Capitolo 20

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Quel lunedì Gillian non andò in panetteria. Aveva scoperto che per quei dieci giorni l'avrebbe sostituita Elisa. Così dopo aver portato Alice a scuola rimase in macchina qualche minuto. Era da tempo che non parlava più con Rob. Da una parte voleva solo salire su quella collina, ma dall'altra voleva solo smettere di essere triste e di iniziare a pensare al suo futuro. Questa seconda ipotesi la faceva sentire terribilmente in colpa. Come poteva lasciare Rob al passato? L'unica persona che aveva mai amato. L'unica? Non ne era più sicura. Finalmente decise cosa fare. Mise in moto l'auto.

***

TOC-TOC. Gillian bussò alla porta. Uno spiraglio si aprì, rivelando una signora anziana.

– Disturbo, Miku?

La donna sorrise. – Gill! Prego, entra pure! – esclamò, scostandosi per farla entrare.

– Che piacere rivederti! Mauro però non è qui.

– Oh, no, non sono qui per Mauro. È che...– si fermò. In effetti non sapeva perché era lì. Le era venuto in mente quel posto per rilassarsi e aveva seguito l'istinto. Miku annuì.

– Vieni, se ricordo bene ti piaceva aiutarmi, mh?

Gillian annuì, seguendola nella cucina.

– Falla. – la esortò Miku, dopo un po' di tempo che stavano in silenzio. La maggior parte dei bambini era a scuola e loro due erano sole.

– Che cosa? – domandò confusa.

– La domanda per cui sei venuta qui.

– Ma...– Gillian era senza parole. Sì, aveva una domanda, ma come faceva lei a saperlo? L'anziana scoppiò a ridere nel vedere la sua faccia confusa.

– Oh, mia cara, io ho una certa età: le capisco certe cose. Su forza non avere paura.

– Cos'è successo ad Alex, il migliore amico di Mauro?

Gillian vide il volto della donna incupirsi.

– Scusa forse non dovevo-

– No.– la interruppe Miku – Sono io che ho insistito. – continuò, sedendosi con aria stanca.

– Alex...era un bambino molto dolce. Era qui da quando era molto piccolo. Sua madre morì di parto e il bambino venne affidato qui dal padre, che non lo voleva, sin da quando aveva pochi giorni. Quando andò a scuola fece subito amicizia con Mauro. Passavano pomeriggi interi a giocare insieme, non era importante il gioco, l'importante per loro era stare insieme. Alex stravedeva per lui. Ogni volta che lo vedeva gli si illuminavano gli occhi e gli si formava un sorriso sincero. Erano gli unici momenti in cui era davvero felice. Per il resto del tempo restava in un mutismo da cui nessuno era in grado di farlo uscire.

Passarono insieme tanti anni fino al...– Miku si interruppe per fare un sospiro – Fino al sedicesimo compleanno di Alex. Quel giorno suo padre tornò qui e se lo portò via in Svizzera. Quando Mauro arrivò e non lo trovò più rimase malissimo. Rifiutò di fare amicizia con chiunque, temendo che poi se ne sarebbero andati.

– Perché Alex non ha mai cercato di contattarlo?

– Alex era molto timido, oltre al fatto che fosse nato sordo e nessuno a parte Mauro aveva mai provato a parlare con lui. Per cui, una volta andato lontano, per lui fu difficile mantenere i contatti. Senza cellulare. Senza social. Non ho idea di che fine abbia fatto.

– Mauro come l'ha presa?

Miku scosse la testa tristemente. – Non bene. Credo che Alex fosse stata la sua prima cotta. Non venne più per molti anni. Una decina di anni dopo si presentò alla mia porta e divenne una specie di fratello maggiore per questi ragazzi.– Miku si interruppe, persa nei suoi pensieri. Quando Gill pensò che non avrebbe più continuato lei riprese.

IL SAPORE DEI COLORIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora