Capitolo 13

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Blu. Ora sapeva cosa fosse il blu. Di nuovo. Il blu era tristezza. Il blu era ansia. Il blu era paura. Ma il blu era anche gioia ed entusiasmo. Era adrenalina e divertimento. Ora si ricordava il perché fosse il suo colore preferito. Perché rappresentava due facce opposte. Emozioni contrastanti tra loro. Proprio come erano le persone. Proprio come era lei.

Finì di prepararsi. Portò Alice da Irene e si avviò al locale.

Quella sera era piuttosto tranquillo e Gillian non dovette lavorare troppo.

"Gill!" la chiamò il suo capo, Federica.

"Dimmi."

"Questa settimana dovrai sostituire Sara, che è malata. Dovrai fermarti giovedì e venerdì."

"Sara ha sempre il turno il pomeriggio, Fede, lo sai che non posso."

"Gillian, non puoi venire sempre solo la sera."

"Ma tu mi avevi detto che non c'erano problemi, che nessuno lo voleva fare."

"Sì ma ora Sara sta male e io ho bisogno di un sostituto."

"E gli altri non possono? Nessuno di loro?"

"No, Luca ha un appuntamento dal medico e Carlo si fa tutte le mattine questa settimana e non sarebbe giusto."

"E se facessi un cambio con Carlo per la mattina?".

Federica sospirò. "Va bene. Lo chiamo e ti dico subito."

Dopo pochi secondi tornò.

"Sei fortunata. Ha detto che non c'è problema."

Gillian sorrise. "Grazie Fede."

***

"Pronto?"

"Christian scusa se ti disturbo."

"No, tranquilla dimmi."

"Giovedì e venerdì mattina non posso andare in panetteria. Scusa ma mi hanno affibbiato il turno al mattino al bar."

Silenzio.

"Per che ora finisci?" chiese dopo qualche minuto.

"Le 12. posso andare le ultime ore comunque. In fondo Damiani si sta comportando molto bene, hai letto i miei rapporti?"

"Sì, li ho letti. Va bene, te lo permetto, ma cerca che non succeda più."

Gillian sorrise.

"Grazie, Christian!"

"Dai, ora vai che ti aspettano!" replicò lui sorridendo.

"Tranquillo. Buona giornata."

"Anche a te."

Gillian chiuse la chiamata ed entrò nella panetteria. La giornata andò bene. Damiani, come sempre, si impegnò molto. Lei spiegò il problema ai proprietari dicendo che né giovedì né venerdì ci sarebbe potuta essere. Loro la tranquillizzarono dicendo che Mauro si stava comportando molto bene e che sarebbe stata un'ottima prova per vedere come lavorava senza essere 'tenuto sotto sorveglianza'. Lei li ringraziò, rilassandosi leggermente. Tuttavia continuava a essere un po' nervosa. Cosa aveva in mente Mauro per quel giorno? Cosa doveva aspettarsi? 

A fine turno Mauro le si avvicinò.

"Ti aspetto davanti alla scuola di Alice. Vi porto in un posto speciale."

Gillian sorrise. – Va bene. A dopo, Mauro.

Lui la guardò incerto. –E se, venissi a pranzo con me? – chiese strofinandosi il retro del collo. Gill rimase un po' spiazzata. Non sapeva cosa dire. Sì o no? Ovvio che voleva, ma allo stesso tempo non voleva. Era troppo confusa.

IL SAPORE DEI COLORIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora