Capitolo 24

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Quel giorno Gillian non c'era per nessuno. Alice sarebbe stata da Irene tutto il giorno, dormendo anche lì.

Gillian era andata direttamente in commissariato. A parlare con gli agenti che erano in contatto con Sabatino. Ma loro non sapevano niente. Non sapevano o non potevano dire niente. Gillian era frustrata. A tirarla su di morale fu un messaggio da parte di Michelangelo.

Stasera si esce a divertirsi. Niente scuse o ti vengo a prendere sotto casa alle 21

Gillian sorrise. La conosceva davvero troppo bene. Decise di andare a fare una passeggiata nel parco. Le piaceva stare all'aria aperta.

***

Michelangelo arrivò sotto casa alle 21 precise. Gillian si era già preparata. Si era messa un vestitino semplice che le piaceva molto e si era lievemente truccata. Era da tempo che non uscivano insieme loro due.

Salì in auto.

– Ehi!

– Buonasera Gill! Sei davvero bella!

Gillian arrossì.

– Grazie, anche tu stai bene. Bella camicia. – disse, facendo un cenno alla camicia bordeaux che aveva.

– Grazie.

– Allora, dove andiamo?

– Vedrai ti piacerà. – rispose evasivo.

***

– Oddio! Non ci posso credere! – esclamò Gillian una volta arrivati a destinazione.

– Mi dici sempre che volevi venirci, mi è sembrata l'occasione giusta.

– Grazie, Michi! Grazie! Non vedevo l'ora! – continuò, abbracciandolo.

Michelangelo la guardò sorridendo. Vederla così felice gli scaldava il cuore. L'aveva portata sull'osservatorio di Pinerolo. Quel giorno c'era la possibilità di poter osservare le stelle. Non appena lo aveva saputo aveva deciso di prenotare per loro due. Sapeva che ne sarebbe stata entusiasta.

Dopo un po' che osservavano le stelle Gillian lo chiamò.

– Michi! Guarda! La costellazione della Lira!

– Dove?

– Lì! Quella specie di rombo– gli disse, cedendogli il posto al telescopio.

– Ah sì, l'ho vista.

– Sai, ci sono arie leggende associate ad essa.

– Si? Racconta dai.

– Secondo la mitologia greca rappresenta la lira. Strumento musicale inventato da Ermes. Il dio era appena nato quando incontrò una tartaruga sul suo cammino. La uccise e con i suoi intestini fece sette corde in onore di sua madre Calliope e delle sue sorelle, le Pleiadi.

In seguito cedette ad Apollo lo strumento costruito in cambio della sua benevolenza, visto che gli aveva sottratto le mandrie delle vacche a lui sacre. Apollo poi la donò a Orfeo. La cui storia immagino che tu sappia.

– Si, si, la conosco. Non sapevo fosse stato Ermes a costruire la lira. Ci sono altre leggende?

– Beh...Ah si! Gli Arabi la associarono ad un'aquila ad ali chiuse, ma non ricordo bene la storia. E poi, se non sbaglio anche i Cinesi, avevano una storia. Secondo loro Lira era una tessitrice che era separata per l'eternità dal suo amore, un pastore che si dovrebbe trovare nella costellazione dell'Aquila, da un impetuoso un fiume, la Via Lattea.

– Me la ricordo questa storia. – disse sorridendo. Gillian arrossì.

– Comunque, è possibile che non ci sia una cosa sulle stelle che tu non sappia? – le chiese divertito.

– Mi piacciono. – si giustificò Gillian, stringendosi nelle spalle.

– Ho notato. Dobbiamo venire più spesso, così me ne racconti altre, che dici?

– Dico che è un'ottima idea. – rispose sorridendo.

Passarono il resto della notte a guardare le stelle, parlando, finché non fu troppo tardi – l'alba si stava avvicinando – per cui Michelangelo la riaccompagnò a casa.

– Grazie della serata, Michi. È stata magnifica.

– Grazie a te.

Si guardarono un attimo in silenzio.

– Allora, buonanotte.

– Buonanotte, Gill.

Gillian lo guardò andare via, poi con il sorriso sulle labbra entrò nel condominio. Stava per aprire la porta di casa quando una figura la fece urlare per lo spavento.

– Mauro! Che diavolo! Mi hai fatto prendere un colpo! Cosa ci fai qui?

– Volevo parlarti.

– Parla.

– Sei arrabbiata?

– Niente affatto! – disse ironicamente.

Mauro la guardò in silenzio.

– Perché mi hai mentito?

Mauro non rispose.

– Va bene, cambiamo domanda. C'era qualcosa di tutto quello che hai detto o fatto che era vero?

Mauro continuò a restare in silenzio. Non riusciva a parlare. La bocca secca. I polmoni vuoti. Tentò di dire qualcosa. Ma la voce gli si mozzò in gola.

Gillian sorrise amara. – Come immaginavo. – sussurrò più a se stessa che a lui. – Allora perché sei rimasto per tutto questo tempo? Non mi sembra di averti mai obbligato a stare con me, anzi.

– Ho fatto una promessa tempo fa e ho intenzione di mantenerla.

Gillian scosse la testa. – Sei rimasto con me solo per una stupida promessa, quindi. Non perché ti sentivi solo. Non perché non avevi nessuno tranne me. Per una promessa. E a chi l'avresti fatta, mh? Ai mafiosi? Dovevi tenermi d'occhio? Non m'importa. Vai via.

Dopodiché si girò, aprì la porta ed entrò in casa, chiudendolo fuori.

Mauro la guardò immobile. Poi, dopo aver capito che quella porta non si sarebbe aperta, se ne andò.

Gillian sbuffò. Mauro era riuscito a rovinare una sera perfetta. Cercò di non pensarci e si concentrò sulla nottata passata con Michelangelo. Sorrise e si preparò per andare a dormire. Aveva il presentimento che quella notte non avrebbe avuto problemi a dormire.


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