Capitolo 15

28 9 0
                                        

Dopo essere passata da Michelangelo a recuperare Alice e ringraziandolo infinitamente, Gillian si buttò sul divano con la sua piccola.

–Com'è andata a scuola oggi, Ali?

–Bene! La maestra ha spiegato la moltiplicazione! Devo studiare tutte le tabelline fino al 10! mi aiuterai, vero mami?

–Ovviamente, amore. Sai che mi fa piacere aiutarti.

La bambina, in risposta la abbracciò forte e le scoccò un bacio sulla guancia.

Quella sera Gillian prese il diario di Rob. Voleva capire perché le aveva detto di averlo perso. Perché aveva voluto smettere di scrivere con lei. Prese le ultime pagine, cercando la prima volta che aveva ripreso a scrivere da solo.

Caro Papà,

Da questo momento sarò di nuovo solo io a scrivere. Forse ti starai chiedendo il perché. Bene allora partiamo dall'inizio.

Oggi ho bloccato uno scambio di droga. Ho arrestato un ragazzino di 10 anni, che la spacciava, e l'ho portato in centrale. Una volta lì, però, lo hanno rilasciato subito, scusandosi, con lui. Il mio capo mi ha detto che era un malinteso e mi ha offerto un aumento. La cosa non mi convinceva per niente. Io so cosa ho visto. Tuttavia ho accettato. No. Non pensare che sia diventato corrotto. L'ho fatto solo perché sono sicuro che se non avessi accettato questo 'favore' mi avrebbe licenziato. Ho deciso che voglio andare a fondo di questa faccenda. Sono convinto che quel bambino sia un paranzino. Lo voglio tenere d'occhio. Lui e il suo cartello. I loro movimenti. Voglio arrivare a trovare il loro nascondiglio. Voglio trovare le prove per arrestare tutti loro.

Ora capisci? Per questo scriverò da solo. Non posso coinvolgere Gill. È troppo pericoloso.

Con affetto,

Rob.

Gillian rimase sconcertata. Cosa significava? Era stato il loro cartello a voler far uccidere Rob? Non riusciva a crederci. Sapeva dell'esistenza dei bambini mafiosi, i cosiddetti paranzini, ma mai avrebbe immaginato che Rob ci fosse coinvolto, insieme a tutto il suo distretto. Quindi non le aveva detto niente per non metterla in mezzo? Aveva paura che le succedesse qualcosa. Forse però...se glielo avesse detto avrebbero trovato una soluzione insieme. Le venne in mente Mauro. Forse era per questo non aveva potuto denunciare chi lo aveva minacciato.

Troppe domande. Troppi misteri non svelati. Guardò l'ora. Le due di notte. Sospirò. Non sarebbe riuscita a dormire, ma non voleva rimanere sola. Prese il cellulare e compose un numero che sapeva ormai a memoria. Pregò in tutti i modi che rispondesse. Quando la voce metallica la avvisò che il telefono era spento quasi scoppiò in lacrime per lo sconforto. Si rese conto che c'era ancora una persona che avrebbe potuto chiamare, che sarebbe stata in grado di ascoltarla e di non insultarla per l'ora. Chiamò.

–Pronto? – rispose con voce assonnata.

–Mauro, sono io, potresti venire da me?

–Ora?

–Sì.

–Gill ma sono le due di notte!

–E dai MauMau! – lo prese in giro –Per favore. – continuò seria –È importante.

Lo sentì sospirare. –D'accordo. Il tempo di vestirmi e arrivo.

***

–Che succede Gill? – le domandò una volta arrivato ed essersi seduto sul letto accanto a lei.

–Ti ricordi che ti ho detto di aver trovato il diario di Rob?

–Sì? – la incitò lui.

–Beh...Ho scoperto perché non ha più voluto scrivere con me.

IL SAPORE DEI COLORIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora