all'inizio di una foresta lasciamo i draghi legandoli e ci inoltriamo fra gli alberi, camminiamo solo per qualche minuto per arrivare davanti all'enorme portale di Glowstone. "Va bene, nel mentre che ci riposiamo un attimo e mangiamo qualcosa io chiedo a mio zio il permesso di entrare" Tutti annuiscono e si siedono sulla terra fredda e umida, nel mentre che io con i miei poteri inizio a fare una lettera e poi la mando dentro il portale sperando di essere riuscita completamente nell'incantesimo.

Nel mentre che aspettiamo una risposta cuociamo alcune bistecche di maiale e a coppie facciamo dei turni per riposare, dopotutto era notte e non eravamo riuscita a dormire nemmeno in quella precedente. Durante il turno mio e di Mario ci mettiamo di fronte al fuoco ed iniziamo a parlare. "Allora com'è stato vivere in un villaggio?" chiede ed io lo guardo e faccio un sorriso malinconico. "Era divertente mi hanno insegnato molte cose, come fare splendide armi, ma non le usavamo mai è sempre stato un villaggio pacifico. Grazie a loro mi piacciono i libri e, anche se non sembra, l'agricoltura." Lui mi guarda negli occhi "Ecco perché non sai combattere con la spada" io rido e lui continua ad avvicinarsi al mio viso, i suoi occhi luccicano e se li studi puoi anche notare un sentimento che non riesco a comprendere e osservando inizio a percepire qualcosa nella pancia e una specie di elettricità che in qualche modo ci collega sempre di più. Continuiamo a guardarci per qualche momento, che a me sembra un'eternità finché l'attimo non viene rovinato da un leggero spostamento del vento che mi fa alzare la mano velocemente verso il viso di Mario e come un riflesso prendo un pezzo di carta piegato. "Credo sia mio zio" Dico allontanandomi da Mario aprendo il foglio e leggendo velocemente. "Possiamo andare" dico ed io e Mario iniziamo a svegliare gli altri.

Entriamo nel portale ed iniziamo a salire degli scalini che piano piano diventano più di cento, continuiamo a salire fino a quando arriviamo ad un enorme villaggio. Tutti dormono quindi cerchiamo di fare meno rumore possibile e camminiamo in mezzo alle case fatto di quarzo grezzo che risplendono di una debole luce bianca, continuiamo a camminare finché qualcuno grida "Ospiti!" non riesco a capire cosa succede che subito tutte le strade si illuminano, facendomi chiudere gli occhi per un attimo, le persone escono di casa e ci circondano dandoci qualcosa da mangiare e da bere ad ognuno; la cosa mi fa piacere e mi spaventa allo stesso tempo, anche se tutta quella gente intorno dopo un po' diventa molto spiacevole e mi fa sentire molto a disagio. Siamo tutti confusi e ci guardiamo intorno spaesati da tutta quella gioia di vedere ospiti quando una voce familiare al mio orecchio urla con tono di comando ma calmo al tempo stesso "Tornate tutti nelle vostre case e lasciate in pace gli ospiti, i miei ospiti! Non è il momento di festeggiare!" Ognuno fa come gli è stato detto, anche se sento alcuni lamenti e qualche disapprovazione alla 'festa di benvenuto', e dopo cha la folla si divide riusciamo a vedere il proprietario di quella voce, anche se ero già sicura al cento per cento da chi provenisse, ovviamente incrociamo lo sguardo di Notch è felice di vederci forse dopo lo sarà di meno sapendo il motivo della nostra visita.

Ci avviciniamo a lui e quando siamo a qualche passo di distanza non mi trattengo più e lo abbraccio forte, mi è mancato davvero tanto anche se non l'ho visto mai dal vivo.


Revisionato in data: 07/05/2020

La figlia di Herobrine (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora