Quella mattina era giovedì e Gillian si preparò per fare il turno al mattino come cameriera. Il bar apriva alle 7.30 ma lei doveva arrivare mezz'ora prima per sistemare il locale. Era in anticipo così si sedette un attimo sul divano a guardare il telegiornale. Qualche minuto dopo entrò Elisa.
"Buongiorno!"
"Ciao Gill!"
Le due donne iniziarono a conversare tranquillamente, finché Gillian non dovette salutarla per andare al bar.
Una volta arrivata, dopo aver attaccato la corrente, iniziò a tirare giù le sedie dai tavoli. Accese le macchinette per il caffè. Recuperò le brioches, che le vennero consegnate dal solito furgone, ancora calde e sistemò i dolci sotto alle teche di vetro.
Alle 7.30 era tutto pronto. Aprì il locale e aspettò che i clienti iniziassero ad entrare. Luca era in ritardo. Poco dopo iniziarono ad arrivare i clienti fissi. Quelli che sono sempre nello stesso posto alla stessa ora. Gillian era stata per troppo tempo come loro. Ora voleva cambiare tutto.
Verso le 7.45 Luca arrivò affannato, scusandosi con lei.
"Non ha suonato la sveglia. Si è scaricata."
"Tranquillo, fa niente. Sono riuscita a cavarmela da sola. Il tavolo 4 ha ordinato succo d'ananas e caffè lungo. Porti tu?" gli chiese porgendogli il vassoio.
"Certo." rispose, prendendolo e dirigendosi verso il tavolo indicato.
"Come va?" chiese una volta tornato.
"Stanca ma bene. Tu?"
"Bene, grazie. È normale che tu sia stanca, fai due lavori, badi a una bambina piccola e vai pure in palestra! Ah! A proposito: domani andiamo in piscina, giusto?"
"Sì, va bene. Facciamo per le 17, okay? Tanto Alice va a casa di un'amica."
"Perfetto."
***
Una volta finito il turno Gillian si precipitò in panetteria per le ultime due ore.
"Sei in ritardo." le sussurrò divertito Damiani, vedendola così affannata.
"Zitto."
"Come siamo permalose oggi!" disse ridendo.
Gillian gli fece la linguaccia in risposta. Un po' infantile sì, ma non le importava. Relazionò le restanti due ore di lavoro. Mauro, come sempre, si impegnava molto. Gillian lo guardò chiedendosi, per la prima volta, chi fosse stato quando ancora non era un assassino.
"Pronta?" le chiese, una volta finito il turno.
"Per cosa?" domandò di rimando ironicamente.
"Si, si, brava, fai pure finta di non ricordare." rispose alzando gli occhi al cielo.
"Forza, andiamo." aggiunse spingendola verso la macchina.
"E Alice?"
"Oggi saremo soli."
"Perché?"
"Gill, sul serio, fai troppe domande." rispose lievemente divertito.
Lei sorrise. "Sono curiosa." disse stringendo le spalle.
Lui la guardò con un luccichio negli occhi. Gillian per la prima volta sentì davvero un legame con lui. Come se fossero due facce della stessa medaglia.
Mauro la guidò fino in una stradina, a lei sconosciuta. Scese dall'auto e lo seguì, girando l'angolo della strada. Damiani si diresse dritto verso un edificio.
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IL SAPORE DEI COLORI
ChickLitPer Gillian i colori sono ciò che caratterizzano le persone, le emozioni, la vita. Gillian ama la vita e ama i colori. O forse sarebbe meglio dire 'amava'. Due anni fa tutto ciò ha smesso di avere importanza. Due anni fa la sua vita è stata distrutt...