"Mi farà impazzire quella donna!" esclamò Carlo.
Gillian rise.
"Immagino tuo marito sia nella mia stessa situazione, vero?" chiese ridendo, indicando con la testa alla fede che lei portava ancora al dito. Gillian sorrise triste e non rispose.
"Insomma anche tu fai sclerare tuo marito?" continuò lui, non avendo capito cosa le prendesse.
"Sì. Anche lui impazziva sempre."
Carlo rimase interdetto. Aveva notato il verbo al passato e lo sguardo triste di Gillian.
"Gill-"
"Ora scusa," lo interruppe "ma devo andare in palestra. Ciao Carlo." disse, salutandolo con un bacio sulla guancia.
***
"Gill!" esclamò Luca non appena la vide.
"Ciao, Luca." lo salutò, ricambiando il sorriso.
Dopo essersi cambiati iniziarono subito ad allenarsi. Prima corsa sul tapisrulan. Poi pesi. Addominali. Piegamenti sulle braccia e sulle gambe. Poi di nuovo corsa. Gillian si ritrovò a sorridere. Era distrutta. Sentiva i polmoni bruciare. I muscoli tirare. Ma la mente era libera. Nessun pensiero. Nessuna preoccupazione. Il suo sorriso si allargò. Tanto che iniziarono a farle male le guance. Ma lei non accennò a smettere. Stava bene. Fecero stretching. Poi si fermarono. Gillian stava per andare in spogliatoio ma Luca la richiamò.
"Ti va di uscire uno di questi giorni?".
Lei sospirò. Era proprio quello che temeva. Non avrebbe voluto ferire Luca. Aveva cercato di fargli capire che per lei lui era solo un amico.
"Scusa Luca, ma come avrai potuto notare non sono libera." gli disse, additando alla sua fede, sperando funzionasse come con tutti gli altri.
"So che tuo marito è morto. Ti ho sentito parlarne con Marco una sera."
Gillian rimase interdetta. Cavoli. E ora cosa poteva inventarsi? Forse era meglio dire la verità.
"Luca, senti...non è che ce l'ho con te...è solo che non mi sento pronta a una nuova relazione-"
"Però con Mauro non ti fai tutti 'sti problemi, eh?" esclamò lui, visibilmente alterato. Gillian fece istintivamente un passo indietro.
"Tu non sai niente. Non puoi permetterti di giudicare." gli sibilò.
"Preferisci andare a letto con quel criminale che con me? cos'è ti piacciono i cattivi ragazzi?" disse lui a voce sempre più alta "Perché se preferisci lo divento anche io, contenta?" continuò strattonandola.
"Smettila ci stanno guardando tutti e mi stai facendo male."
"La verità è che sei solo una troia!" urlò.
Lo schiaffo arrivò più forte e veloce di quello che Gillian avesse previsto. Luca ondeggiò indietro tenendosi la guancia destra, stupefatto. Lei lo prese per il colletto.
"Non permetterti mai più di dirmi chi sono o come devo vivere perché tu non sai niente." gli sussurrò, poi lo spinse indietro e se ne andò negli spogliatoi. Guardò l'ora. Erano le 15. per fortuna. Aveva bisogno di scaricarsi. Si mise al volante e guidò fino ad un parchetto vicino alla scuola di Alice. Non si era ancora cambiata. Chiuse la macchina e partì di corsa. Doveva ammetterlo. Correre dal vivo era molto meglio che sul quel dannato tapisrulan. La musica nelle orecchie le dava il ritmo. Alla partenza il suo cervello era invaso di pensieri.
Giuro di dirti la verità e di amarti ogni giorno della mia vita nella salute e nella malattia...
Aumentò la velocità.
Ehi dolcezza! Sono Mauro.
Strinse i denti. Inspirò a fondo.
È stata la famiglia De Angelis!!
Espirò di colpo.
Sei solo una troia!
Gillian aumentò ancora l'andatura. I muscoli tornarono a lamentarsi. Finalmente i pensieri si diradarono. Corse più forte. I polmoni bruciarono nuovamente. Ma a Gillian non importava niente. Era libera. Correva. Libera. E rideva. Le persone di fianco alle quali passava la prendevano per pazza. Ma a lei non importava. Perché stava bene. Perché lei era libera. Corse più veloce. Più veloce correva e più libera si sentiva. Come se i suoi problemi non riuscissero a raggiungerla. Non voleva più fermarsi. Sapeva che, una volta rallentato, sarebbero tornati tutti insieme. E lei voleva allontanare quel momento il più a lungo possibile. Sfrecciava tra gli alberi. Evitando passeggini e vecchietti. Sfrecciava. Nessuno avrebbe potuto fermarla. Nessuno avrebbe potuto raggiungerla. Saltò un ramo caduto. E così, senza motivo, iniziò a ridere. Rideva e correva. Rise forte. Rise finché i polmoni glielo permisero. E quando non ci riuscì più si limitò a sorridere. Si fermò solo quando compì il 4 giro del parco ed era ora di andare a prendere Alice. Si avviò alla macchina e si asciugò alla bell'e meglio il sudore, per poi dirigersi verso la scuola.
***
"Hai preso tutto, puffo?" chiese per la terza volta.
Alice annuì divertita. "Si, mamma! Stai tranquilla." rispose, baciandole la mano che stringeva.
"Okay, bene. Allora andiamo."
Quel weekend si sarebbero divertite da Irene.
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IL SAPORE DEI COLORI
ChickLitPer Gillian i colori sono ciò che caratterizzano le persone, le emozioni, la vita. Gillian ama la vita e ama i colori. O forse sarebbe meglio dire 'amava'. Due anni fa tutto ciò ha smesso di avere importanza. Due anni fa la sua vita è stata distrutt...